Antidepressivi: il loro uso e gli effetti collaterali
L'utilizzo degli antidepressivi è in aumento in Italia e nel mondo, ma non si associa a un corrispettivo incremento della psicoterapia per risolvere di disturbi depressivi.
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All’interno della relazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) del maggio 2018 viene affermato che gli antidepressivi sono gli psicofarmaci più consumati nel nostro paese.
Questo dato fa sicuramente riflettere e si accosta, in parte supportando, quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ovvero che la depressione è una delle patologie più diffuse al mondo e, tra pochi anni, destinata a diventare la capofila.
Questi elementi incrementano gli interrogativi che da tempo dividono la comunità scientifica, sia medica che psicologica, rispetto a come curare e prevenire la depressione, sugli effetti positivi e negativi dei farmaci e sulla necessità o meno di incremento delle conoscenze e dell’approccio psicologico e psicoterapico nei protocolli di intervento.
Quali sono gli antidepressivi?
Tra gli antidepressivi vi sono differenti categorie di farmaci che agiscono in modo specifico e selettivo su diverse sostanze (neurotrasmettitori) e processi a livello celebrale. Ogni farmaco ha in sé effetti positivi e collaterali nonché modalità di utilizzo, somministrazione e tempistiche.
- Inibitori della Ricaptazione della Serotonina (SSRI): ad oggi tra gli antidepressivi maggiormente utilizzati, agiscono sui processi serotoninergici, riducendo il riassorbimento del neurotrasmettitore a livello sinaptico, aumentandone la disponibilità, con effetti positivi sulla sintomatologia depressiva. In modo simile agiscono gli inibitori della ricaptazione della Serotonina e Norepinefrina (SNRI) e della Noradrenalina (NARI).
- Gli antidepressivi inibitori delle monoamino-ossidasi (Anti MAO): agiscono in modo simile ai precedenti seppur aumentando la disponibilità di neurotrasmettitori come serotonina, noradrenalina e dopamina inibendo alcuni enzimi presenti (mono-ammino ossidasi). Sono farmaci solitamente di seconda scelta a causa dei maggiori effetti collaterali che si associano al loro utilizzo.
- Triciclici: agiscono sui neuroni sollecitandoli nella produzione di neurotrasmettitori. Sono stati tra i primi antidepressivi messi sul mercato, ad oggi non utilizzati più intensamente con preferenza spesso della classe dei “ricaptatori”.
Oltre a queste macrocategorie altri sono i farmaci che possono essere utilizzati, come quelli definiti atipici, perché non appartenenti alle altre categorie, o altri psicofarmaci non specifici per la depressione ma con alcuni effetti sulla sintomatologia, come ansiolitici.
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Antidepressivi ed ffetti collaterali
Gli effetti collaterali come per ogni farmaco sono la controparte negativa agli effetti positivi che l’assunzione può dare. Per gli psicofarmaci in generale, e quindi anche per gli antidepressivi, gli effetti indesiderati sono molti e per questo è importante una scelta accurata del farmaco, dei tempi di assunzione, del dosaggio e di tutto ciò che ruota attorno alla prescrizione, che deve essere fatta solo e soltanto da specialisti.
Tra gli effetti negativi dei principali antidepressivi si può avere:
· Inibitori della Ricaptazione: mal di testa, nausea, insonnia o sonnolenza, alterazioni sessuali come riduzione del piacere e del desiderio, disfunzione erettile, anorgasmo, incremento della sudorazione, vertigini, difficoltà gastrointestinali, ecc
· (Anti MAO): sono solitamente quelli con effetti collaterali anche gravi e per questo difficilmente prescritti. Spesso le conseguenze negative derivano dall’interazione con altre sostanze contenute anche in alcuni alimenti.
· Triciclici: costipazione, secchezza della fauci, difficoltà urinarie, visione offuscata, sonnolenza, anomalie del ritmo cardiaco, ecc
In molti casi gli effetti collaterali sono maggiori e più prolungati di quelli positivi, pertanto talvolta è necessaria la modifica del dosaggio o della tipologia di farmaco. I medici nel prescrivere la farmacoterapia considerano oltre che la sintomatologia depressiva, anche la condizione clinica generale del paziente, la presenza di altre patologie psichiche o fisiche e quindi all’assunzione di altre sostanze, lo stile di vita e lavorativo, nonché la gravità della condizione.
È fondamentale rispettare dettagliatamente le indicazioni dello specialista sia durante il percorso di cura, che in fase di riduzione e termine della stessa, poiché molti sono i sintomi di astinenza che possono insorgere, le problematiche associate e i rischi di ricaduta.
Uso di antidepressivi: come e quando?
Sul quando e come somministrare antidepressivi vi è molta controversia tra gli addetti ai settori e in particolare tra comunità psichiatrica e psicologi. In particolare spesso si discute sull’età dei pazienti a cui somministrarli, sulla gravità dei sintomi e sulla possibilità di utilizzare in associazione farmaco e psicoterapia, oltre ad altre specifiche questioni.
Molte ricerche hanno dimostrato che seppur il consumo di antidepressivi sia alto, meno elevato è il numero di persone che ricorre ad una terapia psicologica o psicoterapia, andando pertanto ad agire sulle cause fisiche e fisiologiche ma non su quelle cognitive e della sfera emotivo-affettiva, altrettanto importanti, specialmente per gli effetti a lungo termine.
I farmaci sembrano essere estremamente importanti laddove la sintomatologia sia estremamente grave al punto di compromettere in modo preponderante il benessere e il funzionamento dell’individuo, nonché non permettere una sua aderenza alla psicoterapia. In questo caso l’assunzione sembra favorire un miglioramento e quindi la possibilità anche di intraprendere un percorso di lavoro sul sé con lo psicoterapeuta. Si dimostra così l’importanza di lavorare su più fronti con una buona sinergia tra professionisti e discipline, anche a livello di ricerche.
In altri casi la solo psicoterapia è risultata efficace e l’utilizzo dei farmaci non necessario, in altri ancora essa è l’unica terapia possibile per gli innumerevoli effetti collaterali o l’impossibilità della somministrazione legati ai farmaci.
Pertanto, gli antidepressivi non sono positivi o negativi in assoluto, sono uno strumento a disposizione per la cura della depressione e come tale deve essere usato con cautela e soprattutto sotto il vigile controllo di medici specializzati.
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