La psicologia del volontario

Chi è il volontario? Quali sono le motivazioni e i valori che lo spingono a lavorare gratuitamente? Queste sono le domande che la psicologia si è posti nei confronti di questa figura, cercando le risposte anche nella famiglia.

La psicologia del volontario

Come altre figure anche il volontario ha un ruolo importante all'interno del terzo settore, ma non essendo pagato, è mosso da leve motivazionali differenti. Parlare di psicologia del volontario è importante in un settore che usufruisce dello sforzo gratuito, ma intenso di risorse che offrono molto in cambio di cosa?

 

La figura del volontario

Secondo Renato Frisanco, responsabile del Settore studi e ricerche della Fivol, il volontario è prima di tutto un cittadino responsabile che mette a disposizione della comunità il proprio tempo.

Ciò che rende il volontario tale è l'interiorizzazione di alcuni valori e la loro messa in pratica. La psicologia di queste figure quindi si basa su una serie credenze, come: la solidarietà, la giustizia sociale, la legalità, la non violenza, la qualità della vita e la crescita di beni comuni.

Secondo questa linea di pensiero la gratuità è parte integrante dell'operato del volontario che altrimenti, sarebbe meno credibile nella sua opera di disseminazione valoriale.

 

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E come viene visto il volontario?

La psicologia non si occupa solo di delineare le caratteristiche di certe figure, ma anche di ricostruire l'immagine che (a torto o a ragione) ci si fa di quella figura. Molti studiosi si sono interessati di analizzare la figura del volontario, soprattutto in Italia, dove stanno aumentando. Sebbene l'immagine sia quella di una persona positiva, altruista e generalmente competente, sullo sfondo resta sempre la questione del perché lavorino gratuitamente. Cosa motiva il volontario nella sua azione?

Allen Omoto e Mark Snyder hanno delineato un modello tra i più apprezzati: il modello funzionalista che individua 6 classi di motivazioni:

  1. Valori personali, che rivelano un interesse umanitario.
  2. Comprensione, cioè la messa in pratica di abilità altrimenti inespresse.
  3. Valori sociali, ovvero un interesse per le relazioni sociali.
  4. Carriera
  5. Protezione dai sensi di colpa per avere o aver avuto più successo di altri.
  6. Miglioramento del e della propria autostima.


Il ruolo della famiglia nella scelta del volontario

La psicologia ha indagato il ruolo della famiglia nella scelta dei volontari in quanto sembra avere un forte impatto: o per continuità o per rottura. Nello specifico sembra che le famiglie dei volontari sono permeate da un forte senso della fiducia, del dono e della reciprocità. Si tratta di famiglie ben radicate nel territorio e nella comunità che hanno saputo creare un solido patrimonio di relazioni sociali positive.


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