Iperconnessione, cos'è e conseguenze

L'iperconnessione determina un bisogno eccessivo di restare nel web perdendo di vista le relazioni reali, il contesto sociale di appartenenza... E il tempo che scorre davanti a un monitor.

Iperconnessione

Credit foto
© Antonio Guillem / 123rf.com

In alcune circostanze, come quella del recente periodo di emergenza sanitaria, connettersi è stata sicuramente la principale risorsa a disposizione per poter continuare le attività. 

 

Se tutto questo è assolutamente reale, è anche vero che tutti i nuovi dispositivi spesso influenzano eccessivamente la vita, diventando parte integrante in tutto e per tutto e non riuscendo più a farne a meno, anche quando di fatto non serve. Alcuni esempi estremamente esemplificativi sono ad esempio la difficoltà nel godersi una serata tra amici senza farsi un selfie, senza postare la foto su Facebook o Instagram o anche guardare se è arrivata una mail o un messaggio di lavoro. Sempre, a qualsiasi ora e senza limiti.

 

Viviamo in un mondo pervaso dall’iperconnessione e siamo, pur non consapevoli, intrappolati in una rete molto fitta. 

 

Iperconnessione: cos’è

Possiamo definire l’iperconnessione come la tendenza e il bisogno si rimanere costantemente connessi a internet e utilizzare i mezzi tecnologici percependo faticosamente il distacco da essi. 

 

Se questa è la versione più negativa dell’iperconessione, nella realtà potremmo identificarla anche nel fatto che ognuno ha, semplicemente nel proprio smartphone, molteplici notifiche che inevitabilmente determinano una connessione continua al mondo e al digitale, anche se in quel momento la propria attenzione è diretta ad altro. I segnali dei propri dispositivi ci richiamano nella rete e spesso è difficile riuscire a rimandare. 

 

Sicuramente è un fenomeno in crescita e che desta preoccupazione, specialmente tra i più giovani - non a caso si parla di iperconnessione in adolescenza come problema legato all'età dello sviluppo - e che in condizione elevate può creare disagi anche gravi, fino alla vera e propria dipendenza da Internet

 

I segnali della Sindrome da Iperconnessione

Alcuni dei segnali di quello che è un disturbo definito anche come Sindrome da iperconessione sono: 

  • Il tempo eccessivo trascorso in internet, sui social network, nelle chat, spesso maggiore di quello dedicato a qualsiasi altra attività;
  • La difficoltà a stare per un tempo prolungato senza dispositivo e connessione;
  • Irritabilità e agitazione da sconnessione e da assenza di tecnologia;
  • La ricerca continua di rete e di dispositivi funzionanti con la preoccupazione eccessiva di rimanere senza gli stessi (Nomofobia);
  • Scarse o assenti relazioni sociali, amicali e difficoltà nella gestione delle stesse;
  • Continua pubblicazione sui social delle proprie informazioni, condivisioni, like;
  • Controllo e risposta rapida e immediata a WhatsApp, messaggi, mail;
  • Ansia, irritabilità, aggressività, fino a vero e proprio panico da sconnessione.

 

Questi segnali vanno sempre contestualizzati e analizzati nella situazione specifica per capire quanto siano pervasivi, nocivi o necessari. 

 

Iperconnessione tecnologica e isolamento sociale

Una delle conseguenze più preoccupanti, specialmente tra i giovani, è l'isolamento sociale. La connessione continua infatti porta spesso a distaccarsi dal mondo reale e dalle relazioni con i pari, spesso mediate dai mezzi di comunicazione, o comunque fortemente pervase da essi. 

 

Nei casi più gravi l’utilizzo continuo della rete e la difficoltà a staccarsi da essa può portare a isolamento sociale, alla chiusura verso le relazioni esterne e il mondo fuori dal web. L’isolamento spesso caratterizzato dallo stare in casa connesso senza svolgere attività interattive e ricreative all’esterno con elementi importanti come maggiore agitazione, irritazione fino anche a vera e propria ansia sociale rispetto alle relazioni “dal vivo.”

