Come sviluppare una sana autoefficacia lavorativa

Questa attitudine permette di sentirsi adatti all'attività professionale che si svolge contribuendo a ottenere migliori risultati e il successo lavorativo auspicato. Come si acquista e come si sviluppa l'autoefficacia lavorativa.

Autoefficacia lavorativa

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Vi è mai capitato di trovarvi in un contesto, anche conosciuto, e avere la sensazione di non essere all’altezza? Di non riuscire a portare a termine un compito o magari avere paura di fare brutta figura? Fallire? Non riuscire a raggiungere determinati obiettivi e/o aspettative? Le dinamiche che entrano in gioco in questi momenti sono moltissime: la consapevolezza di sé e delle proprie abilità, le competenze possedute, le conoscenze, l’esperienza pregressa, le like skills possedute, l’autostima, la percezione di autoefficacia.

 

Quest’ultima è caratteristica fondamentale nel raggiungimento del successo, ma specialmente del livello di benessere e soddisfazione personale.

 

Autoefficacia nella vita

Il termine autoefficacia (Bandura) indica la consapevolezza di essere capace di dominare specifiche attività, situazioni o aspetti del proprio funzionamento psicologico o sociale. Bandura, quindi, nella sua teoria social-cognitiva sottolinea quanto la self efficacy sia definita dalle credenze che ogni individuo ha rispetto alla possibilità di controllare una specifica situazione o condizione e alle proprie possibilità.

 

Non è quindi il reale livello di possibilità e abilità ma quanto e come la persona le percepisce. Il senso di autoefficacia influenza molteplici aspetti dell’agire umano in quanto la persona tenderà ad agire in relazione a quanto si percepisce più o meno efficace, determinando spesso azioni funzionali o meno. Una bassa autoefficacia personale porta spesso a una svalutazione di sé, al mancato riconoscimento di abilità e competenze e quindi ad una scarsa consapevolezza del potenziale posseduto. 

 

Viceversa, un senso di efficacia troppo elevato potrebbe risultare compromettente e portare a non considerare l’errore e la frustrazione o fallimento come possibili esiti. Come spesso accade: la verità sta nel mezzo.

 

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L'autoefficacia lavorativa

L’autoefficacia lavorativa implica l’insieme delle credenze e convinzioni che un individuo ha rispetto alla propria abilità e competenza lavorativa. Essa quindi include la percezione di sé rispetto alle conoscenze possedute, rispetto alle abilità organizzative, alle competenze specifiche necessarie, alla gestione delle difficoltà, al lavoro in team.

 

La sicurezza rispetto alle proprie capacità è sicuramente influenzata da differenti fattori (Bandura):

  • la sperimentazione e realizzazione di successo ovvero la possibilità nel tempo di esperire realtà in cui percepirsi efficaci;
  • il confronto con gli altri ovvero l’osservare che altri hanno raggiunto obiettivi e compente porta talvolta a potersi mettere maggiormente in gioco e credere di potercela fare;
  • i feedback positivi e quindi i rimandi rispetto al proprio agire più o meno espliciti
  • stati fisiologici ed emotivi e la capacità di autoregolazione.

 

A questi vanno sicuramente aggiunti altri aspetti. Primo fra tutti il livello di autostima: buoni livelli di autostima e quindi una buona considerazione e immagine di sé portano spesso a una percezione di efficacia maggiore, viceversa immagine negativa riduce il senso di efficacia personale.

 

La possibilità di sperimentare e mettersi in gioco è altro elemento fondamentale: in ambito lavorativo l’avere delle opportunità in cui poter spendere le proprie abilità e competenze è funzionale alla crescita e quindi all’arricchimento delle competenze ma anche della consapevolezza di sé.

 

L’attribuzione causale agli aventi e quindi il locus of control esterno o interno è poi determinante: esso è l’attribuzione della causa e motivazione di successo e insuccesso. Un buon senso di autoefficacia trova fondamenta in un equilibrio tra le due modalità.

 

Altri aspetti fondamentali sono poi il temperamento, le competenze effettivamente possedute, il contesto in cui si agisce, la percezione di controllo e di potere decisionale.


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Effetti di una buona autoefficacia lavorativa

Possedere una buona autoefficacia lavorativa ha effetti positivi e funzionali.

 

In primo luogo, le persone con adeguati livelli di self-efficacy si percepiscono solitamente maggiormente motivati e coinvolti nel proprio lavoro. Se percepisco di poter spendere abilità e competenze nel mio lavoro attiverò risorse e mi metterò in gioco, se viceversa non mi percepisco abile sarò bloccato e attiverò un processo svalutante che riduce ulteriormente la motivazione.

 

Buoni livelli motivazionali però incrementano l’impegno e la costanza e nel tempo influenzano l’autoefficacia. C’è quindi un meraviglioso circolo virtuoso, così come accade anche per l’autostima.

 

Inoltre, buoni livelli di autoefficacia sono maggiormente correlati al successo e anche alla crescita. Se da un lato infatti permettono di agire e di mettersi in gioco, dall’altro aprono alla possibilità di mettersi in discussione, di confrontarsi e arricchire competenze e conoscenze, incrementando l’efficacia personale.

 

A livello generale quindi l’autoefficacia personale influenza sia la pratica lavorativa nel concreto sia la percezione di benessere e la soddisfazione non solo al lavoro ma anche personale.

 

Come migliorare il senso di autoefficacia lavorativa

Il senso di autoefficacia è, come abbiamo visto, influenzato di numerosissimi fattori. Tuttavia, ci sono alcune cose che possiamo fare per migliorare la propria self efficacy in ambito professionale, partendo dalla
considerazione che è la credenza che ognuno di noi ha rispetto alle proprie abilità e competenze.

 

Potremmo quindi:

  • Riconoscerci le competenze e capacità e laddove si sente di essere carenti cercare di incrementarle e arricchirle;
  • Ridurre l’autocritica ma riconoscersi i punti di forza e vedere i limiti come aree di miglioramento e crescita;
  • Accettare i complimenti e godere dei successi anche piccoli;
  • Porsi obiettivi semplici, raggiungibili, ben definiti, alla nostra portata e misurabili che permettano di ottenere successo e sperimentare soddisfazione e benessere;
  • Essere più amorevoli verso se stessi imparando a farsi dei complimenti, a parlare a sé in modo positivo e non cercando di sottolineare sempre quello che non va.

 

Fidarsi di te stesso non garantisce il successo, ma fallire nel farlo garantisce il fallimento” (Albert Bandura).