Il Morbo di Alzheimer e le terapie non farmacologiche

Il decorso del Morbo di Alzheimer può essere rallentato da terapie a supporto del normale funzionamento cognitivo

Il Morbo di Alzheimer e le terapie non farmacologiche

Il Morbo di Alzheimer è una patologia degenerativa del sistema nervoso che nei suoi stadi iniziali può essere facilmente confusa con la più diffusa demenza senile (normale peggioramento delle funzioni cognitive). Questa malattia è dovuta alla degenerazione dei neuroni siti in una particolare zona del cervello, inizia con una lieve perdita di memoria per poi evolversi in un declino fisico e psichico irreversibile. La durata media è dai 7 ai 10 anni anche se un malato in buone condizioni fisiche può vivere più a lungo.

 

Alzheimer: i sintomi

La sindrome di Alzheimer si dice precoce se insorge prima dei 65 anni, mentre è tardiva oltre quest’età. Secondo l’associazione Alzheimer Italia, ci sono 10 sintomi premonitori:

 

1.    Perdita della memoria (dimenticanze frequenti e/o generale confusione mentale)
2.    Difficoltà nelle attività quotidiane
3.    Problemi di linguaggio (afasia, difficoltà a ricordarsi parole semplici o sostituzione con parole improprie)
4.    Disorientamento spazio-temporale
5.    Diminuzione nella capacità di giudizio (vestirsi in modo incoerente rispetto alla stagione)
6.    Difficoltà nel pensiero astratto (ad esempio, nel calcolo matematico)
7.    Riporre le cose nei posti sbagliati (l’orologio nel barattolo dello zucchero)
8.    Cambiamenti repentini dell’umore
9.    Cambiamenti di personalità
10.    Mancanza di iniziativa che perdura nel tempo.

 

Il decorso della malattia è molto lento e prevede più fasi. I primi 4 anni sono caratterizzati da disturbi mnestici, irritazione ed episodi di smarrimento spazio temporale di breve durata. Il secondo stadio che arriva approssimativamente a 10 anni, vede un aumento della demenza e la perdita progressiva dell’autonomia. Il paziente comincia a  rendersi conto degli effetti della patologia e perde interesse nella propria cura. Compaiono deliri e allucinazioni. L’ultima fase è quella vegetativa che inizia con a necessità di un’assistenza continuativa, fino al confinamento a letto.

 

Alzheimer: trattamento

La malattia di Alzheimer non è una patologia curabile, anche perché le cause non sono ancora del tutto chiare. In effetti, è possibile essere certi della diagnosi attraverso l’autopsia che mostra la degenerazione del tessuto neuronale. Il trattamento della patologia, volto per lo più al contenimento dei sintomi, si basa sulla somministrazioni di farmaci di vario tipo. Negli ultimi anni stanno prendendo piede le terapie non farmacologiche che cercano di rallentare il declino.

 

Alzheimer: terapie non farmacologiche

La Reality Orientation Therapy ha come obiettivo quello di riorientare il paziente al proprio ambiente. Il soggetto viene continuamente stimolato a riconoscere le coordinate spazio temporali, nonché gli aspetti principali della propria vita e identità. Tra le terapie non farmacologiche è quella più utilizzata, sebbene non tutti concordano sulla sua effettiva utilità. Le terapie di Memory Training cercano di contenere la perdita di memoria. Nello specifico si interviene sulla memoria semantica, perché viene precocemente intaccata, mentre quella procedurale giunge intatta fino allo stadio avanzato. La Terapia Multisensiorale viene utilizzata proprio nell’ultima fase della patologia e applica tecniche di stimolazione che migliorino la percezione immediata dell’informazione piuttosto che la sua ritenzione.