Autostima e apprendimento scolastico

L'autostima, ossia l'immagine che una persona ha di sé e delle sue abilità, influenza il successo nel rendimento scolastico. Così come buoni risultati aumentano l'autostima.

autostima - rendimento scolastico

Credit foto
©Antonio Guillem / 123rf.com

La scuola e il rendimento scolastico giocano un ruolo fondamentale nel definire, mantenere e modificare l’autostima di bambini e adolescenti. 

 

Difficile è comprendere la relazione tra autostima e apprendimento scolastico, per cui le ricerche vanno sempre più verso la definizione di un’interazione e influenza reciproca, più che verso un’unidirezionalità.
 

Autostima: cos’è

Possiamo definire l’autostima come “L’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di se stesso" (Battistelli, 1994). Questi giudizi sono elaborati nel tempo e concorrono a una definizione dell’autostima globale che tuttavia si può ulteriormente specifica in sottocategorie o specificità.

 

L’individuo infatti generalmente costruisce un’immagine di sé rispetto all’aspetto corporeo, definendo il proprio corpo più o meno piacevole e sviluppando un certo livello di accettazione verso lo stesso. 

 

Esprime giudizi e più o meno consapevolezza rispetto alle proprie abilità nel gestire le situazioni della vita e nel controllare l’ambiente attorno; nel gestire le relazioni amicali, lavorative, famigliari con il partner, identificandole come più o meno soddisfacenti e definendo sé come più o meno abile. 

 

Inoltre, costruisce un’immagine di sé nei differenti contesti quali quello famigliare, quello lavorativo e, per i più giovani, quello scolastico, ritenendosi più o meno capace, individuando e mettendo in campo, oppure no, le competenze e conoscenze. Successo e insuccesso sono quindi considerati come possibili e plausibili in maniera differente in base all’idea di sé e delle proprie abilità.

 

Un caso a titolo esemplificativo. Una persona con bassa autostima e poca considerazione delle proprie competenze relazionali, faticherà probabilmente nella gestione dei rapporti con le altre persone, sentendosi poco adeguato, incapace, non accettato, ecc. Così al pari per le altre circostanze.
 

Autostima influenza l’apprendimento

I livelli di autostima influenzano l’apprendimento scolastico incidendo su numerosi elementi. A livello generale un individuo dotato di buona fiducia in sé e nelle proprie capacità è consapevole delle proprie abilità e le mette in gioco nel raggiungimento dei propri obiettivi.

 

Attività strategie di problem solving nella ricerca di soluzioni ai differenti ostacoli e criticità, è propositivo, ottimista e fiducioso in sé. Al tempo stesso è però consapevole anche dei propri limiti e difficoltà, gli affronta con determinazione cercando modalità per riuscire nel proprio intento e soddisfare le proprie aspettative e scopi. 

 

I limiti non sono visti quindi come vincolo ma come realtà da migliorare, accettando e comprendendo la possibilità di insuccesso ed errore come naturale e positivo nella crescita. 


Diversamente una persona con autostima bassa ha solitamente scarsa, se non nulla, fiducia in sé e nelle proprie capacità. Tende a muoversi in aree e strategie ben conosciute e consolidate al fine di vivere l’esperienza con maggiore percezione di controllo. Fatica nell’attivare risorse alternative e strategie differenti nella risoluzione dei problemi e nell’affrontare gli ostacoli, osservati come qualcosa di insormontabile rispetto alle proprie capacità. 

 

Sono persone che tendenzialmente ritengono sé come incapace, come meno abile degli altri e meno adatto al raggiungimento del successo, fino ad arrivare a considerare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi, come inutili perché “tanto non sono all’altezza”. 

 

La paura di sbagliare è fortissima e quindi spesso attivano un iper-controllo sull’ambiente, aspirando al perfezionismo per paura di commettere errori, di essere giudicato erroneamente e malamente. Il giudizio altrui ha un ruolo fondamentale nel costruire la propria immagine. 
 

Autostima: motivazione, coinvolgimento e impegno

Oltra a livello generale è noto come i livelli di autostima influenzano la motivazione, il coinvolgimento nel processo di apprendimento e quindi i livelli di impegno.

 

Una persona con fiducia nelle proprie abilità e capacità è solitamente maggiormente motivata e attiva nello sperimentare strategie anche nuove, nello svolgere compiti anche complessi, che vive spesso come sfidanti, nonché desideroso di apprendere e di imparare. 

