Disturbo istrionico della personalità, cause e caratteristiche

Personalità istrionica: grande seduttività e drammaticità: i perché di un comportamento a tinte estreme.

Disturbo istrionico della personalità, cause e caratteristiche

 

Il disturbo istrionico di personalità fa parte dei disturbi di personalità del Cluster B assieme a quello Narcisistico, Antisociale e Borderline.

Solitamente più diffuso tra le donne, forse anche per gli aspetti socio-culturali implicati nella diagnosi che rimandano a condotte maggiormente femminili rispetto che maschili. Ha una prevalenza di circa il 2% della popolazione.

 

Cause del disturbo istrionico della personalità

Come gli altri disturbi di personalità è complesso definire con certezza le cause alla base della sua insorgenza. Tuttavia, a livello generale, il disturbo Istrionico viene spesso ricondotto a fattori biologici e psicosociali.

Tra i primi vi è sicuramente una predisposizione alla continua ricerca di gratificazione esterna, rassicurazioni e un temperamento caratterizzato da ipersensibilità verso la realtà esterna e il giudizio di coloro di cui si cerca attenzione.

Rispetto agli aspetti psicosociali invece vi solitamente una mancata o parziale soddisfazione dei bisogni di cura e accudimenti in età infantile e nello specifico a un riconoscimento degli stessi solo in caso di malessere o malattia, generando la sensazione nel bambino prima e adulto poi che l’unico modo per avere attenzione è quello di attuare delle lamentele.

La persona con questo disturbo quindi ha acquisito un pattern di comportamento il cui scopo è attirare l’attenzione al sé per soddisfare i propri bisogni, con difficoltà nella loro normale espressione.

Ovviamente non per tutti è comune la motivazione alla base dell’insorgenza e importante è considerare la storia del singolo e proprie caratteristiche.

 

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Drammaticità del distrubo istrionico della personalità

Le persone con disturbo istrionico di personalità solitamente vivono un forte disagio nelle situazioni in cui non sono al centro dell’attenzione, vivendo un senso di inadeguatezza e percependo scarso apprezzamento dagli altri. Per ovviare a tale difficoltà assumono comportamenti volti a catturare l’attenzione attraverso condotte teatrali in cui esasperano un’esperienza o un vissuto con particolari incrementati rispetto alla realtà, enfasi eccessiva su alcuni aspetti, nonché inserendo elementi falsi e inventati.

Anche il vissuto emotivo è espresso in modo esasperato e drammatico. È spesso caratterizzato da latenza e facile modificabilità, portando talvolta queste persone ad essere accusate per la scarsa coerenza e autenticità del proprio vissuto. Nell’esprimersi assumono uno stile impressionistico e maestoso apparendo iper-socievoli, coinvolgenti, entusiasti e inizialmente piacevoli e attrattivi.

La ricerca della gratificazione e la costruzione dell’immagine di sé in relazione al rimando altrui, non permette di focalizzarsi sulle proprie sensazioni e vissuti e di sperimentare una propria identità.

 

Relazioni

Le persone che hanno questo disturbo attuano condotte altamente persuasive per avere attenzione e gratificazione. Il corpo, ammalato o seducente assume un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo scopo attuando lo schema consolidato per cui solo se bisognosi è possibile avere attenzione. Esso è infatti curato e rivestito di grande attenzione, con ricerca di conferme sul proprio aspetto e fatica nella gestione delle critiche o disconferme.

Le condotte seduttive sono attuate in differenti situazioni e contesti, spesso anche in modo non appropriato come con colleghi o superiori. Queste persone attribuiscono un significato e una profondità alle relazioni, maggiore di quello che hanno realmente, vivendole con grande intimità che spesso sfocia nella dipendenza. L’altro assume il ruolo di risolutore dei propri problemi e protettore, per questo che spesso si legano a persone forti e autorevoli.

Temono fortemente le separazioni e i rifiuti attuando condotte eccessive (comportamenti sessuali estremi, tentativi di suicidio, autolesionismo, ecc) al fine di mantenere la vicinanza dell’altro e non subire abbandono.

 

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Foto: Anna Bizoń / 123rf.com