Cos'è il Disturbo Borderline

Il disturbo borderline di personalità colpisce molti individui generando vissuti e comportamenti instabili e impulsivi. Ecco come si manifesta.

Cos'è il Disturbo Borderline

Il disturbo Borderline di personalità colpisce circa il 2% della popolazione generale fino al 15-20% se si considerano le persone in cura per altre patologie psicologiche o psichiatriche, con una prevalenza nel sesso femminile.

È un disturbo di personalità e come tale estremamente pervasivo e compromettente in diverse aree di funzionamento, che risultano pertanto compromesse.

 

DSM 5: disturbo borderline di personalità

Secondo il DSM 5 il disturbo Borderline di Personalità appartiene al gruppo dei disturbi di personalità di tipo B assieme al disturbo Antisociale, Istrionico e Narcisistico.

I criteri diagnostici da considerare sono i seguenti:

Un pattern pervasivo di instabilità delle relazioni interpersonali, dell'immagine di sé e dell'umore e una marcata impulsività che inizia entro la prima età adulta ed è presente in svariati contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:

  1. Sforzi disperati per evitare un reale o immaginario abbandono (non includere i comportamenti indicati nel criterio 5).
  2. Un pattern di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall'alternanza tra gli estremi di iper-idealizzazione e svalutazione.
  3. Alterazione dell'identità: immagine di sé o percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili.
  4. Impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto (es., spese sconsiderate, sesso promiscuo, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate,...)
  5. Ricorrenti comportamenti, gesti o minacce suicidari, o comportamento automutilante (autolesionismo, tagli su braccia e gambe, bruciature di sigaretta, ndc).
  6. Instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell'umore (per es., episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni).
  7. Sentimenti cronici di vuoto.
  8. Rabbia inappropriata, intensa, o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici).
  9. Ideazione paranoide transitoria, associata allo stress, o gravi sintomi dissociativi.

 

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Caratteristiche cliniche del disturbo Borderline

Impulsività e irritabilità sono le due caratteristiche che più rappresentano questo disturbo. L’individuo con questo disturbo vive emozioni molto intense e vissuti che possono modificarsi rapidamente, definendo quindi forte instabilità emotiva e disregolazione. Sono frequenti attacchi di rabbia, frustrazione, tristezza, con una grande difficoltà nel controllo, e la manifestazione di agiti impulsivi, spesso diretti al sé con atti di autolesionismo, comportamenti a rischio, abusi di sostanze, ecc.

A livello relazionale sono individui che faticano a gestire i rapporti vedendo l’altro come fonte di affetto e supporto, ma allo stesso tempo possibile fonte di dolore e abbandono, generando idealizzazione e svalutazione continua e rapporti incostanti con amici e partner. Si osservano talvolta comportamenti dipendenti o controllanti verso il partner.

Anche il rapporto con il sé è caotico e pervaso da episodi di svalutazione e autocritica (non valgo nulla, sono cattivo…), fino ad una difficoltà nella definizione della propria identità e riconoscimento. Sono persone ad alto rischio suicida, associato alle elevate difficoltà nella gestione delle emozioni e dell’impulsività e ai frequenti sentimenti di vuoto.

 

Gestione di un vissuto difficile

La labilità emotiva e la forte intensità dei vissuti portano spesso gli individui a vivere stati di forte attivazione che faticano a gestire. Gli agiti impulsivi e spesso pericolosi possono manifestarsi come tentativo disfunzionale di controllare il caos emotivo e ritrovare uno stato di quiete.

Allo stesso modo le condotte pericolose sono volte a ricercare sensazioni nei momenti di forte vuoto, rendendo il comportamento spesso disfunzionale e talvolta pericoloso per la salute, nel tentativo di sentirsi vivi. Le strategie di coping risultano quindi disfunzionali e compromettono il funzionamento degli individui in diversi contesti, associandosi talvolta a un vissuto instabile del sé e difficoltà nella gestione dei rapporti, cambi improvvisi d’umore e opinione, assumendo il ruolo di “vittima” o “carnefice” drammatizzando le situazioni e il vissuto.

 

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Foto: Katarzyna Białasiewicz / 123rf.com