Umore e stagioni: dal tempo della natura a quello della cultura

Umore e stagioni: chi è “metereopatico”, chi il freddo proprio non lo sopporta e chi detesta l’arrivo della primavera, i nostri umori sono davvero così in balia delle stagioni? Se è vero che certi disturbi depressivi seguono un andamento stagionale, ciò che crea disagio spesso non è l’alternanza delle stagioni in sé quanto lo sfasamento fra i ritmi artificiali che il contesto socioculturale ci impone e i ritmi della Natura che non siamo quasi più abituati a percepire

Umore e stagioni: dal tempo della natura a quello della cultura

Umore e stagioni, come sono legati? Esistono effettivamente alcune forme di depressione clinica che seguono un andamento influenzato dai ritmi stagionali aggravandosi, in particolare, con l’arrivo della primavera.

Il fenomeno è stato da alcuni ricondotto all’accentuarsi dello sfasamento che, in tale periodo, verrebbe a determinarsi tra il vissuto soggettivo della persona e quello rimandato dal “risveglio” della Natura e di alcuni ritmi biologici e culturali che questa porta con sé.

Queste forme di depressione amplificano un qualcosa che tuttavia esiste in molti di noi: vivere cioè con disagio l’alternanza delle stagioni là dove esse rimanderebbero ad una modificazione dei ritmi del quotidiano (ore di luce, temperature ecc..) completamente ignorati dagli inesorabili ritmi e tempi del vivere collettivo, sociale e lavorativo. Quasi che… non ci fosse più il tempo per adeguarsi al tempo.

 

Umore e stagioni, quale legame allora?

Certamente quello dato dalla dimensione del tempo, dimensione tutt’altro che unitaria se riferita al tempo della vita, quello cioè di cui facciamo esperienza.

Esiste allora un tempo “oggettivo” che è quello dei “fatti”, misurato e di comune riferimento per tutti e un tempo “soggettivo” che è quello della psiche, dei “vissuti”, dell’ansia, dell’attesa, dell’impazienza o della paura…

Esiste poi il tempo della Natura e quindi dell’alternanza delle stagioni di cui noi, volenti o nolenti, facciamo irrinunciabilmente parte; ed esiste, infine, un tempo della cultura, della produttività, della vita sociale e personale spesso “sfacciatamente” sovrapposto al primo.


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Umore e stagioni, allora, si influenzano a vicenda?

La domanda in un certo senso è mal posta: non è l’alternanza delle stagioni in sé, l’arrivo del freddo o del caldo a influenzare negativamente il nostro umore, ma la scarsa capacità che spesso abbiamo di sintonizzarci con i ritmi mutevoli e cangianti della Natura di cui facciamo parte.

Siamo talmente abituati a seguire i ritmi “standardizzati” della nostra cultura e a pretendere conseguentemente da noi stessi un rendimento altrettanto uniforme da aver perso la capacità di adeguarci anche solo nello spirito alle stagioni che cambiano.

Umore e stagioni possono in realtà trovare accordo anche nella società frenetica in cui viviamo se sappiamo recuperarne e sfruttarne gli ampi margini di libertà di scelta che questa comunque ci offre.

Non possiamo, certo, adeguare le ore della giornata lavorativa a quelle della luce solare, ma sintonizzare diversamente il nostro soggettivo modo di vivere il tempo recuperando e valorizzando le differenti energie che le stagioni rimandano.


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Immagine | pizzamasetti