Crisi economica e depressione post partum

L’Onda, osservatorio nazionale per la salute della donna, lancia l’allarme: il periodo di crisi economica che sta attraversando il nostro Paese ormai da tempo, aggravando difficoltà lavorative e isolamento sociale, sarebbe un fattore di rischio associato all’aumento, registrato in questi ultimi anni, dei casi di depressione post partum; problema una volta esclusivo delle neo-mamme che sembra gradualmente estendersi anche ai papà.

Crisi economica e depressione post partum

L’allarme arriva dall’Associazione Onda, osservatorio nazionale per la salute della donna, che ha lanciato una campagna informativa sul sito web depressionepostpartum.it: la depressione post partum da alcuni anni sembra in aumento fra le neo-mamme e in grado di colpire anche i papà, complice, sembrerebbe, anche la crisi economica e l’instabilità finanziaria, lavorativa e sociale che ne consegue.

 

La crisi economica e la scelta di fare un figlio

Quella di fare un figlio è una scelta sempre meno scontata e presa alla leggera dalle coppie di oggi che, sposate o conviventi, si trovano a doversi confrontare con scenari più incerti e precari del passato sia dal punto di vista lavorativo che sociale. Sono, come è tristemente noto, soprattutto le donne a risultare maggiormente penalizzate nel momento di crisi economica attuale nel quale sembra sempre più difficile veder tutelati i propri diritti alla maternità e alla continuità del posto di lavoro. La disoccupazione può amplificare vissuti di inutilità, colpa e inadeguatezza già facili a verificarsi nelle neo-mamme e concorrere al configurarsi di un vero e proprio disturbo dell’umore come quello della depressione post partum.  

 

La depressione post partum nei papà

La crisi economica può aggravare anche ansie e incertezze dei neo-papà là dove sembrano chiamati oggi a svolgere un ruolo genitoriale che richiede una maggior presenza accuditiva ed emotiva; un ruolo genitoriale meno stereotipato e scontato del passato per il quale non si hanno chiari modelli sociali di riferimento. Un’eventuale instabilità lavorativa, oltre alle ripercussioni sul piano pratico, può rendere ulteriormente fragile il ruolo identitario di questi padri che infatti non sarebbero esenti dal rischio di incorrere in disturbi dell’umore simili alla depressione psot partum delle loro compagne.

 

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Crisi economica e isolamento sociale

Ad aggravare le problematiche e le incertezze economiche ed emotive delle neo coppie genitoriali di oggi c’è anche l’isolamento sociale che lascia mamme e papà con carenti punti di riferimento all’esterno. Questo non solo perché sempre più spesso si vive lontani dalle proprie famiglie d’origine, ma anche perché la crisi economica e i mutamenti sociali spingono sempre più persone a mutare la propria condizione abitativa o lavorativa rompendo e creando discontinuità in quelle reti sociali di sostegno informale (amici, familiari, membri della comunità) che in passato rappresentavano un ammortizzatore importante di quelle difficoltà che sembrano pesare in maniera schiacciante nelle donne che incorrono nella depressione post partum.

E’ a questo vuoto che il web tenta di offrire risposta con campagne informative come quella lanciata da Onda “un sorriso per le mamme” o diffondendo progetti innovativi come quello tagesmutter “mamma di giorno” che propone di coniugare maternità e lavoro.


Immagine | David Leo Veksler