Conoscere, amare, guarire il proprio bambino interiore

Ciascuno di noi convive con un bambino interiore: non sono solo i ricordi dell'infanzia, ma esperienze, vissuti ed emozioni che chiedono all'adulto di oggi di essere ascoltati (e guariti).

bambino-interiore

Credit foto
©aniwhite / 123rf.com

 

Ognuno di noi è stato un bambino o bambina con vissuti, emozioni, esperienze, pensieri e situazioni vissute. Tutte queste hanno in qualche modo, nel bene o nel male, più o meno, segnato la crescita e portato ad essere gli adulti di oggi. Potremmo catalogare tutto quel trascorso dentro il grande contenitore dei ricordi. Ma c'è dell'altro. Non è solo memoria


Tuttavia, quel bambino o quella bambina rimane in ognuno di noi, proprio per le esperienze, i ricordi e tutte le sensazioni a essi collegate che segnano inevitabilmente la vita di tutti i giorni e il proprio vivere e reagire nelle diverse situazioni che si presentano. 

 

Chi è il bambino interiore che vive in ciascuno di noi

Alcune persone sono costantemente in contatto con il proprio bambino interiore, lo hanno accolto e accudito nel tempo, dando a lui o lei voce e portando a galla sensazioni, pensieri e vissuti, che sono stati rielaborati, modificati e accettati. 

 

Altri invece vivono talvolta in balia di queste sensazioni, cercando di portarle a tacere, non comprendendone la natura, e quindi non ascoltando i bisogni e le necessità del proprio piccolo interiore. 
 

 

Il bambino interiore in psicologia

Il bambino interiore in psicologia è stato da molti teorizzato e spiegato e viene in generale considerato come una componente del sé e della psiche che rappresenta tutto quanto vissuto nel corso dello sviluppo, che ha segnato il proprio essere. 

 

Ci sono alcune esperienze, più di altre che possono risvegliare il bambino interiore che si cerca di mettere a tacere e quindi portare emozioni e cognizioni nuove nelle diverse situazioni a cui si fatica a dare spiegazione ma che vanno gestite. Per fare solo un esempio, seppur in modo molto molto semplificato,  se un bambino ha vissuto esperienze di abbandono o di relazioni caratterizzate da freddezza e poco affetto, da adulto faticherà a lasciarsi andare in nuove relazioni, a non scappare dall’amore ricevuto e non temere l’abbandono

 

Le esperienze, quindi, possono far comprendere aspetti di sé, bisogni ed emozioni radicate da tempo che vanno accolte, ascoltate, osservate. Bisogna ascoltare il proprio bambino interiore. 

 

Leggi anche Tutta la sorpresa (e la felicità) di saper tornare bambini

 

 

Riconoscere e custodire il proprio bambino interiore

Molto spesso però i vissuti che insorgono sono quelli spiacevoli e mostrano un bambino interiore ferito, che soffre e non riesce a uscire dalla sofferenza che si porta avanti per tutta la vita. Questo comporta la messa in gioco di comportamenti e atteggiamenti nelle diverse situazioni che non sempre sono funzionali e non generano benessere. 

 

È importante quindi provare a guardare il proprio bambino interiore, e quindi se stessi, con maggiore indulgenza, provando ad ascoltarsi, a comprendere i propri bisogni, a capire quali esperienze hanno condizionato la propria vita e il proprio modo di essere, quali sono le emozioni positive, e quali invece le emozioni che arrecano dolore

 

Da qui si dovrebbe provare ad accettare quello che è stato e provare ad osservare sé con occhi differenti, a perdonarsi se si nutre un senso di colpa, a riconoscersi passioni e magari risvegliarle, a volersi bene, accettarsi e comprendere i propri punti di forza e le aree da migliorare. Tante sono le emozioni che si possono provare come ansia e rabbia, ma anche paura, insicurezza, queste vanno accolte, non giudicate e, con la consapevolezza da adulti, gestite e superate. 

 

Come guarire il bambino ferito

Le ferite che hanno caratterizzato la vita da bambini se non curate possono far male per tutta la vita e condizionarla. Nel momento in cui da adulti, comprendiamo che alcuni comportamenti, emozioni, fatiche, atteggiamenti o pensieri, sono un retaggio de sé bambino, è importate provare a darci un peso per trovare una modalità più funzionale per gestirli, e quindi cambiare, non vivere in balia del passato e stare meglio.

 

Non vuol dire rimuginare, rivendicare e vivere nel passato, ma capire cosa esso ha generato e come condiziona il qui ed ora per porvi rimedio. Significa comprendere come fare tesoro del passato e modificare se stessi ora per gli aspetti che fanno soffrire. Vi ricordate il bambino abbandonato dell’esempio di prima? Quello che l’adulto di oggi più fare è provare a capire come fidarsi delle persone, come poter vivere sensazioni piacevoli, divenire consapevole che può essere amato e amare. 

 

Guarire il bambino interiore significa cercare di accogliere quanto vissuto e fare in modo che non condizioni più in modo costante il proprio presente, accettando quello che è stato e agendo nuovi comportamenti, differenti, sostituendo convinzioni erronee o disfunzionali con altre più adeguate e funzionali al benessere. 

 

Tutto questo è talvolta complesso e doloroso, è quindi utile farsi supportare e sostenere nel cambiamento da professionisti, quali gli psicologi, che attraverso tecniche, conoscenze, esercizi e supporti, possono aiutare a dar voce al bambino interno ad ognuno e modificare l’immagine di sé e proprio agire.