I disturbi ossessivo-compulsivi durante la pandemia da Covid 19

I disturbi ossessivo-compulsivi (doc) condannano oltre 114milioni di persone nel mondo, numero aggravato con la pandemia. Comprendiamo cos'è e come si differenzia il doc dalle norme che ci tutelano dal contagio da Covid attraverso la conferenza “Il disturbo ossessivo-compulsivo (doc): comprendere come funziona per scegliere come curarsi”, organizzata dalla Scuola di Psicoterapia Cognitiva di Roma in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale.

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Cos'è il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)

Le manifestazioni dei disturbi ossessivo-compulsivi sono diverse e numerose. Nella cultura popolare il disturbo ossessivo-compulsivo è spesso raccontato come un tratto bizzarro, un'ossessione sopra le righe, ma non è la realtà vissuta da chi ha veramente un disturbo ossessivo-compulsivo. 

 

Basti pensare che il 50 % dei pazienti rientra in una forma di patologia severa: ragazzi che non riescono a terminare il percorso scolastico, a cercare e mantenere un lavoro, a relazionarsi con familiari o amici. 

 

In letteratura, esistono tante classi di disturbo ossessivo-compulsivo. La psicologa-psicoterapeuta Francesca Spera individua i casi più ricorrenti e spiega, in occasione della Giornata mondiale della Salute mentale, che “il DOC è un disturbo molto cinematografico: in molti film e serie televisive alcuni personaggi ne soffrono, per esempio nel film con Jack Nicholson "Qualcosa è cambiato": si vede l'attore che rientra a casa, apre e chiude la porta diverse volte, in realtà sta contando per rassicurarsi di aver chiuso la porta, accende e spegne la luce: questi rituali mostrano un primo tipo di doc, quello relativo al controllo, all'accertarsi di aver portato ben a termine un compito: Ho chiuso bene la porta? Ho spento la luce? E il gas? A questo punto, l'attore passa ai lavaggi in acqua bollente con una saponetta che, dopo l'utilizzo, butta e riapre il rubinetto prendendo un'altra saponetta, mostrandoci un altro tipo di doc, quello relativo all'ordine e alla simmetria". 
 

Questi sottotipi di Disturbo ossessivo compulsivo sono

 

  • il doc da contaminazione, che più da vicino richiama i comportamenti cautelari per il Covid, riguarda la possibilità di aver toccato qualcosa di sporco o di contaminato e comporta l'eccessiva compulsione di lavarsi le mani;
  • il doc da controllo serve per assicurarsi di non commettere errori;
  • il doc cosiddetto “omosessuale” è quello relativo al dubbio, le giornate dei pazienti con questi dubbi trascorrono facendosi domande che testino la verità sul proprio orientamento sessuale;
  • il doc da relazione è correlato al precedente e indaga se una relazione è sana o meno, sui sentimenti verso il partner, sul partner. Questo doc ha un impatto enorme sulla relazione;
  • doc da ordine e simmetria, ossia la convinzione di dover tenere in un determinato ordine, altrimenti potrebbe succedere qualcosa di grave a se stessi o a una persona cara.
  • doc legati a pensieri o a parole proibiti che non si possono dire, altrimenti potrebbe succedere qualcosa di grave a me o a chi mi sta vicino; 
  • doc di poter far del male a sé stessi o a qualcuno in preda a un raptus, o senza accorgersene, per esempio, credendo di aver investito qualcuno e quindi il paziente torna indietro più volte per accertarsene.

 

Le conseguenze sulla collettività dei disturbi ossessivo-compulsivi

Si parla poco di disturbi ossessivo compulsivi rispetto ad altre patologie mentali, come la depressione. Eppure è un disturbo molto comune che colpisce uomini e donne, così come è ugualmente esteso in tutte le culture, ha la stessa frequenza in tutto il mondo.

