Le forme del sesso virtuale

Il sesso virtuale può assumere molte forme e le sue conseguenze ‘reali’ sono molteplici e di grande impatto. Negli adolescenti insorge indifferenza per i rapporti reali, mentre molti adulti ne diventano dipendenti. Internet è anche veicolo di informazioni scorrette, occorre quindi capire come usarlo al meglio per favorire e non tarpare una sana sessualità: vediamo insieme come

Le forme del sesso virtuale

Il sesso è una grande attrattiva e un ambiente sconfinato e libero (anche se non totalmente) come Internet ne è un veicolo importante. Il sesso virtuale riguarda tutto ciò che su internet ci permette di godere del sesso senza che ci sia un vero incontro tra corpi. Ci sono diversi modi di fruirne, perché il sesso si manifesta in molti modi e in molti si chiedono se siano forme patologiche che rimpiazzano una sana sessualità. Quel che è certo è che la virtualità ha forti conseguenze sulla vita reale.

 

Sesso virtuale e siti pornografici

Una prima accezione del sesso virtuale ricade nella fruizione di materiale pornografico che è liberamente fruibile in Rete. Questa pratica coinvolge molti minorenni. Secondo la Società italiana di andrologia, nel Novembre 2011 800mila minorenni (80% maschi) hanno visitato siti pornografici e il  20% ha dichiarato di masturbarsi davanti al video fino a 30 volte al mese. Il problema è che questa gratuità e questa facilità d’accesso costituisce un freno alle prime esperienze reali. Gli adolescenti preferiscono isolarsi perché non hanno bisogno di cercare altre fonti di soddisfazione. Il rischio per i giovani si chiama ‘anoressia sessuale’.

 

La dipendenza da sesso virtuale

Non sono solo i giovani a risentire delle pesanti conseguenze di queste pratiche. Negli adulti il sesso virtuale (inteso sia come pornografia, sia come relazioni sessuali mediate dalle tecnologie) causa, oltre a problemi di erezione e di eiaculazione precoce, anche forme di dipendenze. Secondo l’Istituto di Sessuologia di Roma il problema è serio e finalmente è anche riconosciuto: le richieste d’aiuto si sono moltiplicate. Il prototipo del sesso virtuale dipendente è maschio, eterosessuale, sposato, con un’età tra i 18 e i 35 anni. Ovviamente si tratta di assidui naviganti che passano dalle 11 alle 35 ore a settimana incollato allo schermo. La dipendenza non causa però un blocco alle relazioni reali. Questi uomini affermano che nel 33% dei casi, l’incontro online si concretizza anche in un incontro reale.

 

Il sesso virtuale come mancata informazione

Un lato meno conosciuto del sesso in Rete riguarda le informazioni che circolano riguardanti il sesso. Durante un convegno nazionale dei ginecologi (SIGO) è emerso che il web diminuisce le inibizioni e facilita rapporti non protetti. Lo scambio di materiale a sfondo erotico sembra condurre ad un comportamento più irresponsabile. Internet entra nella vita reale come fonte errata di informazione, soprattutto in merito alla contraccezione aumentando la probabilità (tra i giovani grandi fruitori) di patologie veneree e gravidanze inattese. Sebbene il controllo genitoriale resta il modo migliore per contenere queste conseguenze negative, dal convegno emerge chiaramente anche una nuova consapevolezza. Non si può negare l’uso delle nuove tecnologie, ma occorre comprendere come insegnare ad utilizzarle nel modo migliore, anche quando si parla di sesso virtuale.

 

Fonte immagine: Lisa brewster