Essere permalosi: come accettare le critiche senza offendersi

Saper tollerare o accettare le critiche ricevute dagli altri non è facile: per coloro che sono particolarmente permalosi, ricevere un feedback sul proprio comportamento può risultare penoso e mortificante al di là delle reali intenzioni dell’interlocutore. Come riuscire a non prendersela troppo “sul personale”? Ricordando che il messaggio riguarda la singola azione e non la globalità della propria persona e… Imparando a riderci su!

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Cosa significa essere permalosi

Ognuno di noi tende a proteggere la propria autostima cercando di mantenere una buona immagine di sé, fattore questo, essenziale e “vitale” per ogni essere umano. In alcuni casi però questo sano meccanismo sembra attivarsi in modo eccessivo o ingiustificato quando anche una minima critica fa scattare sulla difensiva e non si è in grado di apprezzare i feedback costruttivi o di minimizzare quelli dannosi senza sentirsi messi in discussione come persone.  

 

Essere permalosi è un aspetto caratteriale che può essere “ammorbidito” dando il giusto peso alle cose e imparando a fare dell’autoironia.

 

Permalosi o semplicemente imperfetti?

Nessuno è perfetto, ma chi tende a sentirsi immancabilmente ferito e mortificato dalle critiche altrui sembra aver difficoltà a ricordarsene; essere permalosi rivela in qualche modo la difficoltà a fare i conti con i propri difetti e a ridimensionare il peso dei propri errori. Essere permalosi, in altre parole, attiene molto di più a sé stessi che agli altri: siamo noi per primi che, inconsapevolmente, sembriamo attribuire un giudizio sul nostro comportamento e a interpretare le critiche altrui di conseguenza.

 

Il legame tra immagine corporea e autostima

 

Attribuzione globale o specifica ai propri insuccessi

In psicologia cognitiva si intende per processo di attribuzione quel meccanismo mentale in base al quale possiamo attribuire un peso “globale” o più “specifico” alle conseguenze dei nostri comportamenti in termini di successi o insuccessi.

 

Nel primo caso, che è spesso quello di coloro che hanno fama di essere permalosi, la persona opera, senza rendersene contro, un’eccessiva identificazione fra sé e l’oggetto della propria condotta i cui risultati verranno interpretati come conferme o disconferme della propria bontà o capacità come persona in generale. 

 

Ecco quindi che una qualsiasi critica, anche la più costruttiva, verrà facilmente vissuta come un giudizio di valore globale su sé stessi, non come un semplice feedback su un aspetto specifico del proprio comportamento. Essere permalosi rischia allora di avere un effetto “paralizzante” che impedisce di ascoltare gli altri e di prendere spunti per migliorare.

 

Imparare dalle critiche e dai propri errori

Ben diverso è riuscire a porre attenzione su ciò che è stato fatto, utilizzando anche le restituzioni e le osservazioni di altri per valutarne i risultati e riuscire ad “aggiustare il tiro” senza per questo sentirsi sminuiti nella propria autostima. I suggerimenti e le critiche altrui, quando espressi costruttivamente, aiutano a crescere e a considerare le cose da punti di vista meno “egocentrici” del nostro migliorando le proprie idee e alimentando il pensiero creativo.

 

Essere meno permalosi con l’autoironia

Si può imparare ad essere meno permalosi e ad accettare le critiche degli altri senza che questo risulti una penosa tortura? La strada maestra è l’autoironia: imparare a sorridere di sé stessi, dei propri difetti e contraddizioni (e, perché no, del fatto stesso di essere permalosi) aiuta a creare una giusta distanza da cui poter valutare il reale peso dei propri comportamenti, ridimensionandone la portata e simpatizzando anche un po’ con le proprie imperfezioni.

 

Come imparare a fare critiche costruttive?