I like su facebook e gli effetti sul cervello degli adolescenti

Genitori preoccupati dalle Nuove Tecnologie? Forse questo articoli vi farà sembrare la vostra adolescenza più simile a quella dei vostri figli, sebbene si parli dell’effetto dei Like di face book sul cervello.

I like su facebook e gli effetti sul cervello degli adolescenti

Gli adolescenti sono problematici per natura e i genitori odierni devono affrontare anche la doppia sfida tra reale e virtuale.

Il rapporto tra adolescenti e Nuove Tecnologie è molto stretto:

  • Il cellulare come accessorio privato ed estensione della propria individualità
  • L’accesso totale a materiale non sempre consono all’età
  • Il problema della ricerca delle informazioni
  • La reale o supposta dipendenza da social network e facebook.

Ma si tratta di paure infondate o le ripercussioni sono concrete? Intanto vediamo se esiste realmente un effetto dei like di Facebook sul cervello degli adolescenti.

 

La ricerca sui Like e il cervello degli adolescenti

Il like di Facebook è uno strumento potente ai nostri giorni, sia da un punto di vista relazionale, sia per il marketing. Chi lo avrebbe mai detto che avrebbe destato l’interesse dei neurologi?

L’Università della California ha testato l’effetto sul cervello degli adolescenti mentre navigavano su Facebook e Instagram. A 32 adolescenti sono state mostrate una serie di immagini (148) tra cui anche una quarantina di loro post con tanto di Like ricevuti mentre venivano monitorati con una Risonanza Magnetica.

Il cervello registrava un elevato livello di attività quando i ragazzi guardavano i propri post con un alto numero di Like; in modo particolare i ricercatori hanno accertato che venivano avviate quelle aree, molto attive durante l’adolescenza, che hanno a che fare con il piacere e la risata.

Secondo i ricercatori il Like funziona da conferma da parte del gruppo dei pari: l’adolescente, che ha tanto a cuore l’opinione degli amici, considera il segnale di Facebook come una valutazione positiva: all’aumentare dei like, l’attivazione cresce.

 

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Facebook: problema reale o virtuale?

I risultati di questa ricerca sono davvero interessanti da un punto di vista psicologico e di educazione digitale.

La prima considerazione da fare è che gli adolescenti sono sempre loro sia fuori, sia dentro lo schermo. Ciò che li attiva non è la tecnologia in sé, ma l’approvazione di coloro che sono importanti in questo momento della crescita: i pari. Da questo punto di vista non cambia molto rispetto a quello che in gioventù ognuno di noi ha anelato: la popolarità.

Facebook, inoltre, dimostra di essere un ambiente davvero molto concreto e reale; cioè non si può ignorare l’importanza dei segnali sociali che provengono anche dagli ambienti mediati. Da qui le considerazioni più pedagogiche: impostare un’educazione digitale volta solo alla costruzione di barriere soprattutto in questa età diventa poco efficace.

Sarebbe sempre meglio aiutare i figli ad interpretare questi segnali dando loro una corretta dimensione: un basso numero di like non è una disconferma al sé, ma anche semplicemente al post che potrebbe essere stato già visto oppure sommerso dalla valanga degli aggiornamenti o da regole nebulose da deputarsi all’algoritmo.

A tal proposito occorre ricordare che ogni gruppo di età ha il suo ambiente digitale preferito. Genitori non accontentatevi di quello che conoscete voi, ma cercate di scoprire le tendenze. Un suggerimento: snapchat!

 

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