Le 10 life skills che aiutano a vivere meglio secondo l'OMS

Al di là dei talenti individuali, esistono abilità personali e sociali che tutti dovrebbero apprendere per vivere meglio. Sono le life skills, una vera e propria “tassonomia” del benessere. Vediamo quali sono e come svilupparle secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità.

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Nuotare i 200 metri stile libero è un’abilità che pochi hanno e ancor meno coltivano fino a volare sul podio olimpico. Suonare uno strumento anche è un’abilità, come lo sono fare dolci o costruire una nave in una bottiglia… Ma sono talenti individuali, specifici e diversi per ognuno di noi. 

 

Esiste però un’altra serie di abilità che potremmo definire più “trasversali” e che possono e dovrebbero essere appannaggio di tutti. Sono quelle abilità personali e sociali, come stabilire buone relazioni o la capacità di ascolto, che sono indispensabili per coltivare il benessere personale e superare le difficoltà della vita. Si possono imparare attraverso specifici programmi che dovrebbero essere parte integrante dell’educazione scolastica a tutte le età.

 

In ambito psicologico e scolastico vengono definite life skills, le “competenze di vita” utili a muoversi e orientarsi in qualunque contesto a prescindere da quelle che sono le abilità artistiche, sportive, intellettuali o pratiche che ci caratterizzano individualmente.
Vari programmi di educazione e promozione della salute rivolti sia ai bambini che agli adolescenti sono volti a sviluppare le life skills (life skills education).
 

Le tipologie di life skills

Esiste un elenco specifico delle life skills che è quello redatto dall’OMS nel Glossario di Promozione della Salute pubblicato nel 1988. Questo documento definisce le 10 abilità emotive, relazionali e cognitive utili per affrontare le richieste della vita. Sono abilità che consentono alla persona di adottare strategie positive di adattamento di fronte ai cambiamenti e alle difficoltà. 

 

Per quanto la loro espressione sia comunque mediata dal contesto sociale e dalla personalità individuale, queste abilità rappresentano quegli “ingredienti” trasversali utili a promuovere la salute psicologica e il benessere delle persone e che per questo è utile che possano essere apprese e sviluppate dai bambini di ogni contesto sociale e culturale. Le 10 life skills possono essere raggruppate in 3 aree: quelle emotive, quelle relazionali e quelle cognitive. Vediamo meglio di cosa si tratta.

 

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Life skills emotive

  •  1. Consapevolezza di sé

Immaginate un acquario: se lo osservate solo dall’interno, dal punto di vista del pesciolino che ci nuota dentro, non sarete mai in grado di rendervi conto davvero in che tipo di situazioni vi state trovando. Dovete adottare anche un punto di vista “esterno”, osservare l’acquario da fuori, per poter vedere in che tipo di acque il pesciolino sta nuotando.

 

È fondamentale imparare a fare questo switch anche con i nostri stati corporei, emozionali, mentali. La consapevolezza di sé parte da qui ed è anzitutto consapevolezza corporea: saper riconoscere i segnali interni che il nostro fisico ci manda e saperli interpretare correttamente (alcuni bambini e alcune persone adulte, ad esempio, hanno difficoltà a distinguere la fame dalla stanchezza o dalla noia).

 

Ma la consapevolezza di sé è anche consapevolezza emotiva: saper riconoscere e denominare le emozioni è fondamentale. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che le emozioni sono il nostro carburante motivazionale e, se ben “addomesticate”, possono rappresentare un bussola importante per la nostra vita, ma dobbiamo imparare e non “congelarle” né a farci sopraffare da esse.

 

La consapevolezza di sé è infine anche cognitiva: essere cioè in grado di possedere una conoscenza sufficientemente chiara di quelli che sono i propri pregi e difetti, punti di forza e di debolezza; le proprie preferenze o simpatie, i propri obiettivi o desideri. Sapere cioè cosa meglio si addice a noi per i tipi di persone che sappiamo di essere, non è un’abilità così scontata ma è importante svilupparla (alcune persone con problemi identitari si limitano a “imitare” preferenze, gusti o scelte degli altri in modo non dissimile da quanto fisiologicamente fanno bambini e adolescenti in certe fasi della crescita). 
Uno dei modi per sviluppare l’introspezione la consapevolezza di sé è scrivere per sé stessi, James  Pennebaker è uno psicologo americano che si è a lungo interessato all’argomento ha scritto questo libro che può essere alla portata di tutti per capire meglio i benefici della scrittura per il benessere psicologico.

 

  • 2. Gestione delle emozioni

Con questa facoltà si intende la capacità non solo di riconoscere e denominare le emozioni, come detto al punto precedente, ma anche di saperle utilizzare non per re-agire d’impulso, ma per pensare e orientarsi nelle relazioni e nei comportamenti. È molto diverso, ad esempio, provare una rabbia “cieca” che porta a comportamenti o parole violente; oppure poter riconoscere quella rabbia, concedersi magari anche qualche fantasia “sadica” verso chi l’ha suscitata senza metterla in atto, ma prendendone le distanze e adottando una risposta assertiva.

 

Il libro sull’intelligenza emotiva di Daniel Goleman è sempre attuale per scoprire in che modo le abilità emotive possano dare una marcia in più alla nostra intelligenza.

 

  • 3. Gestione dello stress

Il nostro sistema corpo-mente è progettato per mettere in atto, sincronicamente, tutto un insieme di reazioni di allarme non appena percepisca una minaccia. Ma è importante che questa allerta non sia ingiustificata, non si attivi troppo precocemente e non si prolunghi oltre il pericolo vero e proprio altrimenti rischia di esaurire le risorse fisiche e mentali dell’organismo rendendola paradossalmente sempre più vulnerabile agli “stressors” della vita.

