Tipi di attenzione e come allenarli

L’attenzione è un processo cognitivo che consente di eseguire le attività di ogni giorno selezionando gli stimoli a cui dare importanza ed escludendone altri.

Tipi di attenzione

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L’attenzione è un processo cognitivo mediante il quale selezioniamo gli stimoli per noi più rilevanti – dal punto di vista biologico o psicologico – e li rielaboriamo per trattenerli nella memoria a breve o a lungo termine

 

Si tratta dunque di un meccanismo fondamentale per tutti i compiti di vigilanza e indispensabile per altri processi cognitivi come la memoria e il pensiero. Esistono differenti tipologie di attenzione: selettiva, divisa, diffusa. Vediamo meglio di cosa si tratta.

 

Tipi di attenzione: attenzione selettiva

Sarà capitato a molti di trovarsi in situazioni dove, per portare avanti una conversazione con una persona di particolare interesse, si ha avuta la necessità di isolarsi dagli altri rumori ambientali e non farsi distrarre da essi. 

 

Immaginiamo due persone che iniziano a parlare a una festa: se la conversazione sollecita un interesse reciproco, con molta probabilità entrambi, in breve tempo, si ritroveranno concentrati esclusivamente sullo scambio interattivo senza più far caso alle altre persone presenti in sala, al vociare degli altri ospiti o alla musica di sottofondo. In altre parole: sono talmente presi dalla loro conversazione che gli altri elementi ambientali non recano disturbo perché è come se si fossero isolati da quello che sta avvenendo intorno a loro. 

 

Il meccanismo di attenzione selettiva funziona proprio in questo modo grazie alla capacità della mente umana di operare una sorta di “filtro” delle informazioni sensoriali in arrivo. 

 

Ciò vuol dire che, con buona probabilità, tutte le informazioni sensoriali in arrivo vengono comunque elaborate in modo grezzo, ma solo alcune di esse vengono poi codificate in modo avanzato in modo da giungere alla nostra coscienza in modo tale che noi possiamo attribuirgli significati, confrontarle con le informazioni già note e utilizzarle per orientarci nelle relazioni, pensieri, presa di decisioni. 

 

Questo sistema di filtro funziona quindi in modo molto efficiente perché ci consente di escludere dalla nostra consapevolezza elementi contestuali che in quel momento sarebbero di disturbo per ciò che stiamo facendo, ma ci garantisce anche che, non appena qualcuno degli stimoli provenienti dall’ambiente assumerà un’improvvisa rilevanza, subito balzerà in primo piano nella nostra mente (Deutsh e Deutsh, 1963; Norman, 1975).

 

L’attenzione selettiva è importante ad esempio mentre si studia per mantenere la concentrazione su ciò che si legge senza lasciarsi distrarre da altri pensieri o sollecitazioni ambientali. L’utilizzo indiscriminato di smartphone e tablet rischia tuttavia di sabotare questo meccanismo attentivo abituando la nostra mente a mantenersi sempre in “allerta” in attesa di una notifica e disturbando la nostra capacità di mantenere la concentrazione. 

 

Per questo sarebbe meglio spegnere o silenziare il telefono e riporlo in un luogo fuori dalla propria vista, riservandosi di controllarlo solo durante le pause…
 

Tipi di attenzione: attenzione divisa

Per attenzione divisa si intende la capacità di eseguire più compiti contemporaneamente, in altre parole: di essere multitasking! E’ una capacità insita nelle nostre potenzialità cognitive di cui tuttavia non bisogna abusare. Potremmo domandarci: come avviene questo meccanismo? 

 

Passiamo velocemente da un’attività all’altra o svolgiamo realmente due compiti in simultanea suddividendo letteralmente la nostra attenzione fra l’uno e l’altro? A quanto pare non c’è una regola certa, dipende sostanzialmente dallo sforzo che quello che stiamo facendo ci richiede: se ci stiamo dedicando a più attività abbastanza semplici la nostra attenzione può agevolmente suddividersi fra loro, ma se il livello di impegno richiesto aumenta, i due compiti andranno ben presto in conflitto e saremo costretti a fare una scelta: potremo dedicare con efficacia la nostra attenzione solo ad uno alla volta (Khaneman, 1973).

 

Corollario non irrilevante di questo concetto è il fatto che, anche il canale sensoriale impegnato per prestare attenzione a qualcosa ha la sua importanza: possiamo agevolmente riordinare un cassetto mentre stiamo parlando al telefono, ma ci sarà piuttosto difficile fare la medesima telefonata mentre ci troviamo alla stazione e dobbiamo ascoltare gli annunci degli arrivi dei treni… 

 

Possiamo suddividere più agevolmente la nostra attenzione in due compiti, non troppo impegnativi, che occupino due canali sensoriali diversi, altrimenti questi andranno in conflitto e non riusciremo a fare bene è l’uno né l’altro.  

 

Tipi di attenzione: attenzione diffusa

L’attenzione diffusa, o sostenuta, è implicata quando dobbiamo prestare attenzione a qualcosa per un prolungato periodo di tempo mantenendo elevato il nostro sistema di attivazione fisiologico. 

 

E’ l’esempio di chi deve guidare per un elevato numero di ore e rischia di cadere preda della sonnolenza e della noia vedendo abbassarsi progressivamente la sua soglia di vigilanza. L

 

’attenzione cala soprattutto se siamo alle prese con un compito impegnativo o con una prestazione monotona (come guidare l’auto effettivamente è) e questo inizierebbe ad avvenire già dopo i primi 30 minuti (Mackworth, 1948).   

 

Uno dei modi migliori per preservare le proprie capacità di attenzione e vigilanza in situazioni di questo tipo è anzitutto quello di riconoscerne i limiti

 

Sì perché non c’è nulla di più pericoloso per la sicurezza che mettersi alla guida per un lungo tragitto, o a tarda notte, senza riconoscere la potenziale vulnerabilità della propria capacità di vigilanza in una situazione di questo genere. 

 

Tener conto di questo aiuta invece a programmare delle pause (che spezzano la monotonia e consentono di riposare mente e corpo), attuare strategie che aiutino a sostenere la vigilanza da un punto di vista fisico o psichico (masticare chewingum piuttosto che ascoltare un audiolibro ecc.), prevenire un drastico calo dell’attenzione evitando nelle ore precedenti di bere alcolici o mangiare in modo accessivo… 

 

Insomma, la miglior protezione è, come in molti casi, quella di riconoscere la propria vulnerabilità perché consente di attuare strategie preventive adeguate.

Bibliografia
Kahneman, D. (1973), Attention and Effort. Englewood Cliffs, Prentice-Hall, NJ.
Deutsch J A & Deutsch D. (1963), Attention: some theoretical considerations, Psychol Rev. 70:80-90.
Norman, D., & Bobrow, D. (1975), On data-limited and resource-limited processing, Journal of Cognitive Psychology, 7, 44-60.
Mackworth, N. H. (1948), The breakdown of vigilance during prolonged visual search, Quarterly Journal of Experimental Psychology, vol. 1, pp.6-21