Il fallimento in amore: superare la fine di una relazione

“L’amore è eterno finché dura” recita un vecchio proverbio.
La fine di una relazione d’amore è sempre sinonimo di fallimento? Forse sì o forse no. Scopriamolo

Il fallimento in amore: superare la fine di una relazione

La fine di una relazione d’amore viene spesso vissuta oltre che con rabbia o tristezza, anche con un senso di fallimento.

Specie se si tratta di relazioni importanti e durature, nelle quali si è investito energie e progetti di vita, la rottura può lasciare un senso di amarezza, l’idea di aver in qualche modo sprecato del tempo, commesso un errore, sbagliato a valutare.

Queste recriminazioni che si fanno a sé stessi possono innescare un circolo vizioso danneggiando la propria autostima e aumentando sentimenti di tristezza e abbandono che possono sfociare in vissuti depressivi che erodono le energie fisiche e mentali.

Assimilando la fine di un amore ad un fallimento personale stiamo perdendo un’importante occasione: quella di imparare qualcosa di più su noi stessi per migliorare il nostro benessere futuro.

 

Il fallimento di un amore

Quando si è adolescenti o comunque molto giovani, la fine di una relazione d’amore rappresenta di solito un fenomeno passeggero, che può essere vissuto anche con gran sofferenza, data la tendenza, in questa fase della vita, a vivere le emozioni in maniera assoluta.

Per l’adolescente, la fine di un amore può suscitare vissuti di forte abbandono e magari anche di disperazione che fanno tuttavia parte della modalità votata agli “eccessi” con cui si vivono un po’ tutte le vicissitudini in questa età.

Non per niente alcune delle maggiori icone di tutti i tempi dell’amore romantico e tragico narrano delle vicende amorose di due giovanissimi innamorati; si pensi ad esempio ai personaggi di Romeo e Giulietta dell’omonima tragedia di Shakespeare.

Nell’età adulta, che lo si voglia o no, molte cose cambiano, soprattutto mutano il tipo di investimento e di aspettative che si nutrono dietro la ricerca di una relazione d’amore stabile che molte volte può portare a scelte/rinunce abitative e di lavoro importanti o a progetti familiari più a lungo termine.

Sono spesso questi i casi in cui la sofferenza per la fine di un amore si associa ad un senso di fallimento, vergogna o colpevolizzazione che possono rendere più difficile per la persona attraversare costruttivamente questa fase in cui si è chiamati, oltre che a gestire la perdita, a riorganizzare molti aspetti della propria vita.

 

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Fallimento o occasione di crescita?

Se la fine di un amore è vissuta con un senso di fallimento troppo forte il rischio è che la vergogna e la svalutazione di sé prendano il sopravvento e non lascino spazio a interrogarsi su cosa non è andato, su qual aspetti vorremmo e potremmo cambiare nella nostra vita.

Il rischio è che si ripercorra un circolo vizioso incontrando partner sorpendentemente similari fra loro che ci lasceranno, alla fine, ugualmente insoddisfatti e infelici.

Saper riconoscere quali schemi di relazione disfunzionale stiamo ripetendo, nel legarci ad un certo tipo di partner, è fondamentale per poter prendere coscienza del problema e approcciarsi alle relazioni con maggior consapevolezza.

Se il senso di fallimento e di sconfitta prendono il sopravvento, questo lavoro di consapevolezza spesso non può avvenire perché quello che stiamo mettendo in discussione è il nostro stesso valore come persone, la nostra autostima e non ciò che cerchiamo e desideriamo da una relazione e da un amore sano.

Ogni conclusione, ogni passaggio, ogni cambiamento di vita rappresentano una perdita ma, al tempo stesso, un’occasione per interrogarsi su di sé, crescere e maturare come persone.

“Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla” (Lao Tzu)

 

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