 

Ecco perché, essere in grado di non prolungare o cronicizzare la propria risposta di stress, ma poter ritornare al proprio stato di equilibrio psico-fisico di “riposo” è fondamentale per la salute. Alcuni imparano un metodo di rilassamento come il Training Autogeno, altri imparano che andare a camminare o dedicarsi al proprio hobby preferito li aiuta a ritrovare la tranquillità. È bene che ogni persona sappia riconoscere i propri stati di stress e abbia a disposizione più alternative da adottare per calmarsi e tranquillizzarsi. In mancanza di questo si indulge, ad esempio, in comportamenti compulsivi come la fame emotiva cercando conforto e sollievo in maniera ripetitiva e inappropriata. Sarebbe utile trovare delle alternative, se volete qualche idea il libro di Susan Albers 50 modi per vincere la fame nervosa vi fornirà un compendio di esempi illuminati…
 

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Life skills relazionali

  • 4. Empatia

Saper vivere bene significa anche sapersi mettere nei panni degli altri, non solo dal punto di vista cognitivo, ma anche emotivo. Tutti noi abbiamo una tavolozza emotiva da cui attingiamo per costruire di volta in volta le nostre esperienze emozionali, qualunque stato d’animo è dunque presente “in potenza” dentro di noi. Ed è da questo humus condiviso che possiamo attingere per sviluppare le nostre capacità empatiche, per immedesimarci, quanto basta, nell’esperienza dell’altro per riuscire a comprenderla dal suo punto di vista.

 

L’altro è un essere umano come noi e questa comune umanità fa sì che la gioia o la sofferenza emozionale provata da un’altra persona “risuoni” in noi suscitandoci sensazioni analoghe. Analoghe ma non uguali… L’empatia è diversa dal contagio emotivo: dobbiamo poter fare solo un “assaggio” dello stato emozionale dell’altro, per poterlo comprendere e sostenere, se ne venissimo sopraffatti a nostra volta non potremmo più essere d’aiuto.

 

  • 5. Comunicazione efficace

Saper comunicare è molto di più che saper pronunciare parole o frasi per esprimere concetti e inviare messaggi, ma rappresenta un’importante capacità sciale. Significa saper adattare la comunicazione al contesto e agli interlocutori che abbiamo davanti mantenendo una sufficiente coerenza tra ciò che diciamo a parole e ciò che diciamo con la postura e le espressioni facciali. 

 

  • 6. Sviluppare e mantenere relazioni efficaci

Significa trasmettere le proprie opinioni e necessità con assertività, imparando a farsi ascoltare senza dover prevaricare l’altro né sminuire sé stessi. Significa anche essere in grado di stabilire e mantenere durevolmente relazioni soddisfacenti e, al contempo, essere in grado si interrompere quelle che si rivelino dannose.
 

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Life skills cognitive

  • 7. Pensiero critico

Questo aspetto è molto importante, sia per l’educazione dei ragazzi all’utilizzo delle nuove tecnologie, sia per la prevenzione dei comportamenti a rischio. Saper utilizzare il pensiero critico è importante infatti per fare un uso intelligente del web e dei social network: verificando le fonti, approfondendo le notizie, cercando informazioni e tutelando al propria privacy per non diventare vittime di fake news.

 

Ma il pensiero critico è anche al centro di molti programmi di prevenzione: affinché un adolescente metta in atto strategie preventive evitando comportamenti a rischio, come usare sostanze stupefacenti ad esempio, è importante che abbia modo di esplorare e discutere le proprie convinzioni in merito e che non riceva una semplice lista di divieti o prescrizioni. Lo vediamo ogni giorno: le persone non mettono in atto comportamenti protettivi per la salute non certo perché non abbiano informazioni a disposizione su ciò che “dovrebbero” fare, ma perché non si sentono in grado di farlo o perché questi contrastano con abitudini sociali e/o convinzioni personali magari tanto radicate quanto inesplorate. 

 

  • 8. Pensiero creativo

Saper utilizzare il pensiero divergente, in armonia col pensiero logico-razionale, consente di trovare nuove strade, esprimere sé stessi in modi personali e non convenzionali, sviluppare talenti artistici o nuove idee che solo dopo potranno essere sottoposte al vaglio della razionalità.

 

9. Risolvere i problemi

Il problem solving creativo o quello “classico” del bilanciamento fra pro e contro sono abilità non innate ma che possono essere apprese. La risoluzione dei problemi è un processo a più step, non un lampo di genio immediato, anche quando accadono intuizioni improvvise sono sempre precedute da un periodo di gestazione mentale, spesso da una notte di sonno o da un’attività rilassante…

 

Primo step allora: rilassare la mente e prepararsi a un processo che man mano porterà alla soluzione: se non accade tutto subito non significa che non accadrà niente A volte la risoluzione del problemi arriva solo dopo averli fatti decantare un po’ nella nostra mente…

 

  • 10. Prendere decisioni

E, ultimo ma non per importanza, prendere decisioni: è un’abilità anch’essa a metà fra il razionale e il cognitivo. Richiede riconoscimento e ascolto delle proprie emozioni e motivazioni, ma anche razionalità per poter individuare la strategia che, fra quelle disponibili, meglio consente di raggiungere i propri obiettivi massimizzando i benefici e minimizzando i costi. Senza procrastinare all’infinito, né agire d’impulso.