Disturbo da lutto persistente, cos'è

Identifica un processo patologico di mancato adattamento ad un lutto. Anche a distanza di tempo continuano ad essere presenti intensa sofferenza emotiva, vuoto identitario e incapacità riorganizzare la propria vita in assenza della persona scomparsa.

Disturbo da lutto persistente, cos'è

Il disturbo da lutto persistente e complicato è stato recentemente inserito nel DSM-5 (il manuale diagnostico dei disturbi mentali riconosciuto a livello internazionale) come entità patologica indipendente e differenziata rispetto ad altri disturbi ad esso affini come depressione maggiore e disturbo post-traumatico da stress.

Nel lutto complicato infatti disperazione, colpa, ritiro e evitamento sono riferiti specificatamente alla persona scomparsa ed è in relazione a questa perdita, difficile da accettare e da elaborare anche a distanza di tempo, che non si riesce a ridefinire la propria identità e i propri progetti di vita.

 

Le fasi del lutto normale

Il lutto normale consiste in un processo psicologico di reazione e adattamento alla perdita che prevede anche fasi di acuta sofferenza e di parziale o totale compromissione della funzionalità sociale e lavorativa. Questi aspetti caratterizzano in maniera, potremmo dire, fisiologica la reazione di lutto che sarà tanto più forte quanto più inattesa e grave è stata la perdita subita.

È un processo che porta, con la sua risoluzione, ad elaborare la perdita e a riprendere i propri progetti di vita solitamente entro 6mesi/un anno. Secondo Jhon Bowlby (1982) ad esempio, che definì le fasi del processo di lutto a partire dalle reazioni dei bambini alla separazione dai genitori, le fasi del lutto normale sono le seguenti:

> fase della protesta, è la fase dello shock per la perdita in cui possono manifestarsi rifiuto di accettare quanto accaduto e sentimenti di paura, angoscia e rabbia;

> fase della nostalgia, è presente la ricerca della persona scomparsa, un intenso desiderio di ricongiungersi con essa, distacco dal mondo esterno;

> fase della disorganizzazione/disperazione, compaiono irrequietezza, irritabilità, disturbi somatici, i ricordi del passato si fanno più intensi;

> fase della riorganizzazione, avviene una rielaborazione della perdita e della relazione con il defunto (sia sul piano sia cognitivo che emotivo) che permette di ritornare ad investire affettivamente verso il mondo esterno, l’immagine del defunto viene interiorizzata e ricordata con un senso di tristezza ma anche con gioia.

Nel disturbo da lutto persistente complicato la persona che ha subito la perdita non riesce ad accettarla o ad elaborarla e, a distanza di 6/12 mesi, mostra ancora segni di disperazione acuta, di ritiro dalla vita e dal mondo esterno e disorganizzazione identitaria.


Leggi anche La fobia della morte >>

 

Sintomi del disturbo da lutto persistente complicato

Secondo il DSM-5 (APA, 2013) il disturbo da lutto persistente complicato è caratterizzato dai seguenti elementi diagnostici (presenti ancora a 12 mesi, 6 per i bambini, dall’evento luttuoso).

Aver, naturalmente, subito la perdita di una persona cara con la quale si aveva un legame di attaccamento molto stretto (il lutto può risultare particolarmente traumatico e complicato in quei casi dove la perdita di una persona cara è avvenuta per circostanze improvvise e violente es. suicidio, omicidio ecc.).

> Intensa nostalgia per la persona scomparsa, sentimenti di tristezza e dolore emotivo o preoccupazioni per il deceduto o per le circostanze della sua morte.

> Difficoltà ad accettare la morte (provare incredulità o torpore emotivo al riguardo; difficoltà a vivere ricordi positivi riguardo al deceduto; amarezza/rabbia di fronte alla perdita; svalutazione di sé/auto-colpevolezza in relazione alla perdita; evitamento di luoghi o persone associate alla persona scomparsa).

> Confusione identitaria, senso di vuoto (si avverte come se una parte di sé stessi fosse morta insieme al deceduto), sensazione che la vita sia priva di senso, impossibilità a riprendere i progetti per il futuro.

> Compromissione del funzionamento sociale e lavorativo, reazione sproporzionata rispetto alle norme culturali e religiose o rispetto all’età.

 

Psicoterapia per il lutto persistente complicato

Rivolgersi ad un professionista per un percorso di consulenza psicologica o di psicoterapia può essere una strada molto utile, a volte indispensabile, nei casi di un lutto complicato.

Non è così nel lutto normale o nelle prime fasi di un lutto quando la persona ha soprattutto bisogno di avere accanto a sé i propri affetti, coloro che meglio conosce e che condividevano un rapporto di conoscenza con il defunto.

E’ quando il lutto non si risolve, quando resta una parziale o totale incapacità a superare la perdita e ad andare avanti che può essere utile rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta per intraprendere un percorso di elaborazione del dolore e di ristrutturazione del rapporto col defunto.

“Una persona non muore subito per noi, ma resta immersa in una specie di aura di vita che non ha nulla di una reale immortalità ma che fa sì che essa continui a occupare i nostri pensieri proprio come quando era viva. È come in viaggio.”

(Marcel Proust)


Leggi anche I funeral selfie e la negazione della morte >>