Rispondere agli insulti con intelligenza

Siamo noi a decidere se farci ferire dall'insulto ricevuto o se farne occasione per ribadire la nostra posizione e consapevolezza rispetto alla situazione. Ecco come sfoderare il meglio di noi di fronte a un insulto.

Rispondere alle offese

Credit foto
© Andriy Popov / 123rf.com

Ricevere insulti non è mai qualcosa di piacevole, esso infatti attiva una serie di risposte emotive molto forti che spesso si fatica a controllare.
Infatti, non sempre reagire in modo costruttivo ed efficace è semplice, per questo è importante cerca di adottare alcune strategie e fare alcune considerazioni al fine di imparare a reagire alle prese in giro in modo funzionale e ridurre il dolore e la frustrazione vissuti.

 

Reagire agli insulti: primo passo è la consapevolezza

Subire insulti e, ancor di più offese pesanti e vessazioni, attiva una serie di emozioni negative

 

In primo luogo, abbastanza comune, è il sentimento della rabbia a cui si accompagnano agiti aggressivi e reazioni, volte spesso a rispondere con “la stessa moneta” ovvero insultando a sua volta l’altro. Questa aggressività tuttavia attiva un’ escalation che può culminare anche in agiti importanti e verbalizzazioni anche molto pesanti. 

 

Sicuramente non si attiva una risposta intelligente e funzionale, ma solamente volta a ridurre la tensione provocata dall’altro e dalla rabbia.
Accanto alla rabbia vi è la frustrazione vissuta e talvolta un senso di vergogna associata a fastidio e senso di impotenza. 

 

L’insulto infatti colpisce talmente nel profondo che chi lo riceve si sente come messo a nudo e privo di armi per rispondere e difendersi, se non la reazione o l’attacco. 

 

Altra sensazione è il dolore e la tristezza che si accompagna talvolta a reazioni come il pianto, l’allontanamento in modo doloroso, al risentimento e alla sensazione di non poter fare nulla per il troppo malessere vissuto, stando quindi fermo.
Tutte queste sensazioni trascinano l’individuo verso comportamenti poco utili e soprattutto volti a incrementare e alimentare ancor di più il vissuto stesso. 

 

Pertanto, il primo passo per imparare a reagire agli insulti è quello di essere consapevoli di sé, delle proprie caratteristiche e di queste possibili reazioni alle offese. La consapevolezza dei propri stati emotivi è infatti il primo passo per il loro controllo, per affrontarli e utilizzarli in modo funzionale.

 

Una volta raggiusta la consapevolezza si può facilmente interagire con la dovuta leggerezza e, perché no, sarcarmo alle offese. 

 

Reagire agli insulti: mostra indifferenza

Altro grande passo importante è quello di imparare con il tempo a mostrare indifferenza rispetto a quello che l’altro dice, laddove sia qualcosa di doloroso, minaccioso e offensivo. Quando qualcuno insulta, infatti, ha solitamente l’aspettativa di creare una reazione nella vittima e quindi di arrecare dispiacere e ferire. Se questa aspettativa viene delusa probabilmente chi offende sarà meno portato a ripetere questo comportamento, non ricompensato da una reazione. Inoltre, potrebbe in alcuni casi attivare una riflessione sul comportamento agito e su quanto detto. 

 

L’indifferenza è senza dubbio una reazione dura e una forte presa di posizione ma è importante per non dare all’altro la possibilità di decidere come io stesso devo reagire, non lasciare quindi che quanto gli altri dicono o pensano condizioni il proprio modo di pensare e di agire.

 

L’essere superiori è quello che si accompagna all’indifferenza, ovvero andare oltre a quelle che l’altro dice prendendo questo come una cosa non assolutamente vera, ma qualcosa eventualmente da considerare e valutare. Oltre a questo, la consapevolezza che l’insulto ha prevalentemente come unico scopo quello di ferire, probabilmente anche per nascondere una debolezza di chi lo esprime, che non ha sente di possedere altre armi per il confronto.

 

Reagire agli insulti: scegli tu come sentirti

Una cosa che spesso fatichiamo a realizzare è che le conseguenze su se stessi delle cose che accadono e, quindi anche delle offese ricevute, dipendono solo dal proprio modo di considerarle e di affrontarle.

 

Se si decide di fare propria l’offesa ricevuta, osservarla come qualcosa che inevitabilmente corrisponde alla realtà, di cui magari vergognarsi, chiedere scusa, allora si lascia che l’altro e il suo insulto abbiano la meglio ed entrino a far parte del proprio modo di essere, di esprimersi e della propria identità.

 

Diverso è invece scegliere liberamente cosa fare dell’insulto ricevuto, quindi il peso dato ad esso e quanto farlo proprio. La scelta implica che si distingue il detto dell’altro da quello che si è e dalla propria consapevolezza. È proprio quest’ultima che permette di mettere in discussione cosa viene dette e magari rispondere con stile, con risposte taglienti, pungenti, inaspettate e che spiazzano chi insulta. 

 

Il Filosofo Epitteto diceva “nessuno può farti del male senza il tuo consenso, sarai ferito nel momento in cui permetti loro di farti del male”. Ognuno può scegliere se farsi sovrastare dall’insulto o passare oltre, non dando adito a chi offende di credere di aver avuto la meglio e soprattutto di aver detto qualcosa di reale.

 

Reagire agli insulti: insulto o critica?

Altro modo per reagire in modo intelligente agli insulti è quello di mettersi in discussione ma in modo costruttivo. L’insulto dell’altro, infatti può talvolta essere l’espressione di una critica nei nostri confronti, seppur con modi molto sbagliati e dolorosi.

 

Specialmente se l’insulto deriva da persone a cui attribuiamo importanza e valore nella propria vita, potrebbe essere utile provare a capire cosa e come si può migliorare qualche aspetto di sé. Quindi l’insulto assume il ruolo di una critica da cui partire per crescere, cambiare e modificare modi di essere, agire, reagire. 

 

Non sono gli insulti e le offese a fare male e ferire in sé ma il modo in cui si reagisce a esse che termina anche la propria reazione e la relazione con chi insulta.