Come gestire la rabbia altrui

Gestire la rabbia altrui è una grande abilità e richiede un equilibrio tra calma e assertività anche quando verrebbe voglia di rispondere alla stessa maniera o dandosi alla fuga.

Rabbia altrui

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La rabbia è un’emozione primaria che si attiva in differenti circostanze della vita e spesso si fatica a comprenderne la natura e la causa sottostante. È un’emozione che tutti, chi più o chi meno nella vita, hanno sperimentato e attivato strategie più o meno efficaci per controllarla e gestirla.

 

Ci sono, infatti, persone tendenzialmente più aggressive e litigiose, meno capaci di incanalare la rabbia in modo costruttivo e funzionale, e altre invece più calme e tranquille che affrontano le situazioni con maggiore proattività e assertività.

 

Il controllo della rabbia è sicuramente qualcosa che spesso può risultare complesso e faticoso, e questo a maggiore ragione se l’aggressività da controllare è quella di altri e non la propria.

 

Controllare la rabbia altrui: rimanere calmi

La prima strategia per gestire la rabbia degli altri è quella di mantenere la calma. A primo impatto questo sembra impossibile: a tutti infatti sarà capitato di reagire impulsivamente all’aggressività altrui con rabbia e reazioni negative. 

 

È tendenzialmente la reazione più naturale e spontanea in quanto, sentendosi attaccati si attiva un meccanismo difensivo al fine di mantenere un equilibrio e una posizione ferma. 

 

Tuttavia, reagire alla rabbia con ulteriore rabbia porta a scarso successo. Quello che accade infatti è l’attivazione di un escalation aggressiva che via via si ingrandisce e non porta alla risoluzione del conflitto ma solo ad un suo incremento  fino, talvolta, a livelli poco piacevoli. La strategia è quindi quella di cercare di mantenere la calma. 

 

Quando qualcuno è arrabbiato, e magari inveisce contro di noi, è importante ricordarsi di respirare profondamente, cercare di controllare la risposta impulsiva in favore di una più controllata e razionale, ricordandosi che una reazione aggressiva porterà solo a maggiore aggressività altrui, e non a una soluzione e calma. 
 

Controllare la rabbia altrui: rispondere in modo assertivo

Molto spesso quando si subiscono attacchi di rabbia in cui l’altro inizia a insultare, criticare, offendere e dire cose che probabilmente non pensa ma solo espresse per rabbia, o magari pensa ma esprime male, le prime reazioni possibili sono l’attacco, quindi la risposta aggressiva, o la fuga o passività.

 

Nel primo caso si attiva quel circolo vizioso visto precedentemente, nel secondo, invece, ci si sottopone all’altro, mostrandosi deboli e vulnerabili, dando maggiore spazio e facilità di nuovi attacchi.

 

La via adeguata sta nel mezzo, ovvero rispondere in modo assertivo. L’assertività è la capacità di esprimere in modo chiaro, diretto ed efficace le proprie opinioni ed emozioni, senza esprimere un giudizio sull’altro.
 

Controllare la rabbia altrui: mostrare empatia

Altra strategia utile è quella di mostrarsi aperti al dialogo e al confronto, accoglienti e presenti. Questo è funzionale soprattutto quando la rabbia altrui non è agita verso sé ma magari generale o dovuta ad altro.

 

Mostrarsi empatici potrebbe comunicare all’altro un’apertura nei suoi confronti e la possibilità di poter comunicare il motivo della propria rabbia, non sentirsi giudicato e attaccato e quindi ridurre la sensazione di doversi difendere a tutti i costi.

 

Cercare di utilizzare frasi come “comprendo quanto possa essere difficile…” “so che non è facile…” “capisco e hai motivo di arrabbiarti ma proviamo a trovare una soluzione assieme…” possono mostrare supporto e apertura. L’accoglienza apre al dialogo.  Ovviamente questo atteggiamento non è molto utile laddove la persona sia in preda a un attacco di rabbia e in escandescenza. In questo caso è bene restare calmi e aperti, mostrandosi in ascolto attivo e presente. Quando l’intensità dell’emozioni inizia a ridursi è possibile provare a creare uno spiraglio e una comunicazione. 

 

Controllare la rabbia altrui: fare domande e stimolare la riflessione

Quando si è arrabbiati si fatica a comprendere la vera natura delle cose, a trovare soluzioni funzionali e razionalizzare. Nella gestione della rabbia altrui è quindi utile aiutare l’altro a comprendere il fondamento della propria emozione, supportare la razionalizzazione delle cose e la ricerca di soluzioni. 

 

Per farlo, in primo luogo, è bene assumere un comportamento non giudicante in cui criticare la reazione altrui, magari i comportamenti e la gestione delle cose, ma anzi mostrarsi aperti al dialogo e fare domande che possano stimolare la riflessione.

 

La persona, infatti, con le domande è portata ad allontanare piano piano il proprio focus sull’unico punto di vista considerato e iniziare a prospettare una soluzione o gestione differente. Ovviamente è qualcosa che va fatto a piccoli passi e spesso inizialmente ha poca utilità perché l’emozione è troppo forte.

 

Queste strategie possono essere funzionali laddove via sua un livello di rabbia gestibile e specialmente dovuto o legato a cause esterne, a circostanze, a situazioni o conflitti rispetto a un avvenimento. Diversi sono i casi in cui si ha rabbia “patologica” e aggressività agita in continuazione magari all’interno di relazioni coniugali, lavorative: in questi casi è importante armarsi di altre strategie e magari chiedere aiuto laddove la gestione il controllo dell’altro diventano difficili e le conseguenze per sé faticose o pericolose.