Razzismo e intelligenza: esiste davvero un legame?

Il razzismo si basa su una convinzione di superiorità. Qual è il suo legame con l'intelligenza, la più alta facoltà mentale dell'individuo? Nuove ricerche ne mettono in luce la relazione.

Razzismo e intelligenza: esiste davvero un legame?

Non è insolito pensare che chi abbia delle idee molto lontane dalle nostre non abbia ragionato a fondo su un problema o sia fondamentalmente meno dotato di ragionevolezza. Nel caso del razzismo la domanda è stata affrontata da psicologici e ricercatori per capire se chi ha forti pregiudizi su persone di differenti etnie abbia anche uno scarso livello di intelligenza.

 

Razzismo e intelligenza

Prima di cercare di trovare una risposta a questa domanda è opportuno chiarire cosa siano razzismo e intelligenza. Il termine intelligenza fa riferimento ad un processo mentale che permette di acquisire concetti e conoscenze e di manipolarli per risolvere problemi. Secondo alcuni teorici si tratta di una capacità generale comune a tutte le possibili attività mentali, mentre secondo altri esistono diversi tipi di abilità o fattori che sono indipendenti, anche dette intelligenze multiple: linguistica, logico-matematica, spaziale, musicale, ecc.

Il razzismo invece, fa riferimento ad un insieme di teorie e comportamenti che poggiano sulla convinzione che esistano delle etnie superiori alle altre sotto ogni punto di vista. Spesso è stato giustificato attraverso una pseudoteoria di evoluzione sociale che in modo "naturale" dovrebbe avvantaggiare la "razza" più forte.

 

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La risposta alla fatidica domanda

Una volta chiarito cosa si intenda per razzismo e soprattutto cosa sia l'intelligenza, la domanda resta: chi presenta atteggiamenti razzisti è caratterizzato da bassi valori nei test di intelligenza e quindi scarsa capacità di elaborare efficacemente i dati? La ricerca più recente è stata pubblicata su Psychological Science e ha avuto sede in Gran Bretagna. I ricercatori hanno avuto accesso ad un database contenente i risultati di un test di intelligenza (QI) misurato verso i 10 anni a più di quindicimila isolani e che sono stati ri-analizzati dopo i 30 anni. I risultati mostrano che coloro che presentavano un basso QI da adulti avevano una più alte probabilità di ragionare per pregiudizi e manifestare opinioni tipicamente conservatrici. Inoltre questi stessi soggetti hanno anche espresso maggiore accordo con le frasi che rilevano un atteggiamento razzista ('Io non lavorerei mai con persone di altre razze') e hanno confermato scarse relazioni con appartenenti ad altre etnie.

 

E quando il pregiudizio ci tocca da vicino?

Altre ricerche mettono in relazione pregiudizio, stereotipi ed intelligenza e ci tocca da vicino. Secondo un articolo uscito nel Febbraio del 2010 ci sarebbe una base fondata dello stereotipo per cui le persone che abitano in Italia settentrionale sarebbero più intelligenti di quelle che abitano nel meridione. L'autore, Richard Lynn, sostiene che nel sud Italia ci sia stata una maggiore contaminazione genetica con i popoli del Vicino Oriente e dal Nord Africa che avrebbe influito su un abbassamento del QI. Ci sono state molte critiche a questi risultati soprattutto perché si sostiene che il QI si accompagni a rendimento scolastico, scarso reddito e altre condizioni, ma è sempre possibile che il fallimento scolastico e le altre situazioni citate non ne siano conseguenze dirette.

 

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