 

Contrariamente, una bassa autostima è spesso associata a bassa motivazione all’apprendimento e allo studio, considerato come qualcosa di eccessivamente complesso e non proporzionato alle proprie capacità.

 

La motivazione gioca un ruolo fondamentale nell’apprendimento scolastico e ha con l’autostima un rapporto di reciproca influenza. Al pari della motivazione, anche il coinvolgimento nel processo di apprendimento e l’impegno, risentono della considerazione che lo studente ha di se stesso. 

 

Il pensare che non si è in grado e non si hanno le capacità può infatti condurre a minore coinvolgimento nel processo di apprendimento, visto come imposizione e come qualcosa di fastidioso, troppo faticoso e vissuto passivamente, con minore impegno. Al contrario la percezione e fiducia nelle capacità possedute è spesso associata a maggiore propositività, coinvolgimento attivo nello svolgere compiti e apprendere e maggiore impegno.

 

Ovviamente non è sempre così: talvolta persone con scarsa fiducia in sé possono attivare numerosissime risorse e alti livelli di impegno per raggiungere obiettivi e avere riconoscimento dagli altri e mettere alla prova se stesso, come se il successo scolastico servisse come conferma o dimostrazione delle proprie possibilità. Al contrario persone con autostima eccessivamente elevata possono non considerare l’apprendimento scolastico come importante o necessario di impegno, che risulta scarso e con poco coinvolgimento. 
 

Rendimento scolastico e autostima

Se l’autostima influenza il rendimento scolastico è altrettanto vero il contrario. Successo e insuccesso possono infatti incidere sull’immagine di sé e la considerazione delle proprie risorse e possibilità. 

 

Coltivare continui fallimenti, a fronte magari di tanto impegno e costanza nello studio, può portare a dubitare delle proprie capacità e anche della possibilità di riuscire a raggiungere i risultati sperati. Possono così esserci conseguenze sia a livello emotivo come tristezza, negatività, rabbia, fino a vera depressione e pessimismo, sia a livello comportamentale con meno impegno, meno coinvolgimento fino anche a rifiuto verso la scuola e il fare compiti, studiare, ed anche comportamenti disfunzionali in classe come eccessiva distrazione, non rispetto delle regole, iperattività e opposizione a quanto richiesto.

 

Questo è ulteriormente influenzato dal giudizio e aspettative altrui, siano essi insegnanti o genitori. Frasi come “è bravo ma non si applica abbastanza”, oppure “Potrebbe fare molto di più”, oppure “Non si impegna, non è costante nello studio”, incidono negativamente sulla considerazione di sé generando sensazioni di incapacità e di scarsa comprensione da parte dell’adulto, specialmente rispetto alle proprie difficoltà, con rabbia e frustrazione

 

Al pari le aspettative genitoriali, spesso non adeguate alle possibilità e capacità dei figli, perché troppo elevate o al contrario basse, rischiano di riflettersi sull’immagine di sé degli studenti e sul loro impegno, sentendosi o troppo oppressi dalle aspettative e non adeguate ad esse o scarsamente considerati e sottovalutati. 

 

Questo accade spesso negli alunni di difficoltà di apprendimento o comportamentali (come DSA, ADHD, ecc.) in cui non vengono riconosciute le fatiche da parte degli adulti e quindi considerati gli insuccessi come conseguenza di scarso impegno, costanza, voglia ed errore comportamentale.  uesto ha su questi studenti, già fortemente in difficoltà e spesso con autostima bassa, conseguenze molto negative. 

 

Importante è quindi sostenere tutti gli alunni e i figli nel processo di apprendimento, gioendo e mostrando i successi, aiutando a considerare i limiti come aree da migliorare giorno dopo giorno, dando loro risorse, strategie e opportunità, accogliendo l’errore come elemento naturale della crescita e del percorso scolastico a cui trovare insieme una soluzione costruttiva. 

 

Bisogna aiutarli a uscire dalla logica, oggi purtroppo molto diffusa, del voto come etichetta sul proprio valore come studente, figlio e persona in generale, ridonando ad esso il valore oggettivo rispetto a quanto appreso e come elemento per spingere a migliorarsi, comprendere quali sono le difficoltà e trovare modalità e strategie alternative per raggiungere i successi.