Educatore professionale, chi è e in che contesti opera

L'educatore è un un professionista che opera in diversi contesti con lo scopo ricco e unico di educare per migliorare il benessere del soggetto e della sua rete di riferimento. L’intervento è rivolto alla progettazione, esecuzione, gestione e monitoraggio di interventi educativi e riabilitativi.

Educatore professionale

Credit foto
©Wavebreak Media Ltd / 123rf.com

L’educatore professionale è una figura molto diffusa nel contesto socio-sanitario, psicopedagogico e assistenziale che opera in differenti contesti e con diverse mansioni e obiettivi. 

 

L’essere educatore professionale richiede molteplici abilità sia sul piano delle conoscenze e delle competenze tecniche, sia su quello relazionale, umano nonché abilità trasversali. Molto spesso gli educatori sono messi a dura prova, lavorando anche in contesti critici e ad alto tasso di stress, per cui è importante la formazione, la supervisione ma anche la passione e la determinazione nel proprio lavoro.  

 

Chi è l’educatore professionale?

L’educatore professionale è un professionista laureato con una laurea triennale a cui successivamente può far conseguire una specializzazione magistrale e post laurea, che opera nei contesi socio-educativi o socio-sanitari e assistenziali.

 

Il ruolo principale è quello, appunto educativo. Tuttavia, difficile è spesso capire e definire i molti ambiti di intervento di questa figura. L’intervento è infatti rivolto alla progettazione, esecuzione, gestione e monitoraggio di interventi educativi e riabilitativi mirati e diretti a persone con difficoltà. È possibile agire per lo sviluppo di risorse individuali o famigliari. 

 

L'educatore lavora per accrescere le abilità specifiche o trasversali, modificare comportamenti disfunzionali inserendo altri favorevoli al benessere individuale, famigliare e sociale, supportare al cambiamento e strutturare contesti sociali ed educativi.

 

Solitamente il progetto di intervento viene stilato sulla base di un’accurata analisi della domanda e della difficoltà presente, prendendo in considerazioni i bisogni sia della persona direttamente coinvolta, sia dei contesti in cui si trova e agisce. L’idea di fondo è quella di incrementare la funzionalità dei comportamenti e il benessere individuale e non solo, quindi è importate considerare le caratteristiche i punti di forza e aree di miglioramento, al fine di agire un intervento il più possibile personalizzato. Seppur l’educatore possieda conoscenze e competenze e utilizzi strumenti e strategie, la relazione con il destinatario dell’intervento e l’attenzione alla sua peculiarità e unicità, sono elementi cardine. 

 

Ambito di formazione dell'educatore professionale

L’educatore professionale, come già detto, è una persona che ha conseguito almeno una laurea triennale. Dal 2018 sono state individuate due linee formative per accedere alla professione:
- laurea in Scienze dell’educazione (Classe di Laurea L-19) che dà la qualifica di educatore professionale socio-pedagogico che opera nei servizi educativi e sociali.
- laurea in Educazione professionale (SNT-02) che rientra tra le professioni sanitarie e opera come educatore professionale socio-sanitario nei contesti sanitari. Quest’ultimo rientra nelle professioni sanitarie afferenti all’aria medica e per operare deve essere iscritto all’albo degli Educatori professionali, istituito dal DM 13 marzo 2018 sulla base della Legge 3/2018. 

 

Successivamente alla laurea triennale la formazione può essere continuata con la formazione magistrale in ambito sanitario o socio-psicopedagocico, corsi di formazione specialistica, master.

 

Destinatari dell'intervento

Gli interventi sono diretti ai soggetti con difficoltà e fragilità di differente tipologia e livello. Tra questi i minori, gli anziani, i tossicodipendenti, i soggetti con disabilità fisica e mentale, alcolisti, carcerati, pazienti psichiatrici. 

 

Talvolta la presa in carico non è del solo individuo, poiché esso agisce e vive in un contesto, pertanto è preso in considerazione l’ambiente in cui si opera, quindi la famiglia, il contesto classe, la comunità, il gruppo socioeducativo, ecc. Questo al fine di garantire la messa in campo di strumenti e risorse che siano funzionali e adeguati alle esigenze individuali, ma anche a far emergere risorse del contesto. 

 

Il lavoro è quindi ampio e considera più “attori” ed elementi che insieme concorrono sia alla definizione degli obiettivi, sia al loro raggiungimento step by step.
 

Dove lavora l'educatore professionale

L’educatore può lavorare in differenti contesti sia pubblici che privati. 
I più diffusi sono le cooperative e le associazioni. All’interno delle stesse può svolgere ruoli differenti, affiancando ad esempio minori nel contesto famigliare con interventi definiti ADM (assistenza domiciliare minori), o in quello scolastico AES (Assistenza educativa scolastica) dove spesso agisce in modo coordinato con i docenti curricolari e di sostegno. 

 

Può attivare progetti di gruppo in differenti sedi rivolti a categorie specifiche di bambini e ragazzi come, ad esempio, nei centri educativi territoriali, nei doposcuola specializzati e non e così via. 

 

Opera, inoltre, all’interno delle comunità educative rivolte a minori, a soggetti con patologie psichiatriche o dipendenze, nelle comunità mamma-bambino e in contesti residenziali di diversa natura o centri diurni. 

 

Il lavoro è tuttavia rivolto anche agli adulti di categorie specifiche come gli stranieri, soggetti con disabilità o che seguono particolari progetti di rinserimento in un contesto socio-lavorativo e anziani sia in forma residenziale che non. 

 

Solitamente opera all’interno di un gruppo multidisciplinare in cui possono esserci pedagogisti, psicologi, assistenti sociali, neuropsichiatri e altri professionisti con i quali attivare una rete di collaborazione che ruota attorno al bisogno del destinatario del progetto e insieme attiva risorse, conoscenze e competenze specifiche.  

 

Competenze dell’educatore

Le competenze dell’educatore sono molto ampie e differenti. In prima battuta sono richieste competenze tecniche e conoscenze in merito alla disciplina specifica, alle differenti tipologie di casistiche possibili, di strumenti e strategie tipici della professione, in gran parte acquisiti nel percorso di laurea, almeno a livello teorico, altri accresciuti con altra formazione e l’esperienza.

 

All’educatore è infatti richiesto di analizzare la domanda e cogliere i bisogni, progettare agire risorse cercando di individuare il percorso più adatto per l’utente e sfruttando e attivando le risorse del territorio e del contesto di vita. La capacità progettuale deve inoltre arricchirsi di conoscenze pratiche e burocratiche del sistema in cui opera, degli organi competente, delle differenti figure professionali e istituzioni.

 

Inoltre, deve essere capace di stilare il progetto educativo individuale, di saper leggere e comprendere eventuali diagnosi, scrivere relazioni sull’intervento e definire obiettivi nel breve, medio e lungo termine, stabilendo gli step da fare. Oltre a queste sono richieste abilità relazionali, di collaborazione e confronto, flessibilità adattabilità e problem solving


“Il punto è che educare non significa condurre lungo una via già tracciata, ma, a partire dalle proprie radici, spingere verso la possibilità inedita di fare esperienza dell’apertura dei mondi,”
(Massimo Recalcati)