Gaslighting e violenza psicologica

Il Gaslighting è una forma di violenza psicologica, in cui l’aggressore pone progressivamente in dubbio la correttezza delle percezioni della vittima fino a renderla insicura della correttezza del suo esame di realtà e dei suoi processi di pensiero annullandone il senso di responsabilità e di efficacia. Sembra roba da aguzzini sofisticati, è invece un fenomeno più diffuso di quanto si pensi.

Gaslighting e violenza psicologica

Gaslighting è un termine coniato dal titolo dell’opera teatrale Gas light del 1938 di cui vennero fatti successivi adattamenti cinematografici fra cui quello di Alfred Hitchcock con Rebecca, la prima moglie (1940).

La trama narra della manipolazione psicologica che un marito fa sulla moglie operando una serie di piccoli mutamenti nell’ambiente domestico puntualmente da lui stesso disconfermati nel momento in cui la moglie inizia a rendersene conto.

Uno di questi, che dà il titolo all’opera, è il progressivo affievolimento delle luci a gas che la donna nota correttamente dopo poco tempo, ma che il marito nega con convinzione mettendo in dubbio la corretta capacità di giudizio di lei e convincendola di essere pazza.

Il Gaslighting esemplifica una forma di violenza psicologica che seppur con tratti meno romanzati e filmici, può essere purtroppo diffusa, specie nelle relazioni fra coniugi o parenti stretti.

 

Gaslighting e manipolazione mentale

Il Gaslighting può essere considerata una tecnica di manipolazione mentale basata su messaggi svalutanti e puntuali disconferme delle percezioni della vittima anche a dispetto delle evidenze.

Giacché questo meccanismo viene perpetrato per lungo tempo all’interno di relazioni intime (coniugi, genitori e figli ecc.) può arrivare ad avere effetti realmente devastanti per la vittima e destabilizzanti per la sua salute psicologica.

Dopo una prima fase di confusione, in cui la vittima si sente disorientata dalle comunicazioni distorte e incoerenti dell’altro; la vittima tenta il dialogo a difesa della delle proprie convinzioni cercando di persuadere il suo abusatore che ciò che sostiene corrisponde a verità.

Caduto nel vuoto ogni tentativo, la vittima inizierà a dubitare delle proprie capacità arrivando a convincersi che quanto sostiene l’abusante corrisponda a verità e che sia lei nel torto.

È a questo punto che la vittima ha perso la propria autonomia di giudizio e rischia di sprofondare effettivamente del disagio psicologico o psichiatrico, come conseguenza delle violenze subite.


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Gaslighting e relazioni di coppia

Il Gaslighting può essere rintracciato nei comportamenti manipolatori di molti sociopatici (Stout, 2005), negli abusi che sostanziano alcune relazioni di coppia (Jacobson e Gottman, 1998) così come in alcune dinamiche di tipo familiare.

Messaggi come: “Ma non ti ricordi? Ma se me l’hai detto proprio tu!”, “Questo non me lo hai mai detto! Te lo sarai immaginato!”, “Sbagli sempre tutto! Fai solo disastri!”, “Le tue amiche sono insignificanti, proprio come te!”, “Se ti lascio rimarrai sola per tutta la vita!”, “Tu non sei nessuno!” sono alcuni esempi delle comunicazioni svalutanti che possono sostanziare una relazione violenta dove l’abusatore, nel tentativo di mantenere il possesso e la sottomissione della vittima, mette in dubbio la sua autonoma capacità di giudizio.

 

Gaslighting e dinamiche familiari

Il meccanismo del Gaslighting è affine, per alcuni versi, anche ad alcune forme di comunicazione patologica che si riscontrano spesso nelle famiglie dove c’è un membro psicotico o comunque con una patologia psichiatrica importante che si scopre, sovente, essere inconsapevolmente mantenuta dall’intero sistema familiare.

Non si sta parlando di un comportamento violento consapevole o deliberato, ma di una dinamica del tutto inconscia, per quanto patologica, che può sostanziare il rapporto genitore-figlio là dove la patologia di quest’ultimo esprime più propriamente la patologia e il disagio dell’intero sistema familiare, spesso incapace di affrontare i cambiamenti e i processi di crescita e di svincolo dei suoi membri.

Queste forme di comunicazioni paradossali si attuano spesso con meccanismi fenomenologcamente affini alla modalità di funzionamento del Gaslighting.

Le percezioni e le comunicazioni di un figlio possono venir disconfermate dal genitore, anche a dispetto delle evidenze, e in maniera così sistematica e pervasiva da far dubitare affettivamente quest’ultimo della correttezza del suo esame di realtà.

Il Gaslighting descrive in senso stretto un comportamento di violenza e abuso più deliberato e cosciente ma, tale meccanismo, può essere più generalmente rintracciato in altre tipologie di relazioni intime agite spesso in modalità non del tutto consapevoli o deliberate.

 

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