Psicologia dell’amore: fatti, misfatti e segreti di Eros

Volete comprendere la psicologia dell’amore? Forse è un’impresa titanica, ma in questa sede cercheremo di analizzare il povero Eros, se ancora ne è rimasta qualche traccia. La psicologia dell’amore è semplice ma noi tendiamo a nevrotizzarla con tutto ciò che ci portiamo dentro. Dall’amore nevrotico all’amore con la A: un passaggio consapevole e di trasformazione. E se l’amore ci servisse per guarire? Possibile, basta sapere dove ci si trova

Psicologia dell’amore: fatti, misfatti e segreti di Eros

Attenzione-Attenzione! In questa sede vi verrà svelata la psicologia dell’amore: fatti, misfatti e segreti di Eros, il più seducente tra gli dei e il più invocato dai mortali. Accidenti, questo è uno strillo da prima pagina per un giornale di gossip! Vi piacerebbe finalmente comprendere la psicologia dell’amore, vero?

Dite la verità: carpire i meccanismi dell’amore per evitare di incappare in costanti delusioni, di incontrare sempre gli stessi tipi di partner, per cercare di trovare finalmente l’uomo e la donna dei sogni è un desiderio di molti, o mi sbaglio? Beh! Per una soluzione, mettetevi in fila. Non voglio parlare di innamoramento, mal d’amore e ruggiti strazianti del cuore.

Voglio parlare solo dell’amore, quello con la A. Facciamo una cosa: prendiamo in prestito quel famoso lettino, adagiamoci con delicatezza un giovane e aitante Amore e cerchiamo di comprenderne la psicologia, i pensieri e i desideri. Siete pronti?

 

Psicologia dell’amore: cos’è l’amore?

Volete comprendere la psicologia dell’amore? Allora chiediamoci, per prima cosa, che cos’è questo amore di cui parliamo perché, mi sa, che le idee le abbiamo un po’ confuse. Spesso chiamiamo amore l’attrazione fisica e l’intesa sessuale, che se c’è e va bene ben venga, ma non per forza è amore.

Chiamiamo amore un incontro di nevrosi, piuttosto che un incontro di anime, dove aspettative, richieste, bisogni dell’uno e dell’altro finiscono per sostituirsi ad un sentimento meraviglioso, cedendo il passo a tutto ciò che con l’amore non ha nulla a che vedere. Spesso, in un rapporto d’amore, chiediamo all’altro di colmare il nostro vuoto o di soddisfare i nostri bisogni frustrati e facciamo questo in maniera perversa, ingannando noi stessi e l’altro con maschere e corazze che ci chiudono in monologhi nevrotici costruiti a pennello per noi. Mi sbaglio?

In amore ce la cantiamo e suoniamo da soli, diamo sempre la colpa a lui o lei che non sa comprenderci, ascoltarci, sostenerci e blablabla. Ci poniamo, spesso, nella posizione di instancabili Penelope che credono nel ritorno dell’eroe, o in girovaghi Ulisse che sperano di avere accanto una Penelope invece di rendersi conto che è una Venere in reggicalze.

Attesa, frustrazione, aspettative, investimenti sbagliati: scusate, sarò sciocca ma, cosa ha a che fare tutto questo con l’amore?

 

Psicologia dell’amore: cosa cerchiamo attraverso l’amore?

L’amore dovrebbe essere sganciato dalle nostre nevrosi, dovrebbe essere un incontro, piuttosto che una richiesta, dovrebbe poter nascere dalla gioia, piuttosto che dalla frustrazione: l’amore dovrebbe nascere tra due persone felici che, stando insieme, riescono ad essere ancora più felici.

E pure, nella vita di ogni giorno, non c’è quasi mai tutto questo. Come funziona, quindi, l’amore? O meglio, come lo spingiamo a funzionare e come nevrotizziamo la psicologia dell’amore?

Se l’amore è un nudo incontro gioioso, l’amore nevrotico di gioia ha solo un vestito: chiediamo all’amore di salvarci, chiediamo all’amore di riscattarci, chiediamo al povero amore di mettere in atto la nostra storia all’infinito, sperando che questa volta, almeno questa volta, le cose possano andare diversamente, ma facendo di tutto affinché la storia si ripeta.

Pensateci. Spesso, ci ritroviamo nelle stesse situazioni, anche se con partner diversi. Spesso, ancora, ci ritroviamo con partner diversi che sembrano usciti tutti dalla stessa fabbrica. E altre volte, anche se le cose sembrano differenti, sentiamo quella vocina interiore, il famoso grillo parlante a cui non diamo ascolto, che ci fa notare che, ancora per una volta, la strada non è quella giusta. Quindi, cosa cerchiamo nell’amore? Forse cerchiamo di sanare una delusione d’amore, la più antica tra le antiche.

 

Psicologia dell’amore: dall’amore nevrotico alla A di Amore

Finora ci siamo detti come intendiamo l’amore, come lo utilizziamo e cose potrebbe e dovrebbe essere. Ma è giusto fare tutto questo? Ѐ giusto togliere l’incanto ad un immaginario di amore romantico che ci portiamo dentro come l’impossibile da raggiungere? La psicologia dell’amore, in fondo, è semplice: Io ti amo – Tu mi ami – Noi ci amiamo.

Ma noi siamo in grado di renderla complicata, forse perché chiediamo all’amore di sanare una delusione d’amore che ci accompagna da sempre: l’idea di non essere stati amati, di non essere stati amati abbastanza o di non essere stati amati nel modo giusto. Vero? Falso? Probabile. Forse non è giusto chiedere all’amore di salvarci: ma siamo esseri umani, la nostra vita si snoda e si articola intorno e nella relazione, di qualunque tipo essa sia.

Nella relazione ci innamoriamo, nella relazione restiamo frustrati, nella relazione riponiamo speranze, aspettative, sciogliamo e creiamo nevrosi.

E nella relazione cerchiamo di guarire: spesso utilizziamo l’amore come processo di guarigione. Vediamo coppie che si incontrano nel dolore e, insieme, sanno trasformarlo in qualcos’altro, vediamo coppie che si incontrano nella pretesa, e a volte scoppiano. Insomma, la psicologia dell’amore funziona, spesso, seguendo le nostre leggi nevrotiche. Ѐ sbagliato? Non lo so.

Forse quello che rende diverso l’amore dall’Amore è la consapevolezza che noi mettiamo nella relazione: non è sbagliato cercare di guarire attraverso una relazione d’amore, chiedere all’altro di nutrirci laddove sentiamo ancora la fame, ma bisogna essere consapevoli di quello che si sta facendo, in modo da trasformare il nostro amore nevrotico in Amore, quello con la A.

Provate a rendervi la vita più semplice, lasciate andare l’amore che vi delude, l’amore che non vi soddisfa, l’amore che genera rabbia, rancore, vendetta e pretesa. E provate a cercare l’Amore, quello che rende il primo caffè della mattina ancora più buono di quello che già è.

 

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