Psicologia archetipica

PSICOLOGIA ARCHETIPICA

 

Psicologia archetipica: in teoria


La psicologia archetipica, o “archetipale”, è una particolare scuola di psicologia analitica elaborata dallo psicoanalista junghiano e filosofo James Hillman (1929) e divulgata nel 1960 con il suo primo bestseller, Emotion.

La novità del punto di vista di Hillman è l’idea che lo scenario dell'intervento psicologico non possa più essere solo quello del terapeuta di fronte al paziente: per lui è necessario che la psicologia diventi una terapia delle idee, e non più solo di singole persone. Nelle parole di Hillman, "la terapia non è solo qualcosa che gli analisti fanno ai pazienti, ma anche un processo che si svolge in modo intermittente nella nostra individuale esplorazione dell'anima, negli sforzi per capire le nostre complessità... nella misura in cui siamo impegnati a fare anima, siamo tutti, ininterrottamente, in terapia."

Quindi non più l'individuo e i suoi problemi, sia pure all'interno di un "inconscio collettivo" (Jung), ma l'individuo e il mondo, con problemi che sono in primo luogo del mondo. La singola persona riesce forse ad attutire, se non a eliminare, i suoi problemi personali interessandosi del mondo in cui vive, guardando fuori di sé. L'uomo però non deve subire i problemi del mondo, assumendoli dentro di sé come irreparabili, ma deve partecipare alla loro soluzione aprendosi all'esterno, uscendo da sé, mettendosi in relazione con gli altri.
Dice Hillman: "La psiche non è nel corpo, dentro la pelle, come ha sempre voluto il pensiero occidentale, in un orientamento soggettivo, personalistico. È il nostro corpo a trovarsi dentro l'anima, cioè è la psiche che comprende il corpo. Il rapporto psichico non è solo tra due persone, ma tra le persone e tutte le cose. Se parliamo dell'uomo, non possiamo dimenticarci delle cose in cui si esprime, architettura, traffico, pittura, letteratura, politica, agricoltura, ambiente, eccetera: insomma la psiche nel mondo. Questo è il cambiamento radicale”.

E ogni forma espressiva, ogni emozione umana si manifesta in simboli che pre-esistono alla psiche individuale, e che la organizzano: gli archetipi. Gli archetipi (nozione già adottata da Jung) sono pure forme condivise da tutta l'umanità, sedimentate nell'inconscio collettivo di tutti i popoli, senza alcuna distinzione di luogo e di tempo. Sono le radici dell'anima che governano le prospettive attraverso cui vediamo noi stessi e il mondo.

 

Psicologia archetipica: in pratica


Come detto, in psicologia archetipica si curano le idee: “Si cerca di fare in modo che il paziente sia meno narcisista, cominci a guardare fuori di sé, non solo dentro di sé, rendendosi conto che è malato anche il mondo con corruzione, malgoverno, inquinamento, e che quindi va salvato il mondo per salvare se stessi".

La terapia consiste nel ricondurre i sentimenti personali alle immagini specifiche che li contengono, ovvero agli archetipi corrispondenti. Una terapia riuscita, per Hillman, è una collaborazione tra narrazioni, una re-visione della storia in una trama più intelligente, più immaginativa, che implichi altresì il senso del mythos in ogni parte della storia. Un caso clinico di guarigione attraverso il mito portato ad esempio da Hillman: “Un padre e un figlio. Al padre piacerebbe aiutare il figlio, ma ogni volta che il figlio fa un passo nel mondo il padre ci trova qualcosa di sbagliato. È più forte di lui. Ora, se si è al corrente del mito di Crono e si sa che il padre divorerà comunque e sempre suo figlio, il padre è in grado di pensare e dire al figlio: ‘Sai, mi comporterò sempre così con te, proprio come tu vorrai sempre uccidermi, come Zeus ha ucciso Crono. Tu cercherai di uccidermi e io cercherò di divorarti e questo è un dato di fatto nelle nostre vite. Ora, vediamo che cosa possiamo farci’. Così, anziché combattersi l'un l'altro, i due diventano solidali nel mito.

 

Psicologia archetipica: per chi e per quali problematiche


Come ogni psicoterapia di matrice analitica, la psicologia archetipica si rivolge prevalentemente ai casi patologici lievi in cui il “paziente” desideri un aiuto nel proprio percorso di “individuazione” (autorealizzazione nel senso più pieno). Qusto particolare tipo di analisi è particolarmente indicata per chi si sia “auto-involuto”, ovvero sia a un punto della vita in cui non riesce più a uscire dalla prospettiva del proprio ombelico.

 

Psicologia archetipica: certificazioni e deontologia


L'esercizio di ogni tipo di attività psicoterapeutica – come indicato nel punto 3 della legge Ordinamento della professione di psicologo – è subordinato a una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione almeno quadriennali che prevedano adeguata formazione e addestramento in psicoterapia presso scuole di specializzazione universitaria o istituti riconosciuti dal MIUR.

In deroga a quanto previsto dalla succitata norma, il medico specialista in psichiatria o in neuropsichiatria è autorizzato all’esercizio della psicoterapia anche senza aver frequentato la scuola di specializzazione in psicoterapia.

 

Psicologia archetipica: organizzazioni italiane e internazionali

 


La risorsa in più – James Hillman, intervistato, cita gli haiku (forma poetica giapponese caratterizzata da tre versi di 5-7-5 sillabe): dice che per la cultura giapponese “la psiche è nel mondo” e così “la loro poesia haiku non parla di un ‘me’, della ‘psiche’, come facciamo in psicologia, ma parlano di un ciliegio, di un fiore che cade...”, ovvero i giapponesi usano esprimere le proprie emozioni come emozioni del mondo.

Un haiku del poeta e pittore Kobayashi Issa:
Meraviglioso
scorger tra le fessure
il firmamento