Il mobbing verticale

Il fenomeno del mobbing sul posto di lavoro ha molte sfaccettature. Le azioni vessatorie che lo determinano vengono attuate con scopi e obiettivi ben precisi da chi ha potere: è questo il caso del mobbing verticale. Vediamo quali sono le caratteristiche e le strategie per uscirne

Il mobbing verticale

Si parla di mobbing verticale o bossing quando si fa riferimento alle vessazioni, psicologiche e non, esercitate sul posto di lavoro da una persona che ricopre una posizione gerarchica superiore rispetto a quella della vittima. Tali condotte non sono, quindi, attuate da colleghi di lavoro bensì da un superiore, come ad esempio il proprio capufficio, dirigente, quadro o manager al quale il lavoratore è sottoposto. Un tipico esempio di mobbing verticale è l’abuso di potere quando cioè il ricoprire uno specifico ruolo professionale può indurre ad un uso eccessivo ed illecito del proprio potere.

 

Questa tipologia di mobbing in ambito aziendale viene anche definito “strategico" poiché prende le sembianze di una vera e propria strategia aziendale legata a politiche di riduzione, ringiovanimento del personale o di eliminazione di un lavoratore indesiderato. L’obiettivo del mobber è quello di isolare la persona che per lui rappresenta una minaccia o un pericolo per il futuro dell’azienda, o bloccargli la carriera privandolo così di ogni opportunità di crescita professionale. La condotta persecutoria è caratterizzata da attente e laboriose azioni vessatorie fatte di ricatti, minacce, rimproveri, sabotaggi, interventi disciplinari, screditamenti e mansioni degradanti ed impossibili che possono costringere la vittima ad auto licenziarsi. In questo modo chi attua il mobbing può scavalcare le norme e i procedimenti previsti dal diritto del lavoro o da accordi sindacali e far perdere al lavoratore ogni suo diritto.

 

Mobbing verticale: varie tipologie

Si possono distinguere le seguenti tipologie di mobbing verticale:
1. job bossing perpetrato sul posto di lavoro;
2. sport bossing si riferisce alle azioni mobbizzanti praticate all'interno di un organizzazione sportiva, solitamente da un allenatore o da un direttore tecnico;
3. school bossing vessazioni praticate all’interno dell’ambiente scolastico da insegnanti o dirigenti scolastici ai danni di particolari allievi presi di mira;
4. military bossing condotte persecutorie attuate in ambiente militare da un superiore nei confronti di uno o più subordinati;
5. club bossing quando all'interno di società o associazioni di più svariato genere membri più anziani o con ruolo di dirigenza mettono in atto tutta una serie di strategie per mettere in cattiva luce un nuovo membro.

 

Mobbing verticale: la vittima

I soggetti più a rischio sembrano essere i lavoratori appartenenti ad aziende che si sono dovute inglobare ad altre più grandi per far fronte alla crisi e appartengono quindi ad una gestione precedente oppure coloro che lavorano presso un reparto che deve essere dismesso. O ancora soggetti divenuti troppo costosi perché hanno molta esperienza alle spalle o soggetti che non corrispondono più alle attese dell’organizzazione. La vittima di questo genere di comportamenti vessatori può manifestare una serie di sintomatologie psicosomatiche molto forti, sbalzi d'umore, insonnia, sintomi da stress e perdita di fiducia in sé fino ad arrivare ad abusare di psicofarmaci, alcol e sigarette.

 

Mobbing verticale: come uscirne

Non è facile uscire dal mobbing verticale. Il lavoro rappresenta un tassello fondamentale della nostra vita, permette alla nostra identità di plasmarsi in base all’immagine che ci creiamo di noi stessi al lavoro, è quindi un diritto svolgerlo nel modo più sereno possibile. Il consiglio è quello di denunciare questi soprusi e intraprendere un percorso di supporto psicologico per riacquistare fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.

 

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