Con l’autoefficacia parti dalla mente per dimagrire

La forma fisica perfetta è un obiettivo difficile da raggiungere: in questo ci aiuta la fiducia nelle nostre capacità e il saper pianificare obiettivi realistici

Con l’autoefficacia parti dalla mente per dimagrire

Il costrutto dell’autoefficacia è stato coniato da Albert Bandura nel 1986 e fa riferimento a: “La convinzione, nelle proprie capacità, di organizzare e realizzare il corso di azioni necessario a gestire adeguatamente le situazioni che si incontreranno, in modo da raggiungere i risultati prefissati”. 

Da un punto di vista socio-cognitivo è una variabile in grado di influire sulle scelte e sul comportamento umano, in quanto agisce direttamente su diversi aspetti:

-    La motivazione ad agire
-    La tipologia e la difficoltà del compito che si va ad intraprendere
-    La quantità e il perdurare dell’impegno nel raggiungere lo scopo pre-fissato.

Autoefficacia tra mente e corpo

L’autoefficacia è un attore fondamentale della vita psicologica dell’individuo e dei ponti che uniscono psiche e soma. Un buon livello di autoefficacia e di autostima indica uno stato di salute complessivo positivo, in grado di indurre un ulteriore miglioramento. In che modo le convinzioni di efficacia incidono concretamente sul corpo e sulla salute?

Tre sono le aree di influenza principali: incidono sulla decisione di cambiare le abitudini, sostengono la disponibilità a cambiare e a fare sacrifici e permettono di mantenere i buoni risultati nel tempo.

 

Qual è il legame tra autoefficacia e salute?

Credere per dimagrire?

Per chi cerca di perdere peso o in generale di migliorare il proprio aspetto fisico, l’autoefficacia a sostegno della costanza e della perseveranza è un utile alleato. Nel percorso di dimagrimento è utile conoscere questi aspetti di sé che andranno ad incidere sulla capacità di reggere l’attività fisica e di controllare l’alimentazione.

Uno studio della Queensland University (Australia) ha verificato che gli obesi e le persone in sovrappeso presentano un livello mediamente più basso di autostima e autoefficacia. Ciò induce più facilmente al fallimento e a cedere di fronte al compito di mettersi a dieta: in questo modo si innesca un circolo vizioso, in cui la scarsa motivazione porta all’avverarsi di previsioni negative. Questa profezia che si auto-avvera può indurre l’obeso a crearsi nuovi obiettivi irrealistici che, sicuramente, non si concretizzeranno peggiorando ulteriormente l’immagine di sé.

Sostenere l’autoefficacia

Da questo studio emerge come questi aspetti psicologici debbano essere presi in considerazione nella cura di sé, sia per chi cerca di migliorarsi,sia per coloro che si trovano in fase di recupero da una situazione patologica.

La conoscenza di sé diventa uno strumento in più per riuscire a trovare una serie di obiettivi e sotto-obiettivi realizzabili, che nel tempo sostengano l’autostima e favoriscano un nuovo senso di autoefficacia.

 

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