Cosa significa sentirsi amati?

Quali sono le situazioni, i gesti o le parole che aiutano a sentirsi amati? E, soprattutto, siamo tutti d’accordo o prevalgono differenze individuali?

Cosa significa sentirsi amati?

L’amore sta nelle piccole cose… Questo almeno quanto emerge da uno studio condotto nel Penn State’s College of Health and Human Development della Pennsylvania. Le persone si sentono amate in una gamma di situazioni e contesti interpersonali molto più ampia di quelle relative alle sole relazioni romantiche come piccoli gesti quotidiani, occasionali incontri con amici, scambi con i propri animali domestici o interazioni con i propri familiari.

 

Sentirsi amati: cosa significa per la maggior parte di noi?

Lo studio in questione si è proposto di indagare se, al di là di differenze individuali e di personalità, ci fossero alcune opinioni culturalmente condivise riguardo a che cosa significhi, per la maggior parte delle persone, sentirsi amati. Lo studio intendeva quindi esplorare le credenze sulle conoscenze condivise e non le opinioni personali dei soggetti.

Per lo studio sono state coinvolte 495 persone di nazionalità statunitense divise per entrambi i sessi alle quali è stato chiesto di valutare in un inventario di 60 situazioni possibili (dalle  più “amorevoli” o romantiche alle più negative o neutre) quali fossero quelle in cui è più facile sentirsi amati.

Ai partecipanti è stato chiesto di decidere se la maggior parte delle persone si sentirebbe amata in queste categorie-scenari contrassegnando Vero, Falso o Non so:

1) sperimentare fiducia e accettazione (es. quando qualcuno si confida con loro);

2) sentirsi supportati nel raggiungimento dei propri obiettivi (es. qualcuno celebra i loro successi);

3) ricevere dimostrazioni tangibili, concrete di affetto (es. ricevere regali);

4) sentire che gli altri dedicano loro del tempo, trascorrono del tempo in loro compagnia;

5) riceve altre possibili fonti di amore (es. attenzioni dal proprio animale domestico)

6) essere controllati dagli altri (es. “qualcuno vuole sempre sapere dove sono”)

7) scenari neutri dal punto di vista interpersonale.

 

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Sentirsi amati dagli altri…

Ebbene a quanto pare non è solo il classico e intramontabile “ti amo” a primeggiare nella lista delle priorità! Le persone apprezzano azioni amorevoli in una varietà di scenari compresa la condivisione di un’emozione positiva con un estraneo o situazioni non riferite ad una relazione romantica (es. un bambino che dorme fra le loro braccia, il proprio animale domestico che è felice di vederli o qualcuno che mostra compassione per loro nei momenti difficili).

Non si è rilevato invece un consenso significativo sugli scenari cosiddetti “neutri”, quelle situazioni cioè che non implicavano una gratificazione derivante da un contesto interpersonale (es. “il sole splende”).

 

… a patto che non siano controllanti o possessivi!

Su un'altra categoria di scenari sembra che la ricerca in questione abbia rilevato tra i rispondenti un significativo accordo, ma di segno opposto al primo.

Si tratta di quegli scenari riferiti a situazioni interpersonali nelle quali si sperimenta un controllo/possessività da parte dell’altro (es. “qualcuno insiste per sapere dove sono in ogni momento”, “qualcuno insiste per passare tutto il tempo con me”, “qualcuno mi dice cosa è meglio per me”).

Ebbene, sembra che i rispondenti, complice forse l’individualismo e l’autodeterminazione insiti nel contesto culturale americano, si siano rivelati sostanzialmente in accordo nel ritenere queste situazioni tutt’altro che amorevoli, poiché invece di benessere provocavano angoscia e senso di oppressione.

Il controllo agito nei contesti interpersonali verrebbe percepito dunque come limite alla libertà individuale e non come qualcosa che fa sentire amati.

Gli stessi autori tuttavia osservano come questo dato non possa essere generalizzato non solo perché, appunto, potrebbe risentire di alcune caratteristiche tipiche del contesto culturale americano, ma anche perché non è stato possibile valutare le risposte fornite dai soggetti alla luce del loro stile di attaccamento e dell’organizzazione più globale della personalità.

Sappiamo infatti che determinati fattori, come un attaccamento insicuro, una bassa autostima o determinate caratteristiche di personalità (es. dipendenza o masochismo relazionale), possano portare alcune persone a legarsi affettivamente proprio a coloro che agiscono comportamenti controllanti e possessivi.

 

L’amore nelle piccole cose

In conclusine, lo studio, sebbene non abbia la pretesa di fornire una risposta esaustiva alla questione, pone comunque in evidenza alcuni aspetti interessanti.

Sentirsi amati non significa solo ricevere gratificazioni da una relazione romantica. Anzi, i contesti e gli scenari della vita quotidiana e di relazione in cui possiamo sentirci amati e in connessione con gli altri sono molti di più e spesso molto più “ordninari” di quanto potrebbe sembrare.

Il nostro cane che ci corre incontro scodinzolando, un amico che ci incoraggia in un momento difficile o che nonostante gli impegni dedica del tempo a stare con noi, il fugace sorriso di un estraneo che ci comunica sostegno empatico… L’amore, insomma, è anche e soprattutto nelle piccole cose

 

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