Body shaming: un fenomeno vecchio e nuovo

Troppo grasso, troppo magro, troppo provocante… Il body shaming mira a far vergognare l’altro per il suo aspetto fisico. Qualunque caratteristica può essere presa di mira, le vittime sono soprattutto di sesso femminile ma non solo. Si tratta di un fenomeno diffuso sui social ma nuovo solo in parte…

Body shaming: un fenomeno vecchio e nuovo

Il mio corpo è qualcosa di cui non mi scuserò mai. Il mio corpo subirà costantemente dei cambiamenti e anche il vostro”.

Così l’attrice statunitense Lili Reinhart (nota per il ruolo di Betty Cooper nella serie televisiva Riverdale) ha risposto sui social a coloro che la criticavano per il suo aumento di peso. Il body shaming però non colpisce solo le star del cinema, ma persone, soprattutto donne, di tutti i tipi. Secondo alcune stime ne sarebbe vittima addirittura 1 donna su 2. Colpa del web e della rapida diffusione che i commenti degli “haters" hanno sui social network. Eppure non si tratta di un fenomeno del tutto nuovo…

 

Umiliare qualcun altro per il suo aspetto fisico

Secondo l'Oxford English Dictionary, il body shaming è l'atto di umiliare una persona per il suo aspetto fisico facendo affermazioni critiche e/o sarcastiche sulla forma e le dimensioni del suo corpo.

Si tratta del gerundio sostantivato del termine inglese “shame” (vergogna) dal germanico kam: nascondersi, coprirsi (il prefisso “s” aggiunge un significato riflessivo) ad indicare le conseguenze comportamentali dell’essere oggetto di umiliazione e vergogna: nascondersi, sottrarsi dallo sguardo altrui.

Il body shaming, quindi, non allude alla semplice vergogna ma chiama in causa un’azione e quindi una relazione: far vergognare qualcuno del proprio corpo, criticare e/o deridere un’altra persona per il suo aspetto fisico suscitando nella “vittima” sentimenti di vergogna, disagio, imbarazzo.

Il termine deve la sua diffusione soprattutto grazie ai social network dove una semplice foto può essere vista, condivisa e commentata da un numero esponenziale di persone. Ecco dunque che i commenti di odio, le critiche denigratorie verso i corpi di persone più e meno famose possono moltiplicarsi nel giro di poche ore.

 

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Body shaming e sesso femminile

Il body shaming, riguarda soprattutto il sesso femminile: un'indagine promossa da Nutrimente Onlus rivela che questo fenomeno (dentro o fuori il web) riguarderebbe circa il 48% delle donne: 1 su 2 dichiara di essere giudicata e criticata per la propria forma fisica.

Qualunque parte del corpo può essere oggetto di critica, ma secondo questa indagine le più colpite sarebbero: le gambe, la pancia, il fondoschiena e i fianchi.

E non è solo per qualche chilo di troppo (il cosiddetto fast shaming), anche l’eccessiva magrezza può dar adito a critiche e commenti denigratori (thin shaming). Si tratta in realtà di un fenomeno non così nuovo, amplificato certo dal web e dei social network, ma che risiede nella cultura che da molto più tempo regola il rapporto fra i generi.

Dalle pubblicità televisive alla normalità della vita quotidiana e lavorativa, le donne sono spesso fatte oggetto di apprezzamenti, commenti, critiche in base alla loro apparenza fisica. A prescindere dal contesto, le donne, molto più degli uomini, sono considerate “oggetti” il cui valore dipende in molta parte dalla forma fisica, valutata e scrutata sporzionandone le parti rispetto ad un intero, assegnando voti e numeri…

Queste forme di oggettivazione del corpo femminile non riguardano solo messaggi pubblicitari provocanti e “politicamente scorretti” che spesso vediamo in tv, ma sono radicate nella più ordinaria cultura del rapporto tra i generi tanto che sia uomini che donne finiscono senza rendersene conto per adeguarvisi considerarle normali. Non ci credete? In questa testimonianza di Stella Pulpo forse potranno riconoscersi in molti andando con la memoria ai tempi della scuola, anche in quegli anni in cui internet, facebook e instagram ancora non esistevano.

 

Adolescenti e body shaming

La pratica del body shaming, tuttavia, non riguarda solo il genere femminile. Le statistiche indicano che il 94% delle adolescenti è stato vittima di body shaming, fra questi quasi il 65% dei ragazzi adolescenti ha riferito di essere stato oggetto di critiche e commenti umilianti sul proprio aspetto fisico.

Come in molti altri comportamenti di bullismo, i “leoni da tastiera" giocano un ruolo importante: molti dei commenti offensivi che vengono scritti online verso estranei (e non) non verrebbero mai dichiarati di persona. Il web amplifica il body shaming perché è più facile oggettivare l’altro, perdere di vista il fatto che dietro un profilo facebook e una foto in un post ci sia una persona in carne e ossa, ed è quindi ancora più facile disconoscere la responsabilità della proprie azioni.

Studi recenti dimostrano tuttavia che questi commenti hanno ripercussioni più che “reali” sulle vittime. Ad essere intaccata è l’autostima e di conseguenza l’immagine corporea soprattutto fra gli adolescenti che hanno un’identità e un corpo ancora in evoluzione.  

 

Body shaming e immagine corporea

L’immagine corporea, cioè il modo in cui ci appare nostro corpo, non dipende soltanto dalle caratteristiche fisiche oggettive del nostro corpo, ma dai  vissuti ad esso associati. Questi vissuti possono essere influenzati dallo stato d’animo del momento, dagli stereotipi sociali e culturali, dalla storia di vita della persona e dalle sue caratteristiche di personalità.

Molte donne sperimentano come in alcuni giorni guardarsi allo specchio risulti particolarmente frustrante: eppure il corpo “fisico” è rimasto lo stesso di ieri, ma è lo stato d’animo che è mutato e questo fa percepire diversamente anche l’aspetto esteriore.

Negli adolescenti queste fluttuazioni dell’immagine corporea sono all’ordine del giorno ed è proprio per questo che certi modelli di perfezione e certi stereotipi di bellezza fisica possono essere particolarmente dannosi perché fonte di frustrazione e inadeguatezza.

Il body shaming sul web si configura come l’ultima pericolosa frontiera di questo epidemico giudizio collettivo cui i corpi di tutti noi sono sottoposti fin dalla prima adolescenza sui banchi di scuola: ieri erano le “classifiche” delle ragazze fatte sul pullman in gita scolastica, oggi sono le foto e i filmini diffusi e presi di mira sui social network, ma d’altra parte ci è sempre sembrato normale assistere in pria serata a famiglie riunite a programmi come miss Italia e simili…

Le forme sono differenti ma il retroterra culturale è lo stesso ed è su questo che varrebbe la pena intervenire, specie rivolgendosi alle fasce più giovani le cui credenze sono ancora in divenire. Nel frattempo per fortuna assistiamo a un risvolto positivo della diffusione del body shaming sul web: se è vero che la rete consente al fenomeno di diffondersi è vero anche che consente a star del cinema e dello spettacolo, spesso oggetto anch’esse di questi attacchi, di far sentire la propria voce e di fungere da modelli, ci auguriamo, per una differente consapevolezza del valore e del rispetto del corpo, proprio e altrui.


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Immagine | Antonio Guillem  / 123rf.com