La motivazione nel lavoro

La motivazione nel lavoro è fondamentale: la sua rilevanza è tale da superare i soldi. Un bravo manager deve essere in grado sia di incentivare la motivazione, sia di valutarla.

La motivazione nel lavoro

La motivazione nel lavoro è fondamentale: la sua rilevanza è tale da superare i soldi. Un bravo manager deve essere in grado sia di incentivare la motivazione,sia di valutarla.

La motivazione è la nostra molla comportamentale: è ciò che ci fa alzare al mattino, che ci sostiene nel tenere duro quando un obiettivo sembra sfuggirci e ci sprona a cercare delle mete sempre più impegnative.

È una parte fondamentale della vita ed è la risultante del rapporto tra l’individuo, l’ambiente e le risorse che pensiamo di possedere.

La motivazione a lavoro

Anche nella vita lavorativa la motivazione ha un ruolo importante; se parte di essa dipende dalla paga, la maggior parte di essa proviene dall’interno. Le fonti della motivazioni infatti risiedono nei nostri valori, nell’autoefficacia e negli obiettivi (a corto, medio e lungo raggio).

La soddisfazione personale è un obiettivo fondamentale tanto da rendere la motivazione intrinseca una molla lavorativa di gran lunga più importante dei soldi. Ciò non significa lavorare gratis, ma che i soldi non aiutano (soprattutto nel tempo) a compensare una ambiente lavorativo non motivante. Un bravo manager quindi deve saper lavorare sulla motivazione per sostenerla, ma anche come poterla valutare.

 

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La motivazione secondo McLelland

Come sfruttare la motivazione in azienda? Il primo step è comprendere su quale leve agire per avere dei dipendenti motivati. Una teoria interessante è quella di McLelland il quale sottolinea l’importanza del fattore culturale: l’ambiente sociale dove si lavora offre gli spunti per capire cosa vogliono i dipendenti, perché ce li hanno tutti! Tre sono le motivazioni di base:

  1. La motivazione al successo: in questo caso si fa leva sulla soddisfazione di raggiungere un obiettivo preciso, di finire un lavoro. Il successo si misura con la realizzazione di un’azione produttiva che permette di misurare le proprie capacità e di perfezionarsi.
  2. La motivazione all’affiliazione: una seconda spinta può essere data dal desiderio di sentirsi parte di un gruppo. Ne deriva però che questo gruppo deve essere attraente per qualche ragione: ad esempio, si può lavorare tanti per entrare nel gruppo dirigenziale o in una determinata azienda.
  3. La motivazione al potere: in questo caso si fa leva sulla spinta individuale a mostrare le proprie qualità di leadership.

Come valutare?

Come valutare la motivazione al lavoro? Una delle tecniche più efficaci è quella di fare dei colloqui individuali che permettano di delineare il quadro motivazionale di ciascun individuo per definire degli step di lavoro:

  1. Individuare gli obiettivi di successo di ciascun individuo.
  2. Descrivere quantitativamente e qualitativamente la discrepanza tra stato attuale e obiettivo.
  3. Stabilire degli step intermedi nel percorso che conduce al raggiungimento dell’obiettivo.

 La descrizione deve essere il più precisa possibile con degli indicatori quantitativi che permettano di misurare il successo in modo graduale ma costante. La stessa misurazione dell’avanzamento nel percorso fungerà da motivazione al lavoro.


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