Lo storytelling tra business e arte di raccontarsi

Lo storytelling è una pratica importante sia in ambito terapeutico-riabilitativo che in quello aziendale: la nostra mente pensa, ricorda e ragiona per storie.

Storytelling

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Raccontare storie è un’attività tipicamente umana con la quale diamo senso all’esperienza e costruiamo la nostra identità

 

Per questo lo storytelling è uno strumento piuttosto versatile, impiegato sia in ambito terapeutico-riabilitativo che in ambito formativo e di marketing. Qualunque sia il contesto, raccontare storie o essere destinatari di quelle narrate da altri ci coinvolge e ci persuade più di ogni altra cosa! 

 

Lo storytelling ambito terapeutico-riabilitativo

Daniel Stern è stato uno dei più grandi studiosi dello sviluppo infantile in età moderna, egli più di ogni altro, ha evidenziato come la capacità di raccontare storie rappresenti una precisa tappa dello sviluppo infantile e della costruzione dell’identità. 

 

Il pensiero narrativoconsiste proprio in quella capacità della mente, tipicamente umana, di dare senso e coerenza a ciò che accade assegnando delle connessioni fra gli eventi di tipo causale e intenzionale che permettano di individuare elementi di significato che li rendano intellegibili e coerenti. 

 

È un’operazione fondamentale anche per definire la nostra identità personale: in fondo siamo sempre noi – dal nostro soggettivo punto di vista – i “protagonisti” delle nostre storie e questo ci consente di riconoscere una nostra identità, chi noi siamo, stabile nel tempo e resa tale attraverso il susseguirsi delle varie esperienze autobiografiche che ci riguardano. 

 

Da quando, nella prima infanzia, diventiamo capaci di pensare “questa cosa è accaduta a me” – differenziandoci come persone separate dai nostri caregiver – questa incessante attività di storytelling prosegue per il resto nella nostra vita.

 

È per questo che lo storytelling è un’attività impiegata sia in psicoterapia che nei più vari percorsi terapeutico-riabilitativi, anche se non in modi espliciti e codificati come avviene in ambito formativo o organizzativo.

Lo storytelling consente di narrare diversamente le proprie esperienze, assegnare ad esse nuovi significati e guardarle da nuovi punti di vista al fine di riconciliarsi con esse, renderle meno traumatiche e consentirci di andare avanti nella vita senza esserne condizionati negativamente. 
 

Lo storytelling ambito formativo e di ricerca

Lo storytelling rappresenta un’attività spesso utilizzata anche in ambito formativo e di ricerca al fine di rilevare aspettative e atteggiamenti impliciti in un gruppo di persone su un determinato argomento. 

 

Si pensi ad esempio alle indagini di mercato o alla formazione psicoeducazionale: gli psicologi sanno fin troppo bene che una certa propensione all’acquisto/utilizzo di un determinato prodotto o all’adozione di un determinato comportamento (si pensi all’utilizzo del preservativo o altri comportamenti protettivi per la salute) non è rilevabile soltanto in ciò che a livello esplicito le persone dicono di pensare. 

 

Ci sono sempre tutta una seria di fantasie e aspettative implicite  che gli individui e i gruppi hanno e che possono essere esplorate con metodi indiretti. 

 

Lo storytelling in un gruppo di formazione o di ricerca consente di rintracciare tali elementi sollecitando a costruire una o più storie sull’argomento in oggetto (antropomorfizzandolo) e sviluppando una vicenda su di esso che preveda un intreccio di tipo narrativo (esordio, sviluppo e finale ). Le storie che emergeranno potranno suggerire preziose informazioni al gruppo o al ricercatore sugli atteggiamenti impliciti che il gruppo stesso ha riguardo un determinato argomento. 

 

Lo storytelling per il marketing

Siamo maggiormente disposti ad acquistare un prodotto/servizio di cui conosciamo la storia, ci rimane impresso nella memoria e ce lo fa percepire più “umano” e alla nostra portata. 

 

Si pensi al digital marketing: in quest’ambito l’arte di comunicare raccontando storie è fondamentale perché consente di agganciarsi direttamente agli stati emotivi del potenziale cliente/consumatore sollecitando in lui interesse e attenzione al messaggio che si vuole comunicare. 

 

È risaputo infatti che quelle informazioni che si imprimono con più efficacia nella nostra memoria a lungo termine sono quelle che ci coinvolgono emotivamente e che nel farlo ricalcano la struttura narrativa (organizzata per setting, tema, intreccio e soluzione) congruente col “pensiero narrativo” che utilizziamo per organizzare le nostre memorie autobiografiche e dare senso a ciò che ci accade. 

 

Si pensi a Nike: è un marchio che ha fatto dello storytelling il carattere distintivo della sua strategia di comunicazione. Dal proverbiale slogan “just do it” alle immagini dei suoi spot, tutto concorre a raccontare le storie di successo di persone comuni che riescono ad autorealizzarsi e fare qualcosa di grande. È proprio sfruttando questa reputazione che Nike ha recentemente aderito alla denuncia contro l’uccisione di George Floyd proponendo un messaggio a sfondo nero su cui ha apposto una modifica del suo rinomato slogan: “For Once, Don’t Do It”.