Matrimoni misti: conciliare religioni diverse si può?

I matrimoni misti forse stupiscono meno oggi rispetto a ieri e culturalmente, noi moderni cittadini della società “liquida”, ce ne sentiamo meno sorpresi di un tempo. Attenzione però che siano matrimoni realmente misti fondati cioè sull’integrazione e non sulla negazione delle differenze culturali e religiose.

Matrimoni misti: conciliare religioni diverse si può?

È di non molte settimane fa la riprogrammazione da parte dell’emittente Rai-Movie del film Mai senza mia Figlia (Gilbert, 1991). La pellicola racconta una vicenda tratta dalla storia vera, a proposito di matrimoni misti, del matrimonio fra Betty, una donna americana nata e cresciuta nella cultura statunitense ed educata alla religione cristiana e Moody, medico iraniano emigrato in America che, benché apparentemente integrato nella vita e nella cultura occidentale, è oggetto di discriminazioni nell’ospedale in cui lavora a causa delle sue origini.

 

Matrimoni misti

Dopo 7 anni di matrimonio e una figlia, Moody convince Betty a recarsi con lui per la prima volta a Teheran per far visita alla sua famiglia.

Quella che doveva essere una breve vacanza di due settimane si trasforma tuttavia in un incubo: una volta a Thehran – che si rivela un paese islamico fortemente restrittivo nei confronti delle donne – Moody confessa a Betty di volersi trasferire con loro in Iran.

Betty è costretta dal marito per quasi un anno a vivere a Teheran, Moody si è trasformato nel marito violento, controllante e autoritario che mai avrebbe sospettato di poter riconoscere in lui finché non riuscirà, attraverso varie rocambolesche peripezie, a lasciare il paese e a tornare con la figlia in America.

 

Buoni e cattivi

Il film, specie perché tratto da una storia vera, può far riflettere a molti livelli, compreso quello per il quale è fin troppo facile identificare quella americana occidentale come la cultura “buona” e “liberale” e quella islamica come la cultura “cattiva” e “violenta”, dimenticando ad esempio che il film è ambientato in un periodo particolare della storia dell’Iran che è variegata e ricca di contraddizioni: non è la religione islamica evidentemente ad essere diversa ma il modi in cui si integra nella costituzione di uno Stato.

Distinguendo quindi le azioni e le intenzioni di un singolo uomo, Moody, dal regime politico autoritario del suo paese e dai fondamenti religiosi che vengono variamente interpretati e applicati nella vita individuale e nei diritti civili e politici riconosciuti da uno Stato, lasciamo agli esperti del settore l’onere di occuparsene nella speranza che si possa andare oltre la semplicistica divisione fra “buoni” e “cattivi”.

 

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Negare la differenza

Detto questo, la vicenda personale di Moody e Betty non può che colpirci nel momento in cui riflettiamo sulle conseguenze dei matrimoni misti e dell’unione di due sposi con provenienze culturali e credo religiosi diversi.

Nella vicenda narrata dal film c’è per esempio un aspetto degno di nota: il fatto cioè che Betty e Moody si fossero sposati e avessero costruito una famiglia senza che né lui né la moglie si fossero mai recati prima a Teheran (non ci interessano ora le motivazioni pratiche addotte dai protagonisti). Questo, a ben rifletterci, sembra un elemento tutt’altro che marginale e vien da chiedersi quanto sia presente o meno anche in altri matrimoni misti.

Tanto Moody quanto Betty (riflettiamo qui su come la storia filmica viene presentata prescindendo dalla storia reale che non consociamo direttamente) sembrano cioè aver inconsapevolmente fondato il loro matrimonio su un imponente elemento di negazione: le divergenze culturali e religiose. Può sembrare un paradosso, eppure, benché Moody fatichi a farsi accettare dall’ambiente di lavoro statunitense dati i pregiudizi sulle sue origini islamiche e benché Betty si senta solidale con lui, Moody vive in America da vent’anni, non è mai tornato per tutto quel tempo in Iran e la moglie conosce di fatto un marito che, prima di far ritorno in Iran, sembra “senza storia”.

Moody si definisce americano “come la torta di mele”, per la durata del suo matrimonio con Betty in America si comporta alla stregua di un marito occidentale senza che Betty abbia mai modo di confrontarsi direttamente con le origini culturali e religiose del marito. Questo “come se” si infrange una volta che Moody vede presentarglisi l’occasione per far ritorno in Iran.

 

Integrazione o negazione nei matrimoni misti?

I matrimoni misti sono in un certo senso una lente di ingrandimento molto interessante da cui guardare alle dinamiche di coppia per come si confrontino o si ignorino le reciproche differenze.

Anzitutto c’è da considerare come culturalmente i matrimoni misti non vengano contratti in un territorio “neutrale” ma, quasi sempre all’interno del paese e del contesto socioculturale di uno dei due coniugi.

Non si parte dunque “alla pari”, ma, come nella storia di Moody e Betty, in una situazione dove è il Paese e la Cultura di uno dei due che ospita e accoglie l’altro.

 

Matrimoni misti e dinamiche di coppia

Ora, le scienze sociologiche e antropologiche che studiano i processi di integrazione culturale, ribadiscono come i processi di acculturazione debbano essere biunivoci cioè di scambio fra le due culture.

Se la cultura minoritaria ospite in quella dominante compie un mero processo di adeguamento senza che la prima ne venga a sua volta modificata, non possiamo parlare di un vero processo di integrazione. Nei matrimoni misti la distinzione fra i due processi è la stessa con la differenza che su questa si giocano anche le dinamiche di coppia.

Lo stesso argomento, in toni decisamente più prosaici ed esilaranti, è trattato nel film attualmente in uscita al cinema Non sposate le mie figlie! (Philippe de Chauveron, 2014). La questione è che le ascendenze religiose, etniche e culturali non possono mai essere una questione “altra” rispetto alla personalità e all’individualità del coniuge.

Fondare un'unione, come nei matrimoni misti, sulla base di una collusione di coppia che rinnega le origini culturali di uno dei due – o dimenticandole o bonificandole di qualunque ricaduta pratica e ideologica – non è solo un danno per l’individuo ma anche per la coppia che eluderà un processo di conoscenza fondato sulle reciproche differenze.

La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza. (Gregory Bateson).

 

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