Psicologia del traffico e sicurezza stradale

A dispetto di molte campagne di prevenzione allarmistiche, la psicologia del traffico ci insegna che la maggior parte degli incidenti stradali non è causata dai classici “pirati della strada” ma da conducenti “normali” a causa di semplici disattenzioni che si potrebbero prevedere ed evitare, cominciando da una corretta percezione delle proprie abilità e dei rischi ai quali ci si espone con i propri comportamenti alla guida

Psicologia del traffico e sicurezza stradale

La psicologia del traffico è una branca della psicologia che opera nell’ambito della Salute Pubblica sviluppando programmi di ricerca e di intervento volti alla prevenzione degli incidenti e all’implementazione della sicurezza stradale.

 

La psicologia del traffico in Europa

Già molto diffusa nel nord Europa, questa disciplina sta vivendo un lento sviluppo nel nostro Paese, dove solo di recente il decreto ministeriale 17/2011 ha riconosciuto l’importanza di una formazione anche psicologica per istruttori e insegnanti di autoscuole e dove, tuttavia, ancora troppo spesso si sostengono interventi per la sicurezza stradale inefficaci e non fondati su evidenze scientifiche.
Uno dei maggiori esperti in psicologia del traffico in Italia è Max Dorfer, Presidente dell'Ordine degli Psicologi della Provincia di Bolzano, autore del testo Psicologia del traffico. Analisi e trattamento del comportamento alla guida edito (2004) da McGraw-Hill e a cui si farà riferimento.

 

Psicologia del traffico e incidenti stradali

Ogni anno muiono circa 1 milione di persone per incidenti stradali e circa 21 milioni sono quelle che rimangono disabili. Uno dei maggiori ambiti di intervento della psicologia del traffico è proprio quello della prevenzione degli incidenti stradali su cui vigono ancora molti luoghi comuni. Diversi studi, infatti, evidenziano come, la maggioranza delle vittime di incidenti appartenga ad una fascia d’età molto giovane e come, ancora, la maggior parte sia causata da categorie di soggetti a basso o medio rischio semplicemente per distrazione o disattenzione e non tanto per l’attuazione intenzionale di comportamenti rischiosi alla guida. La maggior parte degli incidenti,quindi, secondo la psicologia del traffico, è causata dal “conducente normale” prevalentemente per disattenzione e prevenibile, quindi, con un cambiamento di comportamento alla guida.

 

Psicologia del traffico e sovrastima delle proprie abilità

Secondo la psicologia del traffico, un problema molto rilevante, per il rischio di incidenti stradali, è quello della sovrastima delle proprie abilità. Spesso, infatti, si confonde quella che è la semplice abilità di manovrare il veicolo con la capacità di guidarlo in sicurezza. Diversi studi di psicologia del traffico condotti in diversi paesi del mondo evidenziano, infatti, come la maggior parte dei conducenti, in ogni fascia d’età ma in particolare giovani e anziani, sia portata a sottostimare il proprio livello di rischio e a sovrastimare la propria abilità alla guida ritenendola superiore alla media. In tal modo si è meno motivati ad adottare comportamenti di prevenzione del rischio (rispetto dei limiti di velocità o uso delle cinture di sicurezza ad esempio) e ci si espone ad un maggior rischio di incidenti.

 

Psicologia del traffico e neopatentati

Il fattore più importante per gestire responsabilmente il rischio dei propri comportamenti alla guida è costituito dall’accettazione della propria vulnerabilità. Fattore, questo, difficilmente presente soprattutto negli adolescenti, generalmente indotti a sottostimare fortemente i livelli di rischio personale. Poiché i neopatentati rappresentano una delle maggiori categorie a rischio di incidenti stradali, sarebbe opportuno che si tenesse conto di questi elementi nei programmi di formazione delle scuole guida, ancora troppo spesso incentrati sulla mera acquisizione dell’abilità di guida.

 

Fonte immagine: Piero Cauduro