Reputazione, c'è sempre qualcosa da difendere

Facciamo dipendere la nostra felicità dalla reputazione, un meccanismo parziale di considerare il giudizio degli altri su di noi che però può condizionarci in maniera definitiva.

Reputazione, c'è sempre qualcosa da difendere

La reputazione si costruisce ogni giorno, la si coltiva, la si cutodisce, la si difende. E' il nostro biglietto da visita sul mondo e per questo ci adoperiamo tutti senza risparmiarci.

Questo perché, se da un lato ci vogliono anni per costruire la propria immagine nel mondo, è altrettanto vero che ci vuole un solo istante per annientarla, comprometterla e distruggerla, anche in modo irreversibile.

 

Reputazione: cos’è e come si costruisce

Il termine reputazione deriva dal latino “reputare” ovvero re-putare che nell’antica accezione indicava la continua e ripetuta potatura di una pianta, oggi invece indica un giudizio reiterato e ripetuto nel tempo. Più semplicemente, quindi, la reputazione è una “valutazione” o giudizio che un gruppo emette su un individuo in modo ripetuto e costante ritenendolo o meno degno di apprezzamento.

Essa è quindi l’idea o la considerazione che altri, appartenenti a uno specifico contesto o entità sociale, hanno di ogni individuo, in termini positivi o negativi, orientando qualsiasi loro pensiero e azione.

È qualcosa che si costruisce fin da bambini, quando altri ti dicono come comportarsi in un certo contesto, per “non fare brutta figura” a scuola in cui si può essere classificati come i belli della classe, i bulli, i secchioni o nulla facenti, ecc. nel mondo lavorativo dove ogni giorno ci si scontra con persone e realtà che inevitabilmente hanno un’immagine e considerazione di noi.

Si costruisce con le azioni, i comportamenti, i modi di fare, la comunicazione, le esperienze, i successi e gli insuccessi, i post sui social e tanto tanto altro. Questo però non è tutto, una parte di essa infatti è inevitabilmente e incontrollabilmente dettata dal sentito dire, dalle categorie di ogni gruppo, dall'invidia o ammirazione a priori altrui, e da fattori non sempre sotto il nostro controllo. 

 

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Perché dobbiamo sempre difenderla?

Ogni giorno bisogna lottare e prestare attenzione per non intaccare la propria reputazione. Questo perché una reputazione positiva genera ammirazione, riconoscimento e rispetto da parte del gruppo di riferimento. In ambito lavorativo vengono riconosciute abilità, capacità e doti, diventa maggiormente possibile ricevere proposte di lavoro o essere considerati come figure di riferimento dai colleghi, la diffusione di buone informazioni tra la clientela o utenza. Difenderla è importante anche per mantenere un ruolo e uno status sociale bene definito e costruito nel tempo.

Compromettere la reputazione potrebbe generare dicerie poco piacevoli, giudizi forti, allontanamento dal gruppo e poca considerazione, con tutte le ricadute successive a livello relazionale, professionale e personale. Cercare quindi di mantenere una coerenza nel proprio modo di agire, prestare attenzione alle proprie scelte, a cosa si dice o scrive, conoscere i valori e sistemi delle realtà in cui si opera è sicuramente importante.

La reputazione volente o nolente dona agli altri l’immagine di ciò che una persona è, precedendo spesso la reale conoscenza e basandosi su sentito dire, categorizzazioni, stereotipi e pregiudizi. È quindi qualcosa di molto fragile, ma estremamente importante. Laddove il giudizio sia negativo la sfida è nel confutarlo, laddove sia già in partenza positivo invece si deve agire per confermarlo e preservarlo. In ogni caso non bisogna ma abbassare le armi.

 

Reputazione: qualcosa di relativo

A complicare le cose è la relatività della reputazione, intesa come il fatto che essa non è assoluta e uguale per ogni contesto e in relazione a ogni gruppo, poiché deriva da giudizi che un insieme di persone fanno su un individuo sulla base del proprio modo di pensare, delle proprie norme e sistema morale e valoriale.

Quindi è possibile che la reputazione che si ha in famiglia sia diversa da quella nel contesto di lavoro, e questa da quella del gruppo di amici, quello sportivo o dei conoscenti, della platea dei social e via dicendo.

In caso di compromissione della reputazione il suo ripristino e miglioramento è differente nei diversi contesti, anche per le relazioni e legami differenti che si vanno a creare e la diversa possibilità di confermare o disconfermare alcuni elementi.

In ogni caso difendere la propria reputazione è un vero e proprio impegno giornaliero, e nell’epoca della digitalizzazione e dei social l’attenzione deve essere ancora più alta. 

 

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Foto: Warakorn Harnprasop / 123rf.com