Il significato psicologico del Rosso

Stimolazione, eccitazione, attivazione fisica e mentale. Sono i principali effetti del rosso, un colore il cui significato psicologico è spesso quello di reagire alle avversità per il raggiungimento degli obiettivi.

Significato psicologico del rosso

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Il significato psicologico del rosso è strettamene connesso ai suoi effetti fisiologici: il rosso stimola l’attivazione di corpo e mente, induce all’azione, alla ricerca del successo e al soddisfacimento del desiderio. Il rosso è passione, vitalità, entusiasmo. 

 

È il colore di chi raccoglie le sfide senza lasciarsi ostacolare dalle difficoltà, né dai giudizi o pregiudizi altrui. Come ogni cosa però, deve essere in equilibrio con le altre “sfumature” della personalità. 

 

Il significato dei colori

Max Luscher è stato il pioniere della psicologia dei colori evidenziandone proprietà psicofisiologiche e elementi per una diagnostica della personalità basata proprio sul “significato dell’arcobaleno” cioè sulla preferenza o rifiuto dei vari colori. 

 

Ogni colore che percepiamo, infatti, attiva in noi reazioni psicofisiche peculiari e universali, costanti nel tempo e indipendenti dalla cultura a cui apparteniamo.

 

A livello culturale e individuale possiamo avere personali preferenze o assegnare determinati significati ai vari colori (si pensi a quelli funerari ad esempio o a quelli utilizzati in altre cerimonie come i matrimoni). Tutti noi, infatti, esprimiamo atteggiamenti diversi verso i vari colori, in relazione sia ai nostri gusti personali che ai significati culturali associati ad essi.

 

A questi significati soggettivi – ovvero gli stati d’animo e gli atteggiamenti assunti nei confronti di un determinato colore – si affiancano i significati oggettivi: cioè le reazioni sensoriali e emozionali che una data tonalità cromatica suscita in ognuno di noi, in maniera per lo più inconsapevole e trasversalmente alle nostre differenze personali e culturali.

 

Le proprietà psicofisiche del colore rosso, come spiegheremo a breve, sono dunque universalmente valide per tutti, a prescindere dalla posizione soggettiva (gradevolezza/sgradevolezza, predilezione/rifiuto, valutazione estetica ecc.) che ognuno di noi assume rispetto ad esso. Questo fa sì che il significato psicologico del rosso derivi da questa matrice universale per assumere poi significati differenti nella psiche di ognuno di noi.
 

Il rosso Lüscher: effetti sulla mente

Il rosso Lüscher – quello utilizzato per l’omonimo test psicologico – è una tonalità di rosso aranciata, quella che più si presta a sollecitare le componenti “calde” ed eccitatorie di questa variante cromatica. 

 

Le proprietà del colore rosso sono anzitutto stimolanti sia a livello fisico (accelerazione del respiro e del battito cardiaco ad esempio) che psicologico. Il rosso è energia protesa alla meta, vitalità, entusiasmo e consapevolezza del proprio valore. Gli effetti sulla mente di questa tonalità cromatica sono infatti di tipo eccitatorio, dinamico ed energizzante.

 

Coloro che esprimono una preferenza per questo colore, infatti, esprimono un’attivazione fisica e mentale verso la conquista sia passionale (è il colore dell’erotismo e dell’eccitazione sessuale) che motivazionale volta all’utilizzo della forza di volontà per superare ostacoli e raggiungere i propri obiettivi. Il significato psicologico del rosso si associa dunque anche ad un’alta sicurezza in sé stessi e fiducia nelle proprie capacità.
 

Preferenza e rifiuto del rosso

Se al rosso viene accordata una preferenza in un buon equilibrio con gli altri colori, questo implica che la persona sta perseguendo in modo soddisfacente i propri obiettivi, con la giusta dose di “passionalità” e determinazione.

Alcune persone, stabilmente o in certi momenti della vita, esprimono invece una certa avversione per il rosso (sono i casi in cui al test di Luscher questo colore viene sistematicamente scartato) percependo la sua spinta psicofisiologica “attivante” come una minaccia piuttosto che una risorsa. 

 

Questo atteggiamento può esprimere una, spesso inconsapevole, debolezza/vulnerabilità interna propria, ad esempio, di coloro che reagiscono con eccessiva reattività agli eventi (come le personalità di tipo A) e vivono una conseguente fase di esaurimento. 

 

Più in generale, una significativa avversione per il rosso indica che la persona percepisce gli stimoli, sia esterni che interni, come “fuori controllo” e rischia di essere sopraffatta sia dagli eventi che dalle emozioni da essi suscitate. In casi come questi si riscontra una condizione di disregolazione emotiva (proprio nel senso psico-biologico di tale costrutto) dove l’espressione emotiva può risultare o inibita – esprimendosi attraverso il canale corporeo di sintomi e malattie psicosomatiche - o disregolata “in eccesso” prendendo il sopravvento sulla persona stessa.

 

In tali circostanze, affinché il rosso possa tornare a brillare in armonia nella tavolozza emozionale della persone è necessario che questa, anche attraverso un percorso psicologico, ritrovi (o costruisca) una più funzionale capacità di regolare gli affetti, gestire le emozioni e utilizzarle come guida per il pensiero e l’azione.