Violenza psicologica: i serial killer dell'anima

I "manipolatori dell'anima", serial killer che maltrattano persone non solo fisicamente ma soprattutto psicologicamente: chi sono e come si possono riconoscere? E come è possibile sfuggire alle loro molestie e umiliazioni? Cinzia Mammoliti nel suo libro I serial killer dell'anima fornisce in maniera diretta e chiara gli strumenti per combattere la violenza psicologica

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Cinzia Mammoliti, laureata in Giurisprudenza con specializzazione in Criminologia, è da sempre impegnata nella prevenzione della violenza psicologica, della manipolazione relazionale, dello stalking e del mobbing. L'abbiamo intervistata sul tema molto dibattuto e attuale che affronta nel suo libro I serial killer dell'anima: quello di persone, soprattutto donne, vittime di umiliazioni, molestie e violenze da parte di persecutori da cui non riescono a fuggire.

 

Chi sono i serial killer dell’anima? Da dove nasce l’idea di questo libro?

I serial killer dell'anima sono uomini e donne, anche se mi sono concentrata più sui primi, che come gli assassini seriali passano da una persona all'altra per annientarla. Parlo in particolare di un annientamento psicologico che consiste nella sottrazione di energie positive attraverso una comunicazione aggressiva che si sostanzia in umiliazioni, denigrazioni e privazioni.

Ho scritto tempo fa un progetto in materia di manipolazione relazionale individuando nella stessa la fase preparatoria per l'abuso psicologico. Attraverso corsi, seminari e conferenze ho girato l'Italia per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa dinamica relazionale complessa e ho rilevato un grande bisogno di parlarne perchè le vittime sono numerosissime e uno dei principali problemi consiste nella mancaza di indicatori per riconoscere il fenomeno. Da questa esperienza principalmente deriva l'idea del mio libro.

 

I maltrattamenti subiti dalle donne sono ormai sempre più presenti sulle pagine di cronaca: come mai secondo lei fenomeni come lo stalking o i cosiddetti “omicidi passionali” sono in aumento?

Le cause sono molteplici ma tutte fondamentalmente riportabili, a mio parere, a una perdita di controllo, da parte dell'uomo, nei confronti di un genenere femminile sempre più autonomo e complesso. La perdita di controllo genera paura e senso di inadeguatezza e la violenza trova, in tale contesto, terreno fertile. Individualismo, egoismo e narcisismo fanno poi da cornice a un sistema sempre più improntato sulla mancanza di valori e di rispetto verso se stessi e il prossimo.

 

Quali sono i segnali per imparare a riconoscere una relazione basata sulla violenza psicologica?

Purtroppo accade spesso che i segnali si riconoscano a posteriori perché i serial killer dei quali parlo hanno la capacità di mimetizzarsi e nascondersi dietro a maschere che di volta in volta indossano per adescare le vittime. Credo molto nell'intuito e nell'intelligenza istintiva, quella che ci porta a diffidare di una persona a pelle al primo contatto. Dai numerosi racconti di vittime e in base alle mie esperienze personali ho appreso che un manipolatore relazionale, che prima o poi diverrà un abusante psicologico, presenta incongruenze, contraddizioni e dicotomie alle quali nella fase iniziale del rapporto si tende a non prestare attenzione. E' importante tenere azionato il proprio sistema d'allarme interno che ci mette in guardia dalle persone pericolose. C'è un pericolo non appena si avverte un disagio e un bisogno di approvazione e consenso da parte di qualcuno per stare bene.

 

Perché secondo lei le vittime dei manipolatori non riescono a reagire denunciando chi fa loro del male?

Il manipolatore è come l'incantatore di serpenti. Seduce, ipnotizza, crea dipendenza e gioca sulle principali leve emozionali dell'essere umano: senso di colpa e paura. La sua violenza poi è caratterizzata dall'intermittenza nel senso che alterna momenti di abuso a momenti di dolcezza che portano la vittima a illudersi di poter cambiare la situazione e l'abusante. Ma le persone non si possono cambiare e sarà allora la vittima che continuerà a cambiare cercando modi sempre diversi per poter sopportare un rapporto disfunzionale nell'illusione di poterlo trasformare.

 

Quanto è importante per la nostra crescita personale vivere un rapporto d’amore sano ed equilibrato?

Per la nostra crescita personale è innanzitutto importante a mio parere imparare a vivere un rapporto d'amore sano ed equilibrato con se stessi. E' importante conoscere i propri punti di forza e debolezza, conocere i propri limiti e non permettere a nessuno di oltrepassarli. Solo partendo da questa base è possibile contemplare una relazione sana con un'altra persona. Incontrarsi oggi non è facile. Troppa superficialità, paure, ostacoli, occasioni alternative, immaturità emotiva. Se capita è una fortuna ma se non capita si può serenamente vivere un rapporto d'amore con se stessi.

 

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