 

Le cifre ci dicono che dall'1,1 al 2,8% della popolazione italiana manifesta la sintomatologia in un periodo di 6/12 mesi e, in generale, il 2/3% della popolazione manifesta un disturbo ossessivo-compulsivo nel corso della vita. 

 

In questo momento in Italia, circa 800mila persone devono fronteggiare un doc, in Europa circa una media di 6 milioni, 114milioni nel mondo. Si tratta di numeri importanti sottostimati perché escludono quella fetta di popolazione che soffre insieme a chi manifesta il doc, ossia amici e familiari.

 

Questi numeri – precisa la psicologa Francesca Mancini in occasione di un convegno organizzato dalla Scuola di Psicoterapia Cognitiva di Roma – sono quantomeno da raddoppiare e ci fa capire quanto questo fenomeno sia esteso”.

 

Sono numeri importanti che comportano costi che impattano sulla qualità di vita. Il 50% dei pazienti rientra in disturbo ossessivo-compulsivo severo che li allontana dalla vita sociale. Con costi enormi: chi ha un doc potrebbe subire una perdita fino a 3 anni di guadagno perché deve stare lontano dal lavoro. 

 

Per non contare i danni fisici: spesso le compulsioni comportano arrossamenti fino a sanguinamenti della pelle, danni agli occhi, l'abuso di sostanze. Queste persone spesso nascondono questi sintomi ai loro cari, costringendoli a vivere una doppia vita faticosamente e con un senso di solitudine profonda, altre volte coinvolgono i familiari. Tutto questo male di vivere si stima porti a perdite di guadagno fino a 3 anni e di migliaia di sterline perse per le assenze sul posto di lavoro, o di disoccupazione.

 

L'Oms li inserisce trai primi 10 disturbi come perdita di guadagno e impatto sulla qualità di vita e a fronte di questi enormi costi economici e sociali non corrisponde un congruo investimento sanitario per garantire a questi pazienti la qualità di vita di cui hanno diritto, anche perché questo disturbo – se non trattato – tende a cronicizzare e ad aggravarsi nel tempo.

 

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Differenza tra disturbo ossessivo-compulsivo e semplice dubbio

Francesco Mancini, psichiatra e psicoterapeuta, direttore delle Scuole di Specializzazione In Psicoterapia Cognitiva (Spc) è intervenuto in occasione della Giornata mondiale della Salute mentale: “L'intrusione ossessiva di un pensiero, come “Avrò spento il gas?”, compare ossessivamente nel paziente con doc. Il dubbio di aver chiuso il gas può comparire in tante persone, la differenza tra dubbio e doc sta nell'evolvere maggiormente del tarlo in condizioni sempre più catastrofiche che espongono il paziente doc meritatamente a disprezzo e aggressività. Perché chi soffre di un doc non trascura le possibili conseguenze negative, immagina di non aver escluso il peggio per non essere venuto meno a un senso di responsabilità. Moltissime ricerche dimostrano l'importanza del timore di colpa nei pazienti affetti da disturbi ossessivo-compulsivi, 
Tornare indietro a controllare non è strano, la stranezza sta nella ripetizione: il paziente doc non si accontenta di un unico controllo, perché ha degli standard molto severi, inoltre, egli si rende conto di esagerare con eccessivi controlli, ma è inutile rimproverarsi perchè il rimprovero anzi inasprisce ancora di più l'angoscia e il proprio stato d'animo".

 

Effetti della pandemia sui disturbi ossessivo-compulsivi

Ora, è anche momento di considerare gli effetti della pandemia da Covid19 che ha travolto la vita di tutti. La pandemia ha fatto crescere i numeri del doc e ha avuto un impatto pesante sui sintomi. Negli ultimi 20 -30 anni gli studi affermano non ci sia stato un cambiamento significativo nella diffusione dei disturbi ossessivo-compulsivi, ma è cambiata enormemente la conoscenza sui sintomi e sulle terapie.