Violenza ostetrica, conseguenze psicologiche

La violenza ostetrica è un fenomeno ancora poco conosciuto in Italia ma subito con frequenza dalle donne durante la gravidanza o al momento del parto da parte del personale ostetrico e ospedaliero.

Violenza ostetrica

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Nel 2014 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato uno Statement ovvero una dichiarazione in cui dichiara «La prevenzione e l’eliminazione della mancanza di rispetto e degli abusi durante il travaglio e il parto nelle strutture sanitarie» (WHO, 2014), affermando quindi l’importanza di contrastare un fenomeno sempre più diffuso, ma ancora conosciuto quale la “violenza ostetrica”.
 

Violenza Ostetrica cos’è?

La violenza ostetrica fa riferimento a un insieme di atti fisici e psicologici che vengono attuati nei confronti delle donne in dolce attesa e, in particolare, nel momento del parto

 

Il nome dato vuole definire il fenomeno che non vede coinvolti solo ostetrici ma anche altri professionisti che si occupano della presa in carico della partoriente e della donna in gravidanza, nelle differenti fasi della stessa.

 

Sempre l’OMS (Statement 2014) individua alcune possibili forme di violenza agite che, pare essere molto diffuse nel mondo, seppur ancora scarsa sia la conoscenza del fenomeno e le azioni legislative fatte. Tra le possibili forme di violenza identifica: 


•    Abusi fisici 
•    Gravi umiliazioni psicologiche e Aggressioni verbali
•    Imposizione coatta di trattamenti o procedure mediche e/o mancanza di consenso pienamente informato da parte delle donne rispetto a tali atti 
•    Rifiuto di somministrare farmaci antidolorifici, qualora la donna ne faccia richiesta
•    Gravi violazioni della privacy
•    Il rifiuto di ammissione nelle strutture sanitarie, negligenza e incuria durante l’assistenza che può determinare complicanze evitabili e che minacciano la vita
•    La detenzione delle donne e dei loro bambini nella struttura dopo la nascita a causa dell’incapacità economica della donna di far fronte alla spesa per il parto.

 

Questi fenomeni sono stati evidenziati e analizzati negli anni, attraverso le denunce fatte a livello mondiale dalle donne che hanno subito soprusi, accanto a cui è possibile trovare altre tipologie meno evidenti o più specifiche. 

 

Dalle testimonianze raccolte, la donna vittima di violenza ostetrica può quindi vivere il travaglio da sola, senza risposte al dolore da parte del personale sanitario, parti cesarei non necessari o non programmati, violenza fisica con alti livelli di dolore o pratiche di parto molto invasive e talvolta pericolose per la partoriente e per il nascituro, l’assenza di richiesta o espressione del consenso ad alcune pratiche prima del parto, violenze psicologiche come scarso supporto, denigrazione e umiliazione e scarso aiuto post parto.
 

Violenza ostetrica: conseguenze psicologiche

Seppur gli studi siano ancora poco diffusi, le prime ricerche hanno osservato la presenza di conseguenze psicologiche a seguito di violenze ostetriche nelle donne partorienti.

 

In primis è stato rilevato come le conseguenze sul benessere psicologico post partum siamo molto influenzate dalle condizioni in cui è avvenuto il parto stesso, dalla tipologia e dal supporto ricevuto dal personale ospedaliero e famigliare. 

 

Ecco quindi che l’aver subito violenza durante il travaglio o parto è fattore di rischio allo sviluppo di condizioni psicologiche negative, anche gravi, come la depressione post partum

 

Vista la natura fortemente traumatica di tale condizione è anche emerso come tale trauma possa favorire l’insorgenza di vero e proprio disturbo post traumatico da stress (PTSD). Pertanto molte donne vivono una condizione emotiva molto negativa nei mesi successivi al parto, con fatica e compromissione nel prendersi cura del neonato e nella creazione del legame madre-figlio. 

 

Nel tempo questo non solo può incrementare il disagio personale e famigliare ma può portare a conseguenze anche sul benessere del bambino. Inoltre, sono donne che possono sviluppare un vero e proprio rifiuto della maternità, della possibilità di avere altri figli o di sottoporsi a un parto analogo, ricorrendo magari ad un cesareo o ad altri supporti e modalità, nonché l’assunzione di condotte disfunzionali, forte ansia e panico

 

Le conseguenze psicologiche derivanti dal forte trauma subito sono sicuramente molte e legate al fatto che un evento così importante nella vita di una donna e di una coppia genitoriale, viene minato da condotte inadeguate e poco attente alle conseguenze fisiche oltre che psicologiche. 

 

La gravidanza porta con sé normalmente moltissime paure e fatiche che spesso le donne cercano di ridurre cercando supporto nel personale specializzato ed ospedaliero, che l’accompagna nel momento del parto e nei giorni successivi. I professionsti hanno un ruolo molto importante nel sostenere e supportare la neomamma nel momento della nascita e nei primi momenti di cura del bambino, non solo aiutandola nella gestione dei bisogni fisici propri e del bambino, ma anche accogliendola da un punto di vista emotivo e psicologico.

 

In Italia seppur il fenomeno sia ancora poco conosciuto e a livello legislativo le cose siano ancora poco chiare e lontane dall’essere regolamentate, la violenza ostetrica è qualcosa che spesso accade, magari non intenzionalmente ma per rispondere agli standard e procedure o semplicemente ad una condizione di emergenza. Tuttavia proprio per le conseguenze, anche gravi, è importante conoscere e riconoscere il fenomeno per prestarvi attenzione e dare voce.