L'omofobia interiorizzata

L'omofobia interiorizzata è un insieme di emozioni negative contro se stessi o altri individui omosessuali. Per alcuni è una tappa della scoperta di sé, ma in casi estremi può fare da base ad un disagio patologico.

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L'omofobia interiorizzata è una delle trappole psicologiche in cui possono cadere gli individui omosessuali che faticano a riconoscersi come tali. Il tutto viene sostenuto da un atteggiamento sociale ancora poco tollerante e molto curioso circa la "natura" dell'omosessualità. Nascondere il proprio orientamento sessuale o fingerne un altro è già doloroso quando lo si fa a beneficio di chi ci osserva, ma può essere deleterio quando si mente a se stessi.

 

Un percorso di scoperta

L'omofobia interiorizzata è caratterizzata da un insieme di sentimenti negativi (rabbia, senso di colpa, ansia) ed atteggiamenti oppositivi verso se stessi o verso altre persone perché omosessuali. Nella pratica clinica è molto frequente trovare atteggiamenti del genere in gay e lesbiche che sono ancora in cammino verso il coming out, tanto che per qualcuno può considerarsi come una tappa del percorso per la scoperta di sé. L'omofobia interiorizzata si accompagna ed è radicata in un atteggiamento eterosessista, cioè nella convinzione di base che si è tutti eterosessuali. Questa caratteristica ambientale fa si che i bambini crescano con l'idea di un assetto normale (nel senso di costante) da cui poi ci si sottrae o si sottrae la persona che si conosce. Queste emozioni negative generalmente vengono superate, soprattutto grazie al sostegno delle persone vicine, ma in alcuni casi possono causare disagi psicologici profondi.

 

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I casi patologici

In alcuni casi l'odio e la scarsa accettazione che la società mostra (o che si percepisce) nei confronti degli omosessuali viene talmente fatta propria dall'individuo che li riversa su se stesso. In questo caso l'omofobia interiorizzata diventa una possibile via per la patologia perché fa da nucleo psicologico che minaccia lo sviluppo del sé e di tutte le sue componenti positive. Se la condizione si cronicizza le conseguenze non sono solo a livello di relazioni amorose, ma intacca ogni tipo di relazione interpersonale che diventa falsa e superficiale perché basata sul rifiuto di se stessi. Tra i disturbi più frequentemente associati ci sono: bassa autostima, ansia, depressione, dipendenza e compulsione sessuale.

 

Per superare l'omofobia interiorizzata

Superare l'odio verso se stessi è una sfida difficile da affrontare con un percorso terapeutico. Le strategie utili in tal senso sono diverse; Joan Sophie, esperto del settore, ne suggerisce  alcune:

  1. ristrutturazione cognitiva attraverso cui rivedere positivamente la sua non conformità ai modelli sociali dominanti.
  2. aumento della consapevolezza della propria identità sessuale e di membro di una comunità
  3. il coming out, come momento di verità e di rimodulazione del proprio rapporto con la realtà.