5 consigli pratici per combattere la stanchezza mentale

La mente umana possiede facoltà straordinarie ma per ottimizzarle è necessario fare una corretta “manutenzione” concedendoci spazi di riposo e di recupero, soprattutto quando stanchezza mentale incombe.

Stanchezza mentale

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Tutti possono andare incontro a momenti di stress in cui la mente sembra sovraccarica, si fa fatica a riposare e altrettanta a concentrarsi per essere produttivi come si vorrebbe. 

 

Questi periodi di stanchezza mentale non dovrebbero essere trascurati troppo a lungo: inutile continuare a correre per recuperare l’efficienza perduta, a volte la miglior cosa è, nonostante tutto, fermarsi. Vediamo 5 consigli pratici per imparare a farlo… prima che sia troppo tardi!

 

1 Trova un modo per “staccare la spina”

Immagina di trovarti a una mostra di quadri impressionisti, i colori sulla tela spiccano e richiamano l’attenzione di chi osserva, ma se ti avvicini troppo al disegno le pennellate si confonderanno tra loro a tal punto da impedirti di distinguere i contorni delle persone e degli oggetti nel quadro.

 

Sarà necessario che tu faccia diversi passi indietro e che ti metta a una distanza maggiore per avere la giusta prospettiva e apprezzare il quadro nel suo insieme con il suo corredo di luci e ombre. 

 

Nei momenti in cui si è sopraffatti dalla stanchezza mentale è come se ci si trovasse troppo vicini al quadro: si è talmente “immersi” nei problemi, nelle difficoltà e negli stati d’animo negativi da rischiare di farsi travolgere da tutto questo alimentando un vissuto di impotenza e blocco.

 

Se ti riconosci in questo scenario potrebbe essere molto utile per te trovare il modo per staccare, svuotare temporaneamente la mente dai pensieri e dalle preoccupazioni per tornarci solo più tardi, con una prospettiva più fresca e riposata.

 

Non sempre è possibile partire per una vacanza o una gita, ma ci si possono ritagliare momenti di “stacco” anche nella quotidianità. Uno dei modi più utili può essere quello di dedicarsi a un’attività fisica o manuale: l’esercizio corporeo produce endorfine che alimentano il benessere e il buonumore. 

 

Ma anche una semplice attività manuale che non abbia nulla di sportivo (ad esempio il giardinaggio il decupage, la tinteggiatura delle pareti di una stanza, il decluttering..) Può rivelarsi preziosa: aiuta a “riorganizzare” la mente, concentrandola su un’attività pratica, possibilmente fonte di soddisfazione o piacere, distogliendola da altro.
 

2 Organizza il tuo tempo

Nei momenti di stanchezza mentale può accadere che si tenda a procrastinare, a lasciare in sospeso le cose da fare per giorni in attesa di avere le energie per occuparsene… In realtà questo meccanismo può aggravare il problema per due motivi: le cose da fare diventeranno cronicamente irrisolte generando ulteriore ansia e stress, questo porterà a tornarci con la mente e a cercare di “recuperare” nei momenti che si sarebbero invece dedicati al riposo, allo svago o agli affetti. 

 

Il rischio è che si instauri un circolo vizioso dove più cose si lasciano in sospeso e più queste tendono a “perseguitare” e a saturare ogni spazio della mente e della giornata. 

 

Meglio programmare dei tempi definiti da dedicare ad un’attività, iniziando magari da quelle esauribili in minor tempo (che potranno dare subito un senso di efficacia) magari aiutandosi con qualche tecnica di Time Maagement come la Tecnica del Pomodoro. A volte la sensazione di maggior fatica la si prova all’idea di doversi attivare per iniziare, ma una volta che si è preso il via le cose scorrono meno faticosamente di come le si percepiva in precedenza quando erano lasciate in sospeso… 

 

3 Adotta una corretta igiene del sonno

In questa società dove si dice che il tempo è denaro e dove sembra che se non sei impegnato non esisti, può apparire superfluo fare attenzione alla corretta igiene del sonno: un aspetto che diamo troppo spesso per scontato. Eppure è una della prime aree a fare cilecca quando la stanchezza mentale si accumula: i pensieri tengono svegli impedendo di addormentarsi, ci si addormenta molto tardi magari davanti a qualche serie tv incuranti della sveglia programmata al mattino… 

 

Se si è gravati da troppa stanchezza mentale fare estenuanti maratone di binge watching può essere controproducente proprio per la qualità del sonno. È stato studiato infatti come le serie tv vengano strutturate appositamente per lasciare “in sospeso” lo spettatore alla fine di ogni episodio: la trama narrativa non giunge a una conclusione, bensì viene interrotta “sul più bello”. 

