Bambole Reborn, un fenomeno tra il folle e il terapeutico

Le Bambole Reborn sono bambolotti iperealistici utilizzati inizialmente a scopo terapeutico nella demenza ma la diffusione sul mercato preoccupa per gli utilizzi disfunzionali di questo giocattolo da parte di sempre più donne.

Doll Reborn

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©Andrey Kirillov / 123rf.com

 

In tenera età si fantastica facilmente sull'essere genitori, su come si potrebbe essere in grado di impersonare questo ruolo e nelle fattispecie delle attività legate al gioco, l'utilizzo di bambolotti aiutava questa operazione mentale.

 

Negli anni le bambole sono cambiate assomigliando sempre più ad bambini veri nelle sembianze, simulando alcune funzioni vitali, il pianto, il dormire. 

 

Negli anni ’90, poi, dagli Stati Uniti si è diffusa una bambola che assomiglia in modo impressionante e forte ad un bambino reale. Stiamo parlando delle Bambole Reborn, oggi diffuse anche in Italia e altri Paesi europei e mondiali.
 

Bambole Reborn: cosa sono

Le Reborn Dolls sono bambole iperealistiche poiché costruite in modo preciso e con materiale che simula "perfettamente" la natura di un bambino vero.

 

Spesso si tratta di oggetti realizzati in silicone morbido o vinile la cui consistenza ricorda quella della pelle umana. Solo definite nel dettaglio a livello di occhi, capelli, pelle, colore, bocca, naso, e via dicendo, al punto che per la cura dei dettagli sono nate come elemento da collezione.

 

Inizialmente queste bambole erano destinate ad essere comprate dai collezionisti proprio per la bellezza dovuta alle sembianze reali. Tanto che il prezzo di una bambola Baby reborn oscilla dalle poche centinaia di euro fino anche a qualche migliaia. Tuttavia, negli anni il fenomeno ha preso piede, i prezzi sono diventati compatibili con una domanda elevata e oggi sono tantissime le donne che possiedono una Reborn Doll, al punto che gli esperti in campo psicologico si interrogano sugli effetti e sulla natura di quanto accade.

 

Doll Therapy, le bambole a scopo terapeutico

La Doll Therapy è una terapia diffusa da anni che prevede l’utilizzo di bambole a scopo terapeutico, specialmente con persone con demenza, come dimostrano alcuni studi sugli effetti importanti di questo trattamento in persone con il morbo di Alzheimer (Gary Mitchell et al, 2013).   

 

Le bambole hanno solitamente sembianze molto simili al vero e per questo la terapia con le bambole reborn sta prendendo sempre più piede. 
L’intervento è volto a stimolare abilità cognitive, sensoriali, ma anche emotive ed affettive, il concetto di prendersi cura e creare legami. Le bambole inoltre possono attivare ricordi, sensazioni, vissuti e riportare alla mente esperienze e consapevolezze, spesso perse in queste persone. La terapia quindi si muove su più versanti.

 

Tuttavia, ultimamente si stanno diffondendo altri utilizzi delle bambole nei processi di cura, ad esempio con le persone soggetto a lutto in gravidanza

 

Molti sono i dibattiti etici e morali, oltre che scientifici e clinici, sull’efficacia o viceversa sull’effetto negativo di questo intervento. C’è chi sostiene che la bambola possa aiutare ad elaborare una perdita ed una serie di sensazioni negative, chi invece sostiene che il lutto vada vissuto e l’oggetto generi una serie di vissuti e false credenze che non permettono alla madre e alla coppia di superare l’esperienza traumatica. Non è però lo scopo di questo articolo addentrarsi in un argomento così delicato e ancora in fase di molta analisi e discussione.
 

Giocare con le bambole reborn tra follia e irrealtà

Uno degli aspetti che più pone interrogativi nella comunità clinica è la grande diffusione di queste bambole tra donne che nel tempo è come se perdessero il senso di realtà, attribuendo a questo oggetto lo stesso valore di un vero bambino.

 

Proprio per la perfezione con cui sono fabbricate che portano queste bambole a sembrare vere, si osserva la diffusione di “mamme” che trattano queste bambole come bambini: quindi li cambiano, danno loro cura e attenzione, cercano di far credere e pretendere da altri lo stesso atteggiamento, fino anche a cercare baby sitter per trascorrere il tempo con la bambola

 

A dirlo sembra folle, tuttavia è qualcosa che accade realmente e le cause sono ancora da accertare. Probabilmente la bambola riattiva il senso di maternità in donne con figli ormai grandi, portando a perdere il senso di realtà per le nuove e belle sensazioni, in donne che faticano o non possono avere un figlio, potrebbero donare la sensazione di maternità e quindi un po’ di normalità, chi ha perso un figlio ridurre il senso di perdita. 

 

Tuttavia, a livello psicologico le ripercussioni di questi eventi sono importanti e possono anche sfiorare la vera patologia e gravità. Quello che accade infatti è la costruzione di un legame affettivo con un oggetto, attribuendo un significato diverso ricco di aspettative, speranze e desideri che non saranno realizzati, generando anche frustrazione e dolore. 

 

È importante quindi prestare attenzione al fenomeno sempre più in diffusione anche sui social e cercare di comprendere le implicazioni psicologiche e non solo nel medio e lungo periodo.