Significato psicologico dell'Arancione

L’arancione è una tonalità cromatica ottenuta dall’incontro di due colori primari: ha un effetto psicofisico stimolante che coniuga la “calda” attivazione del rosso con il dinamismo del giallo. Rappresenta una condizione fisiologica di elevato consumo energetico, ma anche la capacità di smorzare l’attivazione “reattiva” del rosso e dirigerla verso mete positive.

Arancione colore dinamismo

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In psicologia il simbolismo dei colori fa riferimento non tanto alle individuali preferenze “estetiche” che ognuno di noi ha verso determinate tonalità cromatiche; quanto all’effetto psicofisiologico universale che ogni colore produce in chi lo osserva. 

 

La psicologia del colore arancione è stata molto studiata tenendo conto dei suoi effetti su corpo e mente e dei suoi significati psicologici e spirituali.

 

L’arancione, rappresentando una forma di energia stimolante ma ben canalizzata, è spesso considerato simbolo di fiducia e associato alla vitalità energetica e vivificante della luce solare. 

 

L’arancione nella cromoterapia (la terapia dei colori) sembra avere significati analoghi ed essere utilizzato per controbilanciare tonalità depressive e ritirate dell’umore infondendo ottimismo e spontaneità.
 

La vitalità dell’arancione

Nel simbolismo dei colori, l’arancione è associato a gioia di vivere, spontaneità, estroversione ed entusiasmo vitale. L’arancione infatti stimola un’attivazione emotiva e comportamentale positiva e costruttiva, in grado di indirizzarsi verso mete concrete e vitali da perseguire con fiducia, apertura e speranza

 

Se il rosso, fra tutti i colori caldi, è quello della massima reattività - associata ad esempio all’eccitazione erotica e all’aggressività - l’arancione smorza e convoglia queste energie oltre l’immediata reattività del momento, verso mete costruttive, positive, perseguibili nel lungo periodo preservando la persona da facili esaurimenti e reazioni travolgenti o distruttive. 
 

L’arancione nella cultura orientale

Nella religione buddista e nella cultura orientale in generale, dove pure il simbolismo dei colori è importante, l’arancione è molto diffuso. A questo colore si associa il distacco dalle passioni umane e dai beni materiali a favore di un reindirizzamento dell’energia all’interno verso la propria dimensione interiore e spirituale. 

 

Nella cultura indiana, l’arancione è il colore che corrisponde al secondo chakra localizzato in corrispondenza del basso ventre e associato al cambiamento, al desiderio e alla generatività. Essendo una fonte di energia vitale che parte dal corpo, questo chakra è implicato in un armonica connessione con la natura, quella corporea individuale e quella universale. È legato, infatti, ad attività olistiche e creative come la pittura, la danza o le arti marziali. 

 

Un giusto equilibrio relativo a questo centro energetico è quello che rende una persona in armonia con le proprie caratteristiche interne, siano esse pregi e difetti, mettendola in condizione di riconoscere e accettare la propria natura e procedere traendo energia e vitalità da essa. 

 

Il simbolo del secondo chakra è quello di un fiore a sei petali in cui si trova iscritto un cerchio a rappresentare l’unione di Lingam e Yoni, cioè l’integrazione e la complementarietà fra gli opposti del maschile e del femminile. Aspetto questo che può essere rintracciato anche nei significati che la psicologia occidentale assegna al colore arancione.
 

Indossare l’arancione

L’area del desiderio e dell’emotività possono rappresentare notevoli carburanti motivazionali, specie quando si perseguono obiettivi importanti, faticosi da raggiungere e che richiedono un impiego di energie a lungo termine

 

In queste circostanze, ricorrere all’arancione – nel vestiario come nell’arredamento o in alcuni accessori come leggeri tendaggi – può aiutare a convogliare tutte le risorse mentali, sia cognitive che emotive, verso il perseguimento di un determinato scopo o progetto di vita.

 

L’arancione coniuga infatti la determinazione logica-cognitiva maschile con la creatività desiderante del femminile (che sono, dal punto di vista energetico, in ognuno di noi) promuovendo un’integrazione feconda di ragione e sentimento, corpo e mente verso ciò che più genuinamente desideriamo.

 

Per saperne di più:
Lüscher M. (1993). La diagnostica Lüscher, trad. it. Astrolabio, 1995.
Milani L.  (2004). La psicologia del benessere. Un percorso positivo per la mente, Tecniche Nuove.