Mediatore culturale, chi è e cosa fa

Il Mediatore culturale è una risorsa preziosa per mettere in comunicazione popoli e culture e risolvere problemi quotidiani legati: come si diventa mediatore culturale, in che contesti lavora il mediatore, quali competenze deve possedere.

Mediatore culturale

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Il mediatore culturale è una figura che negli ultimi anni ha acquisito grande importanza e utilità al fine di rendere le comunicazioni e gli scambi tra culture differenti, funzionale ed efficace.

 

 

Sono figure che spesso sono citate o ricordate solo per il ruolo da interpreti, per questo spesso si utilizza l’accezione mediatore linguistico, ma nella realtà il loro lavoro va ben oltre la sola traduzione di quanto detto tra due interlocutori di lingua diversa.
 

Chi è il mediatore culturale

Il mediatore culturale è un professionista che si occupa di mediare tra persone o gruppi appartenenti a culture differenti e che utilizzano lingue diverse. Il suo ruolo è quindi quello di mettere in comunicazione le parti attraverso un lavoro di traduzione linguistica in primis, al fine di rendere la comunicazione e lo scambio possibili, ma anche di mediare dal punto di vista delle culture, tradizioni, pensieri, aspettative e bisogni.

Culture differenti hanno, infatti, tantissimi aspetti diversi che nello scambio possono creare malintesi, incomprensione e anche problematiche importati. Per questo nella mediazione il mediatore deve raccogliere i bisogni o le richieste, riferirle all’altro interlocutore e permettere di raggiungere accordi funzionali, di risolvere questioni e di arrivare a determinare aspetti importanti della trattativa o incontro.

 

Il ruolo, quindi è quello di facilitare lo scambio e l’integrazione, non solo per le conoscenze linguistiche ma anche culturali, sozio-politiche, tradizionali.
 

Mediatore culturale: competenze

Il mediatore culturale ha quindi differenti e importanti abilità e competenze.
In primo luogo, conosce e padroneggia con facilità entrambe le lingue parlate dalle parti. Questo permette di tradurre quanto detto, i documenti, gli scritti, le richieste o altro. 

 

Ma la lingua non è il solo aspetto, come detto infatti la mediazione va ben oltre la sola traduzione linguistica. Il professionista deve possedere conoscenze in merito alla cultura di appartenenza degli interlocutori, quindi ad esempio quella del luogo di provenienza di uno straniero e quella del Paese in cui arriva, conosce e sa gestire gli aspetti burocratici, sociali, ha conoscenze sull’assetto socio-politico, conosce tradizioni, usanze, regolamenti e divieti. 

 

Altre peculiarità sono le abilità comunicative, relazionali, capacità di problem solving, di gestione delle dinamiche conflittuali, buona programmazione e organizzazione e flessibilità, arricchiscono poi le competenze preziose di un buon mediatore. 

 

Tutto questo permette di supportare entrambi gli interlocutori nella comprensione del punto di vista altrui, delle esigenze personali e mettere queste a confronto con quelle dell’ambiente e del contesto. Offre quindi strumenti utili per la comunicazione. 

 

Come si diventa mediatore culturale

Il mediatore culturale, considerato il ruolo fondamentale e spesso delicato che ricopre, deve possedere una formazione adeguata che può avvenire in differenti modi.
Ci sono infatti professionisti laureati in mediazione interculturale e linguistica o Lingue e culture straniere, altri formati con corsi di mediazione interculturale proposti ad hoc, altri ancora che si sono formati nel tempo o semplicemente conoscono bene due lingue, quelle degli interlocutori che devono mettere in relazione, e hanno nel tempo fatto esperienza di mediazione anche famigliare.

 

Ovviamente non ci si può improvvisare. Per essere mediatori la conoscenza linguistica deve essere molto approfondita e adeguata e deve accompagnarsi ad una buonissima conoscenza culturale e della struttura e funzionamento del paese in cui opera e non solo, degli aspetti burocratici, le leggi, i protocolli. 

 

Mediatore culturale: dove può lavorare

Il lavoro del mediatore può essere svolto in differenti realtà:

  • organizzazioni e associazioni che si occupano di immigrazione;
  • centri di accoglienza per i richiedenti asilo;
  • strutture socio – assistenziali come ospedali, asl e uffici medici di base, ONLUS, associazioni;
  • Strutture scolastiche o centri educativi/ricreativi;
  • uffici pubblici come comuni o enti per l’immigrazione, centri di collocamento lavorativo;
  • questure e carceri;
  • sindacati che tutelano e/o rappresentano la popolazione straniera in un paese e tutte le associazioni di categoria che di questi si occupano;
  • strutture o organizzazioni che si occupano di supporto e assistenza alle persone straniere o in difficoltà per difficoltà socio-culturali o linguistiche.

 

Il lavoro del mediatore linguistico culturale

La figura del mediatore può essere coinvolta in differenti momenti, contesti e situazioni. In primo luogo è la persona designata a mediare la comunicazione tra organi istituzionali, come ad esempio le forze dell’ordine o i comuni e le persone straniere. Ad esempio intervengono laddove vi sia una difficoltà linguistica, o una richiesta o bisogno non compreso dalle parti, analizza la domanda e agire una mediazione.

 

Oltre a questo è la figura che supporta le persone straniere nel disbrigo di iter burocratici, nella compilazione di moduli, nella relazioni con enti ed uffici, sia per la questione linguistica ma anche per la conoscenza delle leggi e dei regolamenti del paese. 
Favorisce quindi l’integrazione degli stranieri nel paese, aiutandoli a conoscere, cultura, tradizioni, ma soprattutto aspetti fondamentali del vivere sociale, le leggi presenti e le possibilità formative per stranieri del territorio. il tutto spesso creando momenti di interscambio culturale, di accoglienza e integrazione.

 

In un’ottica inclusiva la figura del mediatore è fondamentale al fine di favorire l’incontro tra culture e favorire l’integrazione. In Italia lo stipendio medio di questa figura professionale ha valori oscillanti a seconda che il profilo sia inserito in un contesto pubblico, privato o tramite cooperativa, ad esempio. In media lo stipendio mensile del mediatore culturale può oscillare tra gli 800 e i 1.300 euro. 

 

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