Nel volontariato è fondamentale poter gestire le emozioni

Il volontariato non è un'attività retribuita, ma non per questo meno impegnativa. Il volontario deve essere in possesso di una predisposizione all'aiuto, di nozioni tecniche e anche della capacità di gestire le emozioni che le attività suscitano.

Nel volontariato è fondamentale poter gestire le emozioni

Il volontariato è un'attività che non viene retribuita e viene svolta da coloro che decidono di offrire le proprie competenze (personali o professionali) al servizio di altri. L'assenza della retribuzione può erroneamente portare a svalutare l'attività del volontario che comunque comporta uno sforzo lavorativo e formativo.

Il volontariato è un'attività che spesso riguarda l'ambito medico e assistenziale e questo comporta un dispendio emotivo e personale molto intenso che alla lunga può sfociare nel burn out. Ecco perché il volontariato deve essere supportato nella gestione delle sue emozioni.

 

Le competenze del volontario

Una visione completa delle competenze che sono richieste al volontario possono chiarire la necessità di un sostegno emotivo. Il primo punto riguarda l'acquisizione di nozioni mediche o psicologiche o comunque tecniche che consentano ai volontari di poter operare concretamente sul problema e di offrire un sostegno concreto.

Il secondo elemento è la presenza di un'attitudine o predisposizione a lavorare con persone che abbiano un certo disagio: questo vuol dire non solo conoscere la patologia, ma voler entrare in contatto con la persona che soffre di un disagio.

Questo contatto personale è ciò che aumenta il coinvolgimento del volontario in quanto individuo e che può far nascere relazioni amichevoli e un certo attaccamento.

La terza competenza riguarda il monitoraggio delle emozioni che il lavoro suscita nel volontario che regolarmente entra in contatto con una realtà difficile.

 

Cosa significa gestire le emozioni?

Cosa significa gestire le proprie emozioni? A livello istituzionale significa prendere in considerazione il problema e pensare ad un servizio di accompagnamento, ma a livello individuale vuol dire imparare ad ascoltarsi. Seguire un corso sulla gestione delle emozioni non serve a nulla se il volontario ha la pretesa di essere immune ai problemi.

Ecco quindi che è fondamentale conoscersi e riconoscere i propri punti deboli. Durante le attività del volontariato si dovrebbe essere in grado di riconoscere le diverse emozioni che la situazione suscita; in tal senso sono molto utili i momenti di debriefing di gruppo. Il contatto con l'equipe permette di comprendere i diversi modi in cui una situazione possa essere letta e quindi come un evento ci abbia colpito personalmente.

L'incontro con gli altri offre anche l'opportunità di chiedere aiuto quando il coinvolgimento emotivo diventa eccessivo. Il volontario come tutti i lavoratori deve essere in grado di rallentare i ritmi per prendersi cura di sé.

 

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