Misure Anti-Covid e scontri in piazza: colpa della Pandemic Fatigue?

Quanto può avere influito il grado di malessere generale dovuto al protendersi dell'emergenza Covid con le manifestazioni rabbiose e i disordini in piazza di questi giorni?

Proteste misure anti Covid

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Difficile stabilire quanto lo stress da covid abbia influito nell'alimentare i disordini e gli scontri nelle maggiori piazze italiane a seguito dell'emenazione dell'ultimo DCPM in vigore dal 26 ottobre.

 

Le disposizioni presentate dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte pongono un'importante stretta a numerose attività commerciali - tra cui palestre, bar e ristoranti, teatri e cinema - al fine di contenere la dilagante diffusione del virus e in diverse città non sono mancate le manifestazioni (in parte non autorizzate), alcune delle quali finite in tafferugli con l'arresto di diversi facinorosi. 

 

Gli scontri in piazza frutto della follia dei gruppi violenti

Napoli e Roma prima, ma anche Milano e Torino: sono tanti i volti delle proteste che lungo le strade di molte città hanno sfilato contro le misure del Governo, in vigore fino al prossimo 24 novembre.   

 

Questo non deve ingannare: gruppi violenti e categorie professionali più colpite dal Decreto sono scesi in piazza con motivazioni molto diverse e dietro agli atti vandalici dei manifestanti provenienti perlopiù da esponenti dei movimenti Ultras e dalle frange di partiti estremisti come Forza Nuova, c'è lo spettro di una follia distruttrice che ha trovato nelle disposizioni contro l'emergenza un imperdibile detonatore. 

 

Le proteste caratterizzate dall'esplosione di molotov a Milano, dai lanci di bombe carta e bottiglie con la rottura di diverse vetrine dei negozi del centro di Torino, la mobilitazione iniziata a Napoli e a Roma dove cassonetti sono stati incendiati e non sono mancati gli arresti fanno pensare che la tensione sociale di questi giorni è lontana dal placarsi. Così come l'arrestarsi della diffusione del Nuovo coronavirus nel nostro Paese e nel mondo. La mano della criminalità trova in questo senso di incertezza ottimo terreno per destabilizzare ulteriormente il clima generale. 

 

Manifestazioni in piazza, il risvolto di uno stress da Covid

Esercenti, baristi e ristoratori, imprenditori del comparto turistico e professionisti del mondo dello spettacolo non hanno mancato di mostrare il proprio dissenso a seguito delle restrizioni che impongono fino al 24 novembre misure di "coprifuoco" alle 23 per tutti con la chiusura di bar e ristoranti alle ore 18 (oltre è possibile tenere aperto per propondendo l'asporto e il take away) e con la chiusura di teatri e cinema. 

 

Se durante il lockdown primaverile si era cercato di rispondere al pubblico fornendo proposte culturali online e ingegnandosi con idee solidali per raggiungere più persone possibili, ora alla creatività ha preso il posto uno sconforto e una depressione dovuta al prolungarsi di una situazione fortemente stressante, fonte di numerose preoccupazioni. 

 

Insofferenza alle restrizioni anti Covid e Pandemic Fatigue

L'insofferenza alle misure restrittive anti Covid è annoverata tra i sintomi di un nuovo disturbo coniato recentemente dall'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), la Pandemic Fatigue.  

 

La fatica da covid è un disagio della sfera psicologica e non va sottovalutata: non a caso è la stessa OMS ad aver ideato alcune linee guida rivolte ai governi europei per fronteggiare e coinvolgere i cittadini in maniera positiva ad affrontare questa seconda preoccupante ondata. 

 

Rabbia, stanchezza immotivata e prolungata possono diventare infatti emozioni e sentimenti in grado di far esplodere il caos in famiglia e a livello sociale: per questo è necessario ricorrere a misure in grado di rispondere a questo nuovo bisogno. 

 

Questo elemento è molto importante per imparare a leggere in chiave di benessere personale e collettivo il delicato momento che stiamo affrontando e per comprendere il perché delle tante manifestazioni di dissenso in numerose città italiane, la maggior parte delle quali - va precisato - svoltesi in maniera autorizzata e nel rispetto delle diposzioni di legge. 

 

Un allarme è stato lanciato in primavera anche dalla Fondazione Brf attraverso le dichiarazioni del portavoce Armando Piccinni, psichiatra e presidente della Fondazione che ha istituito l'Osservatorio Suicidi Covid 19: "Gli atti suicidari cui in Italia e nel resto del mondo stiamo assistendo purtroppo non deve sorprenderci. Era prevedibile, dopo la drammatica emergenza sanitaria per l’epidemia da Covid-19, che potesse scoppiare anche un’emergenza di ordine psichiatrico".  

 

L'Osservatorio già a maggio 2020 calcolava in Italia 34 suicidi collegati al Covid e altri 23 tentati suicidi. I dati, purtroppo, sono in aggiornamento.