La famiglia mista: riconoscere le differenze per costruire un’identità

Negli ultimi vent’anni la frequenza di matrimoni e quindi del costituirsi di famiglie miste è notevolmente aumentata nel nostro Paese in conseguenza della stabilizzazione dei flussi migratori e della popolazione migrante di seconda generazione che risiede ormai stabilmente in Italia. Si tratta di un fenomeno ancora notevolmente sbilanciato fra i due sessi, là dove sono soprattutto le donne a rappresentare il partner straniero della coppia, ma senza dubbio in espansione che pone peculiari sfide nel legame di coppia, nel rapporto con le famiglie d’origine e nell’educazione e crescita dei figli.

La famiglia mista: riconoscere le differenze per costruire un’identità

Il costituirsi di famiglie miste rappresenta forse il luogo di massima espressione dell’integrazione e dell’incontro tra una cultura migrante e quella ospitante che attesta quanto l’immigrazione sia ormai, nel nostro Paese, una dimensione strutturale che fa sì che le culture migranti entrino a far parte della cultura autoctona contribuendo a costruirla e a modificarla.

Ed è forse proprio per questo che, a tutt’oggi, tali unioni possono incontrare pregiudizi o resistenze da parte della società o delle famiglie d’origine.

 

L’identità delle coppie miste

Una ricerca condotta nel 2007 dal Dipartimento di Psicologia dei Processi Sviluppo e Socializzazione dell’Università la Sapienza di Roma (Lombardi, M., Ardone, R., Le coppie miste tra risorse e difficoltà) su un gruppo di giovani coppie miste evidenzia come, per questi partner nella fase iniziale della propria vita matrimoniale, da un lato la diversità culturale fosse percepita come una risorsa e una  fonte di un grande arricchimento personale e non solo di difficoltà.

E dall’altro come proprio questa capacità di valorizzare e non disconoscere le radici culturali del proprio legame consentisse loro di difendere e sostenere la propria identità di coppia anche all’esterno.

 

La nascita dei figli nella famiglia mista

La famiglia mista quindi deve in primo luogo consolidare l’identità di coppia sia fra i partner che rispetto alle famiglie d’origine e alla società. Se è vero che ogni unione impone ai due congiungi di venire a patti con le differenze e l’estraneità dell’altro per negoziare un’identità di coppia condivisa, nella unioni miste questo compito assume connotati di maggiori difficoltà ma forse, proprio per questo, di maggior consapevolezza da parte dei coniugi.

La nascita dei figli rappresenta un’ulteriore sfida per la famiglia mista là dove può rappresentare un’occasione di ulteriore incontro o scontro fra le due culture di provenienza dei genitori (Andolfi, M., et.al, Il ciclo vitale della coppia mista. Un'altalena tra culture, FrancoAngeli, 2011).


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Identità mista e autonomia

La nascita di un figlio in una famiglia mista pone infatti, fin da subito, di prendere posizione rispetto alle provenienze culturali e religiose dei genitori: la scelta del nome, dell’educazione religiosa e quindi dell’osservanza o meno di determinati riti dell’una o dell’altra religione, la frequentazione con nonni e parenti là dove possono esserci notevoli distanze geografiche da colmare.

Questi sono solo alcuni degli spunti che pongono la famiglia mista nella necessità di rinegoziare al suo interno e verso l’esterno l’identità culturale e religiosa di sé stessa e dei figli. In tal senso è importante che i genitori riescano a garantire ai figli l’accesso al sistema culturale di entrambi sostenendoli al tempo stesso nella costruzione di una propria identità.

Questo sarà tanto più possibile, quanto più i coniugi avranno compiuto quella “transizione culturale” (Falicov, C.J., Training to think culturally: a multidimensional comparative frame work, Family Process, 34, 4, 1995, 373-388.) che avrà consentito loro di valorizzare e integrare le radici culturali del proprio legame in una identità condivisa di coppia prima e i di famiglia poi (Mazzara, B., Prospettive di psicologia culturale, Carocci, Roma, 2007).

 

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