Una nuova terapia per la dislessia

La dislessia è un disturbo dell'apprendimento di cui sembrano piene le scuole italiane ai nostri giorni. L'Ospedale Bambino Gesù sembra aver trovato una nuova terapia a sostegno dei bambini e del loro futuro!

Una nuova terapia per la dislessia

La dislessia è un DSA, ovvero un disturbo specifico dell'apprendimento che ostacola chi ne soffre a leggere correttamente e rapidamente rispetto ai coetanei.

Per molto tempo è stata confusa con svogliatezza e scarsa intelligenza, ma in realtà si tratta di una difficoltà nel gestire la lettura di lettere, parole e brani che rende più complesso anche la comprensione dei testi.

Oggi esistono diagnosi, terapie e trattamenti specifici e l'Ospedale Bambino Gesù sembra aver trovato una nuova efficace terapia.

 

La nuova terapia per la dislessia: la stimolazione transcranica

Lo studio condotto presso l'Ospedale Bambino Gesù sotto la supervisione della dott.ssa Deny Menghini ha utilizzato una tecnica già nota per la cura della depressione e dell'epilessia, ma usata per la prima volta in quest'ambito: la stimolazione trancranica a corrente diretta (tDCS).

La tDCS è una tecnica non invasiva e indolore che induce una stimolazione delle aree ipoattive (o dall'attivazione alterata) nel soggetto dislessico per migliorare le abilità di lettura. L'intensità erogata da un dispositivo portatile è bassa, di circa 1 milliampere.

 

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La ricerca

La ricerca è stata condotta su 19 pazienti in età evolutiva, tra i 10 e i 17 anni suddivisi casualmente in due gruppi: il primo riceveva il trattamento e quello di controllo riceveva un placebo.

Gli incontri sono durati 6 settimane, al ritmo di 3 volte alla settimana, al termine dei quali è stato riscontrato un miglioramento della velocità e nell'accuratezza della lettura pari al 60%: ad esempio si è passati da 0.5 a 0.8 sillabe lette al secondo, dove 0.3 è il miglioramento medio ottenuto in un anno di terapie da bambini dislessici; il cambiamento si è mantenuto stabile dopo un mese dall'ultima seduta. I partecipanti al gruppo di controllo non hanno mostrato cambiamenti significativi.

Questi risultati indicano una possibile via, ma non sono da considerarsi ancora conclusivi; i ricercatori sottolineano la loro soddisfazione, ma la necessità di ampliare il campione e di verificare gli effetti nel tempo.

 

Qualche informazione in più sulla dislessia

La dislessia è un disturbo neurologico che compromette il riconoscimento delle lettere e la conversione grafo - suono in modo automatico: non significa che il dislessico non ci riesca, ma che è meno veloce e tende a fare più errori di chi non ne sia affetto.

Lo sviluppo delle competenze è possibile anche a partire da una diagnosi grave. Nonostante la dislessia sia certamente legata alle aree cerebrali deputate al linguaggio, non è ancora chiaro il meccanismo di insorgenza. Esistono ipotesi che la mettono in relazione alla memoria di lavoro, all'elaborazione dei suoni e anche al focus dell'attenzione.

I trattamenti terapeutici utilizzati e che hanno maggior successo usano dei software specifici che aiutano ad automatizzare il rapporto tra sillabe e suoni. Esistono diversi strumenti a sostegno delle scuole e delle famiglie, come ad esempio l'uso di font che siano più leggibili per i dislessici.

 

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Per approfondire:

> Disturbi dell'infanzia e dell'adolescenza