Social network e disperato bisogno di un pubblico

Essere famosi sui social, avere tanti like e condivisioni. Tutto molto bello finché non rivela un disperato bisogno di avere un pubblico.

Social network e disperato bisogno di un pubblico

 

I social network hanno modificato la vita dell’intera umanità e la quotidianità delle persone. Tantissimi sono gli individui che ogni istante condividono post, mettono dei like, pubblicano foto o semplicemente “sbirciano” ciò che fanno i propri contatti. Alcune ricerche mostrano dati allarmanti come il fatto che mediamente si stima che un adulto passi circa sei ore al giorno nel web tra la visione di video, la ricerca di informazioni, la risposta alle mail e la navigazione sui social.

Come è possibile? Se ognuno si fermasse a pensare quante volte al giorno apre l’app di Facebook, Instagram, quella di internet e anche Whatsapp, e così via… forse si renderebbe conto di non essere tanto lontano dalla media.

Le cause? Tante, molteplici e spesso non facilmente definite, alcune sono motivazioni lavorative, altre personali, altre ancora sociali... Una fra tutte il disperato bisogno, spesso non consapevole, di avere un pubblico

 

Perché serve un pubblico?

La fama, il successo e il seguito sono cose che fanno piacere a tutti. Essere al centro dell’attenzione anche per i pochi istanti di un like o visibilità del proprio post, dona la sensazione di essere riconosciuti, apprezzati e visti da altri

A livello lavorativo questo è impostante perché implica la diffusione della propria idea, dei propri prodotti e servizi, incrementando la mole di persone che conoscono chi sei e cosa fai e magari i contatti, le collaborazioni e la vendita. I social oggi sono infatti un ottimo mezzo per farsi pubblicità e arricchire la propria cerchia lavorativa e produttiva. Questo è vero a molti livelli e in molte tipologie di prestazione.

Quello che un tempo era svolto dai soli manifesti, dalla pubblicità in televisione o alla radio, oggi è arricchito dal post sul web, che è maggiormente e più frequentemente visto, di facile accesso ai molti e soprattutto condivisibile ed estendibile.

L’avere un pubblico crea notorietà e questa incrementa anche il fatto che altri parlino di te, diffondano la tua professionalità e indirettamente ti “aiutino” a migliorare il tuo lavoro e non solo.

Tuttavia, non è oro tutto quello che luccica: il pubblico può anche remare contro, diffondere diffamazione, idee false o mostrare i lati peggiori e controproducenti. Basta pensare alle recensioni che spesso sono elementi importanti nella scelta di una o altra possibilità.  

 

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Autostima ed egocentrismo

Il bisogno di pubblico collima con il desiderio di ricevere approvazione e stima, arricchendo l’immagine che ognuno ha di se stesso. La popolarità sembra, infatti avere effetti sull’autostima ovvero sulla considerazione che un individuo ha di se stesso, l’immagine che si crea che, inevitabilmente, risente anche di quella creata e riconosciuta dagli altri. Il giudizio positivo o negativo altrui infatti ha, specialmente per alcune persone, un peso importante nel determinare la considerazione di se stessi, delle proprie capacità e abilità. Anche una piccola ricompensa può essere importante e aumentare la fiducia in se stessi, seppur sia qualcosa di labile e poco duraturo nel tempo.

Tuttavia, in alcuni casi la fama soddisfa quel fondamento egocentrico dove l’essere al centro dell’attenzione e il continuo contatto con gli altri nel web diviene la base fondante della propria esistenza, nascondendo talvolta una grande fragilità interiori, che sui social può essere nascosta e celata. L’individuo cerca continue conferme sulla sua identità dal mondo esterno, attraverso il proprio comportamento nel web.


Superare la solitudine

In una società dove si ha sempre meno tempo per svaghi, serate con gli amici, momenti con i propri cari e dove le relazioni sono sempre più fragili, meno profonde e spesso mediate dalla tecnologia, l’avere un pubblico e tanti “amici” sui social, può ridurre il senso di profonda solitudine vissuto da tanti.

La solitudine spesso spaventa perché “obbliga” a entrare in contatto con il sé più profondo, fermarsi a riflettere e pensare, non riuscendo spesso a sopportarlo. La ricerca dell’altro quindi, sia esso reale o virtuale, dona da un lato quel senso di appartenenza, accoglienza e accettazione di cui si ha bisogno e dall’altro riduce la sensazione di essere soli. Non importa se le relazioni sono solo sui social, se non ci sono scambi diretti e confronti reali, l’importante è avere dei contatti che possano anche se per poco soddisfare un bisogno di essere in relazione con qualcuno, creando spesso la sensazione di “avere tantissimi amici”.

In realtà il pubblico sui social ha un grande potere in questo, tuttavia sarebbe poi importante arricchire le relazioni con incontri reali, condividere esperienze e pensieri al di là dello schermo arricchendo l’effetto dei social e sicuramente migliorare la realtà relazionale. 

 

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