Viviamo nell’era del cuore: nelle relazioni generiamo valore. Intervista a Luca Mazzucchelli

Nel suo ultimo libro lo psicoterapeuta e coach ci invita ad ascoltare le emozioni perché qui risiede la nostra opportunità di cambiamento.

Luca Mazzucchelli

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©Fb Luca Mazzucchelli - Psicologo

Quando anche abbiamo creduto che con le nostre idee brillanti o che con lo studio arduo per una posizione sociale ambiziosa avremmo smesso di faticare, non abbiamo fatto i conti con lo sforzo che ancora ci scomoda: l’impegno di abbattere il muro che non ci permette di entrare in contatto con le emozioni.

 

Stiamo vivendo nell’era del cuore secondo lo psicoterapeuta e coach Luca Mazzucchelli, un luogo che consideravamo inatteso, è tappa necessaria nella vita di chiunque voglia lavorare per generare valore.

 

Sostenitore di una psicologia in movimento, Mazzucchelli è un punto di riferimento in Italia sui temi della crescita personale e del benessere psicologico: le piattaforme web sono veri e propri luoghi di “incontro” con moltissime persone. Nello specifico il canale YouTube “Psicologia con Luca Mazzucchelli” conta oltre 2,5 milioni di visualizzazioni all’anno e i suoi followers sui social sono più di 450.000. 

 

Il talent show X Factor lo ha coinvolto nel 2019 come mental coach per aiutare i concorrenti a far emergere il loro potenziale e talento. Nel 2019 ha pubblicato per Giunti Fattore 1%. Piccole abitudini per grandi risultati, un successo editoriale.

 

La pandemia da Covid-19 ha soltanto accelerato un processo che era già ineluttabile: dobbiamo imparare a compiere lo sforzo emotivo. Ne “L’era del cuore. Come trovare il coraggio di essere felici”, pubblicato nel 2020 per Giunti, l’autore accorcia le distanze tra terapeuta e paziente, l’amicizia col lettore dà accesso a una via confidenziale di condividere fatiche e suggerimenti. 

 

Ed è così che attraverso il racconto della propria esperienza, Mazzucchelli non fatica a dimostrare che essere è più importante di avere; dare vale più che ricevere; lavorare su sé stessi con impegno, passione e fiducia diventa un’abitudine vincente. Nell’era del cuore il lavoro duro è avere coraggio. E la parola chiave è solo una: amore. Ne parliamo insieme. 

 

L’era del cuore è un tempo personale, un momento storico o un’età anagrafica più specifica, legata alle scelte di vita?

L’era del cuore potrebbe essere tutti e tre. Nel libro ne parlo come di un’era storica: ogni epoca storica ha avuto una attività, un "lavoro duro" capace di generare valore, non valore economico necessariamente. Agli esordi era l'era del corpo, del lavoro fisico, tanto eri forte, tanto più generavi valore perché aravi il campo anche in condizioni avverse raccogliendo i frutti migliori. In combattimento vinceva il più forte. 

 

Al lavoro duro del corpo ha iniziato a subentrare quello della mente: lo sforzo mentale, le idee brillanti e l’organizzazione delle persone ha permesso di creare valore ma adesso siamo all'alba di una nuova era: nell’era del cuore il lavoro duro cambia ancora. E’ il sacrificio emotivo a fare la differenza, sono le azioni capaci di entrare in contatto con le emozioni: non procrastinare, ad esempio, ma prendere decisioni, chiarire un equivoco, sentire l’altro. 

 

Non servono i muscoli e neanche la strategia, è lavoro di empatia, di ascolto, è tempo di intelligenza emotiva ed educazione affettiva. Avere coraggio, com’è nell’etimologia del termine, è avere cuore. 

 

Il coach è un allenatore e il terapeuta rivela sé stesso a piccole dosi. In questo libro invece c’è tanta esperienza personale: parli delicatamente del lavoro con i minori di una periferia di Milano. Come mai?

Ci sono momenti in cui il terapeuta può “aprire il suo diario” e decidere che sia il momento di condividere, se opportunamente inserito nel contesto terapeutico, un aneddoto della propria vita. Questo può avere un significato per il paziente e più in generale raccontare la propria storia può avere un effetto a specchio ed essere illuminante per l’altro. 

 

L'era del cuore è una terapia al contrario, il terapeuta non ascolta le storie del paziente ma si mostra con i propri punti di forza e la propria vulnerabilità, con la speranza di dare una testimonianza. Nell'era del cuore vince l'autenticità: siamo sempre perfettibili e mostrare le vulnerabilità è creare connessioni con gli altri, cui diventiamo più simili.

Negli anni ho realizzato oltre 800 video ed è stato un percorso di autosviluppo perché mi ha permesso di studiare, approfondire, migliorarmi. Come psicoterapeuta seguivo più le dinamiche psicologiche e relazionali e anche quando mi sono spostato sul coaching è evoluto il mio percorso di cambiamento. 

 

Nei quattro anni di attività con i ragazzini rom e della periferia di Milano ho capito l'importanza della psicologia in movimento. In quella esperienza sono diventato ricco, pur prendendo sputi in faccia, ricevendo minacce. Raccontare di me, delle mie paure di allora, anche degli sbagli e dell’incredibile forza di quegli anni intensi mi permette di condividere con il lettore di come è stando nella paura che si impara il coraggio, stando nella tristezza s’impara la riflessività, ascoltando la rabbia si esprime la grinta. Soprattutto con quei ragazzi ero obbligato a stare nelle emozioni: sono ancora grato a quell’imprinting per la mia vita.

 

Ancora, buoni libri e buone frequentazioni, io ci credo: non necessariamente sono le relazioni terapeutiche a generare confronti positivi: nel libro parlo di 4 miei mentori e uno solo è psicologo. La psicologia non ha il copyright sulla parola "cambiamento". Sono uno psicologo, ma senza presunzione che la psicologia sia l'unica strada.

 

Il confronto con chi la pensa diversamente da noi è spesso maestro di miglioramento. Anche i libri che consiglio all’interno del testo non sono stati scritti tutti da psicologi. 

 

Che ruolo occupa la spiritualità in questo percorso? Non ne parli esplicitamente

Per spiritualità dobbiamo intenderci sul significato: c';è molto di spirituale quando ci impegniamo nel cercare un significato, cercare un senso di quello che stiamo vivendo. Entrare in contatto coi propri valori ha molto di spirituale così come trovare la propria missione e il mettersi a servizio

 

Io parlo della fede, ancora, quando mi riferisco a quell’avere fiducia in quello che ancora non c'è. Io, ad esempio, sono sicuro che nel mio cammino vorrò continuare impegnarmi per aiutare gli altri, lo faccio attingendo alla psicologia, ma sapendo che ci sono strade e opportunità diverse, non si sbaglia se si tiene fede ai propri valori. 

 

Sai già cosa farà seguito all’era del cuore?

Con mia moglie, che è molto brava con gli albi illustrati ed è influencer nel campo dei diritti all’infanzia, stiamo lavorando a una serie di albi illustrati, “Serenamente”, in cui rispondiamo alla domanda Come spiegare la psicologia a mio figlio? (Luca Mazzucchelli è padre di 3 figli, ndr). 

 

In questo progetto pensiamo che anche i bambini siano pronti all’era del cuore e vogliamo gettare semi di crescita personale affrontando temi legati alla sfera delle emozioni, idee mentali positive che, se coltivate, permetteranno ai piccoli di crescere più sereni. Le idee presentate anche grazie allo strumento della favola sono supportate scientificamente. E’ un progetto in cui credo molto.