Manipolatori emotivi: 3 modi per riconoscerli

Chi sono i manipolatori emotivi e come è possibile difendersi? Può essere difficile accorgersi in tempo di essere diventati vittime di queste persone, quando la manipolazione si è già instaurata diventa ancora più arduo uscirne. Impariamo dunque a riconoscerli e a difendercene.

Manipolatori emotivi: 3 modi per riconoscerli

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Montaggio: Claudio Lucca

Un certo grado di manipolazione “innocua” è presente in tutte le relazioni umane, tuttavia ci sono alcune persone, caratterizzate spesso da specifici disturbi di personalità, che vi fanno ricorso pervasivamente per sfruttare le relazioni a proprio vantaggio assoggettando gli altri. Sono i manipolatori emotivi e occorre imparare a riconoscerli per tempo.

 

I manipolatori emotivi e la patologia della relazioni

La manipolazione comprende tutti quegli atteggiamenti o comportamenti messi in atto al fine di modificare, nella direzione voluta, il comportamento, le opinioni, le emozioni e le percezioni di un’altra persona senza che quest’ultima possa attivare un pensiero critico per rendersi conto di quanto sta accadendo.

In realtà un certo grado di manipolazione è presente ubiquitariamente in tutti i rapporti umani. Questo non vuol dire che siamo tutti manipolatori emotivi.

Si tratta piuttosto di un livello di manipolazione “ingenuo” che tutti noi adottiamo/e subiamo con conseguenze per lo più innocue o addirittura benefiche.

Tutte le relazioni umane si fondano su un certo grado di influenzamento inconsapevole che fa leva sull’emotività del legame bypassando, per così dire, il controllo della coscienza razionale.

I fenomeni di “contagio emotivo”, le consuetudini e le dinamiche automatiche e non dette che uniscono le persone fanno parte della normale vita di relazione e non escludono la co-presenza di dimensioni di maggior consapevolezza e scambio.

I manipolatori emotivi rendono invece patologiche e dannose le relazioni perché adottano questa modalità pervasivamente con l’intenzione (deliberata o inconscia) di esercitare un potere sull’altro strumentalizzandolo perversamente per i propri scopi.

Vediamo allora quali sono le caratteristiche dei manipolatori emotivi

 

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I manipolatori emotivi: come adescano le vittime

 1.Comunicazioni incongrue e distorte. I manipolatori emotivi comunicano con le loro “vittime” in modo incongruo, contraddittorio o inadeguato alla circostanza.

Di base manca sempre una dimensione di chiarezza e trasparenza nei loro messaggi che risultano invece caratterizzati dall’ambiguità: quello che dicono può voler dire tutto e il contrario di tutto.

Questi soggetti parlano in modo criptico, allusivo o sarcastico oppure si comportano in modo incoerente mantenendo improvvisamente lunghi silenzi o atteggiamenti di distanza alternati da comunicazioni assidue e serrate.

Tutto questo crea confusione nella vittima che non è mai certa di aver decodificato con chiarezza i messaggi.

 

2.Induzione di sensi di colpa. Alcuni manipolatori emotivi – soprattutto coloro che risultano affetti da un disturbo di personalità borderline – possono irretire le loro vittime mostrandosi improvvisamente vittime indifese e vulnerabili.

Questi improvvisi voltafaccia fanno sì che la vittima sia portata a ricredersi sul loro conto e a provare rimorso e senso di colpa per averli giudicati negativamente. Si tratta in realtà solo di una fase transitoria e assolutamente non veritiera.

 

I manipolatori emotivi e la violenza psicologica

 3.Raggiri, sotterfugi, inganni. Una volta adescata la vittima, il manipolatore emotivo esce, per così dire, “allo scoperto”.

Abbandona sempre più spesso la facciata seduttiva e ammaliante che mostrava in precedenza per agire in modi sfacciatamente aggressivi e prevaricatori nei confronti dell’altra persona per la quale – specie se affetti da un disturbo antisociale di personalità -  non sono in grado di provare né empatia né sensi di colpa (inutile aspettarsi che possano tornare sui propri passi o mettere in discussione il proprio comportamento: non posseggono gli strumenti psicologici per farlo). Sono dunque esclusivamente centrati su sé stessi.

Quella che viene esercitata dai manipolatori emotivi è dunque una vera e propria forma di violenza psicologica – i contesti più comuni sono quelli familiari e quelli di lavoro – che può fare anche maggiori danni di un’esplicita violenza fisica – non per nulla nei luoghi di lavoro è stato introdotto il reato di mobbing – fino a espropriare la vittima della proprie autonome facoltà di giudizio e stima di sé.

 

Manipolatori emotivi: le vittime

Esistono naturalmente persone che possono diventare dei manipolatori emotivi più facilmente preda di altre.

Questo dipende dai fattori di personalità individuali, dagli stress concomitanti e dalla specifica vulnerabilità individuale al contesto in cui la manipolazione viene agita. Imparare a riconoscere e decodificare i comportamenti dei manipolatori affettivi è importante per prenderne le distanze per tempo.

 

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