 

Accanto a questo vi è il forte rischio di mancato sviluppo, o sviluppo poco funzionale, di abilità relazionali, sociali, comunicative ed empatiche che sono implicate nell’interazione. Ecco quindi che possono insorgere difficoltà nell’instaurare amicizia attraverso il dialogo, la condivisione di esperienze reali e concrete, il vissuto emotivo perché tutto è sostituito dai rapporti online, dove l’essere dall’altra parte dello schermo favorisce l’interazione. 

 

Questo nel tempo diventa un problema sociale importante perché si osserva una sempre maggiore incapacità di intrattenere discorsi dal vivo, di relazionarsi adeguatamente riconoscendo propri e altrui bisogni, i punti di vista e le realtà emotive che entrano in gioco, creando problemi non solo a livello di relazioni amicali o amorose, ma anche e soprattutto lavorative. 

 

Seppur sia vero che le modalità di approccio e relazione sono cambiate, lo è altrettanto il fatto che alcuni aspetti ed elementi fondamentali nell’interazione, legati specialmente al non verbale, si perdono con la tecnologia.

 

Iperstimolazione, difficoltà a selezionare le informazioni: altra criticità importante è la iper-informazione ovvero l’eccesso di nozioni e informazioni con cui si entra in contatto, spesso non vere, contrastanti o poco funzionali. L’essere continuamente connesso infatti porta a essere in contatto con tantissime notizie, commenti, informazioni e nozioni, in modo rapido e spesso poco attento, riducendo la possibilità di cernita dei contenuti e delle fonti.

 

La troppa informazione oltre a creare confusione, disinformazione e talvolta generare fake news, può portare a stress, ansia, preoccupazione eccessiva e senso di oppressione, dove si attiva un’ulteriore ricerca di informazioni per “capirci meglio e chiarirsi le idee”, ottenendo però esattamente il contrario.

 

Iperconnessione e stress

L’iperconnessione, specialmente quella legata alla continua azione di controllare mail, messaggi o contenuti di lavoro è spesso fonte di forte stress. Persone che lavorano pienamente con la tecnologia sono bombardate continuamente da notifiche a cui nel tempo faticano a non rispondere immediatamente e rimandare determinando un livello di attivazione costante. 

 

Molto spesso si travalica il senso di responsabilità lavorativa e la necessità di risolvere questioni. Diventa proprio un’azione automatica, fatta anche per placare l’ansia del non rispondere, di non sapere cosa accade subito. Nel tempo i livelli di stress possono diventare anche molto elevati con ripercussioni a livello fisico e psicologico. È infatti possibile che le persone non riescano a spegnere il telefono in momenti importanti, in vacanza, la notte, fatichino a godersi i momenti di relax senza guardare lo smartphone, ecc. con compromissione della vita privata e del benessere personale e famigliare. 

 

Dipendenza 

La conseguenza più grave è la vera e propria dipendenza da internet o in generale dalla tecnologia. Al pari delle altre forme di dipendenza questa genera gravi conseguenze a livello comportamentale e psicologico con sintomi di astinenza in caso di impossibilità di accedere alla rete, ansia eccessiva e preoccupazione per la connessione, irritabilità, aggressività.

 

La persona con dipendenza da internet prova euforia e soddisfazione quando è connessa, si isola dal mondo sociale perdendo completamente la condizione del tempo trascorso online.

 

Nel corso degli anni si sono poi identificati alcuni aspetti legati all’iperconessione che di avvicinano a una dipendenza. Tra questi il vamping, ovvero l’abitudine di stare svegli la notte per chattare, controllare social e contenuti nuovi, commentare o postare foto, mettere like, stories o giocare online; il like addiction che è invece la continua e sfrenata necessità di ricevere like e dal bisogno degli stessi che porta a postare continuamente contenuti, foto a fine di ricevere una sorta di approvazione dal mondo social. 

 

Oltre a questi la nomofobia, che è la tendenza a controllare continuamente le notifiche a tutte le ore.  Considerati gli innumerevoli effetti dell’iperconnessione è importate imparare a gestire il lor utilizzo e funzione, educando i più giovani e ricordando di applicare le buone regole anche noi adulti.