 

Questo attiva la mente e induce, naturalmente, a proseguire con l’episodio successivo. Il risultato è che non solo ci si tratterrà davanti alla tv fino a tarda notte, ma, soprattutto, si rischierà di andare a dormire con la mente ancora “attiva” (a meno che non finiate un’intera serie in una serata, non importa quante puntate avrete guardato, ad un certo punto dovrete spegnere e lasciare la storia in sospeso) tutt’altro dunque che predisposta verso il sonno. 

 

Si è studiato che la visione di un film produce l’effetto diametralmente opposto: l’eccitazione mentale raggiunge il culmine al centro della storia per poi calare man mano che la trama va a risolversi fino al finale quando l’eccitazione e l’attenzione diminuiscono e subentra un senso di rilassamento

 

Questa condizione mentale è quella più utile per predisporsi alla transizione fra la veglia e il sonno: un passaggio che, specie nei momenti di stanchezza mentale, richiede qualche accortezza in più e, perché no, può essere facilitato da qualche piccolo “rito” serale (una tazza di tisana, un bagno caldo ecc.). Al bando, naturalmente, smartphone e tablet che, secondo gli esperti, dovrebbero essere spenti già una o due ora prima di coricarsi. 

 

4 Impara una tecnica di rilassamento

Quando siamo in un periodo di forte stanchezza mentale può darsi che il nostro corpo fatichi a rilassarsi come dovrebbe: permangono tensioni posturali, emicranie, disturbi gastrointestinali e altri che impediscono di accedere al riposo. 

 

Imparare una tecnica di rilassamento può essere utile per consentire a corpo e mente di recuperare energie nel corso della giornata. Un metodo ad esempio è il Training Autogeno che, benché necessiti di essere appreso sotto la guida di un professionista esperto, può essere poi utilizzato autonomamente in ogni circostanza della vita quotidiana. E, mai come in questo caso, giocare d’anticipo è fondamentale: darsi cioè dei momenti fissi nella routine quotidiana da dedicare al rilassamento (bastano pochi minuti) proprio per prevenire stati di eccessivo stress. Non solo quindi un metodo a cui ricorrere nei momenti più “acuti” come rimedio di emergenza, ma anche soprattutto a scopo preventivo

 

5 Inizia a dire di no…

Può accadere ad alcune persone – per loro modalità caratteriali o come reazione transitoria ad un periodo di stress – di reagire alla stanchezza mentale caricandosi ancor più di pensieri, incombenze e cose da fare che non possono o non riescono assolutamente a rimandare o a delegare ad altri. 

 

Può sembrare una contraddizione eppure può essere una strategia, del tutto irriflessiva, con la quale alcuni reagiscono a momenti di sovraccarico mentale rischiando naturalmente di peggiorare le cose. 

 

Per alcuni può trattarsi della “paura del vuoto”: piuttosto che avere tempo libero e rischiare di confrontarsi con stati d’animo negativi si tende ad aumentare gli impegni nel tentativo, spesso inconsapevole, di distrarsi e non pensare.

 

Per altri può trattarsi di una modalità per recuperare un senso di efficacia e padronanza sugli eventi: di fronte a un fattore di stress che sfugge in parte al proprio controllo o ad un problema che non si riesce a risolvere, alcuni vivono un senso di impotenza e frustrazione che cercano istintivamente di compensare assumendo un ruolo di primo piano in altri frangenti della propria vita. Il rischio è che tutto questo mini la produttività anche in altre aree oltre naturalmente a peggiorare la stanchezza mentale.

 

È dunque fondamentale, se ci si riconosce in questo meccanismo, iniziare a dire no, proprio in quei frangenti dove più sembra impossibile farlo, alle volte per alcuni può essere utile anche ricorrere alla consulenza di uno psicologo.